Quanto pesa la denatalità sull’economia? L’analisi nella relazione Bankitalia
- 03/06/2024
- Popolazione Welfare
Quanto pesa il calo demografico sull’economia nazionale e internazionale? Per rispondere al quesito è utile analizzare la Relazione Annuale 2023 della Banca d’Italia che tra tensioni geopolitiche, inflazione e immigrazione ha delineato alcuni punti chiave necessari per capire come il presente sta alterando il prossimo futuro.
Innanzitutto, si prevede un calo significativo della popolazione in età lavorativa entro il 2040, con una diminuzione di 5,4 milioni di persone, nonostante un afflusso netto dall’estero. Questo calo demografico potrebbe tradursi in una riduzione del PIL del 13%. Nonostante il calo demografico, l’immigrazione dall’estero ha contribuito a mantenere quasi stabile la popolazione. Il saldo migratorio netto è aumentato da +261mila nel 2022 a +274mila nel 2023.
Nel 2023, le tensioni internazionali, inoltre, si sono acuite, influenzando le politiche economiche e commerciali, aumentando i rischi finanziari per le imprese e inducendo una riconfigurazione degli scambi commerciali verso partner considerati più sicuri. La crescita economica globale è stata pari ad un +3,2%. Le banche centrali nelle maggiori economie avanzate hanno inasprito ulteriormente l’orientamento delle politiche monetarie per contrastare le pressioni sui prezzi. L’inflazione è scesa rapidamente dai picchi raggiunti nel 2022, riportandosi su livelli più vicini agli obiettivi delle stesse banche centrali. Mentre i più alti tassi di interesse hanno accresciuto il rischio di default per i paesi a basso reddito con debiti rilevanti verso l’estero.
Le divisioni tra blocchi di paesi hanno ostacolato la realizzazione di azioni concrete per il raggiungimento di alcuni obiettivi condivisi dalla comunità internazionale, soprattutto relativi alle politiche green. E il tema della finanza sostenibile è stato al centro del G20 e G7 che hanno ribadito gli sforzi volti a rafforzare il ruolo delle istituzioni finanziarie internazionali e la necessità di progredire sulla sicurezza degli approvvigionamenti energetici e alimentari. E la denatalità potrebbe ulteriormente influenzare le politiche future.
L’economia mondiale e le relazioni internazionali
“Sulle prospettive di crescita di lungo termine – spiega la relazione 2023 di Bankitalia – pesa soprattutto la debole dinamica della produttività che, ad esclusione degli Stati Uniti, ha continuato a rallentare durante la pandemia, sia nelle economie avanzate sia in alcune tra quelle emergenti; questo andamento si aggiunge per molti paesi – soprattutto avanzati – a un calo demografico, che pone a sua volta un freno all’attività economica. Tali sviluppi appaiono più preoccupanti se si considera il ridotto spazio di manovra fiscale a disposizione dei governi nazionali. Il debito pubblico a livello globale, dopo la significativa crescita avvenuta nel 2020 a causa delle misure di stimolo varate durante l’emergenza sanitaria, è aumentato nuovamente nel 2023: secondo le stime dell’Fondo Monetario Internazionale (Fmi), ha raggiunto il 93,2 per cento del PIL mondiale (da 91,3 nel 2022) e continuerà a crescere nel decennio in corso, raggiungendo il 98,8 per cento nel 2029”.
Il Fmi promuove la cooperazione globale sulle materie monetarie e finanziarie, vigila sulle politiche macroeconomiche e fornisce assistenza finanziaria in caso di crisi. “Il profondo mutamento del sistema monetario internazionale ha spinto nel tempo gli organi esecutivi del Fondo ad adattarne il ruolo ai nuovi scenari, anche senza una modifica formale del mandato. In particolare, la funzione di sorveglianza è stata estesa alle cosiddette politiche macrocritiche, ossia tutte le politiche nazionali che possono avere un impatto, anche in prospettiva, sulla stabilità macroeconomica e su quella della bilancia dei pagamenti. In questa direzione la Climate Policy Strategy adottata dall’FMI nel 2021 prevede una sorveglianza a livello bilaterale quando la stabilità economica sia minacciata dai rischi climatici. Nella stessa ottica, la sorveglianza dell’FMI considera inoltre l’impatto di altri fattori come le tendenze demografiche, le disuguaglianze sociali e le innovazioni tecnologiche”, ha concluso in merito Bankitalia.
Focus sulle famiglie
Mentre gli andamenti demografici spopolano il Mezzogiorno e la povertà assoluta è in aumento con il rischio di colpire i minori, Bankitalia ha riportato le stime dei dati Istat sulle spese delle famiglie che vedono nel 2023 la quota di individui in condizioni di povertà assoluta raggiungere il 9,8 per cento (8,5 per cento delle famiglie), pressoché come nell’anno precedente; “l’incidenza si è confermata decisamente più elevata tra le famiglie con stranieri (oltre il 30 per cento) e in quelle la cui persona di riferimento è più giovane di 45 anni (quasi il 12) – continua la relazione -. L’incidenza della povertà individuale era di 2,2 punti percentuali superiore a quella del 2019. Vi ha inciso il marcato aumento dei prezzi nel biennio 2022-23, che ha eroso il potere d’acquisto dei redditi soprattutto tra le famiglie meno abbienti per via della composizione del loro paniere di consumo”.
Per il 2023 il Governo ha modificato la disciplina del reddito di cittadinanza (RdC), limitandone la durata a sette mesi per le famiglie in cui non erano presenti componenti minorenni, con più di 59 anni o disabili, o che non erano state prese in carico dai servizi sociali. Il numero di nuclei che hanno percepito almeno una mensilità dell’RdC (o della pensione di cittadinanza, PdC) si è ridotto per il secondo anno consecutivo, da 1,7 a 1,4 milioni. Nel 2024 l’RdC è stato sostituito dall’assegno di inclusione, caratterizzato da requisiti di accesso economici e demografici più restrittivi rispetto all’RdC, tranne che per quelli di residenza per le famiglie straniere.
Secondo i dati dell’INPS, a fine marzo beneficiavano del sostegno 590.000 nuclei familiari. Per le persone in condizione di disagio economico tra i 18 e i 59 anni, il Governo ha inoltre introdotto, da settembre 2023, il supporto per la formazione e il lavoro (SFL), un’indennità non rinnovabile di durata limitata a dodici mesi, condizionata all’adesione a programmi formativi o a progetti utili per la collettività. Secondo i dati dell’INPS, a marzo erano state accolte poco più di 60.000 domande.
L’offerta di lavoro
Nei prossimi anni l’offerta di lavoro continuerà a risentire della dinamica demografica. Lo spiega Bankitalia che riportando lo scenario mediano delle ultime proiezioni dell’Istat, sostiene che entro il 2040 la popolazione tra 15 e 64 anni si ridurrà di 5,4 milioni di individui (14,4 per cento). “Il calo sarebbe in parte attenuato se il saldo migratorio netto con l’estero rimanesse in linea con quanto osservato nell’ultimo biennio (267.000 persone all’anno), al di sopra di quanto attualmente incluso nelle proiezioni (173.000). Il Dpcm del 27 settembre 2023 (decreto “flussi”) prevede l’ingresso di 151.000 lavoratori stranieri in media all’anno nel triennio 2023-25. Lo stesso decreto favorisce un incremento dell’immigrazione al di fuori delle quote per alcune categorie, in particolare per gli stranieri iscritti a un ciclo di studi superiori in Italia e che intendono rimanere nel Paese dopo averlo completato- e continua -. Il saldo migratorio netto è ridotto dall’emigrazione dei giovani italiani, più elevata fra i laureati. I flussi in uscita sono cresciuti marcatamente dopo la crisi del debito sovrano, quando in Italia il tasso di disoccupazione per la fascia di età 20-34 è fortemente aumentato rispetto a quello medio dell’area dell’euro; negli anni più recenti sono lievemente diminuiti”.
In sintesi, questi trend demografici hanno importanti implicazioni per l’economia italiana, influenzando il mercato del lavoro, la crescita economica e la sostenibilità dei sistemi di previdenza sociale. La Banca d’Italia ha sottolineato l’importanza di politiche efficaci per affrontare queste sfide demografiche.
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