“In Comune troppa frociaggine?”, il controverso sondaggio di Don Mazzai per l’albero fucsia di Verona
- 05/12/2024
- Popolazione
Sta facendo discutere il sondaggio di Don Ambrogio Mazzai, il “prete influencer” di Verona da quasi 400mila follower su TikTok e 92mila su Instagram che sui social ha inserito: “In Comune c’è troppa frociaggine” come opzione a un suo quesito.
Il sacerdote della Chiesa dello Spirito Santo è noto per il suo stile diretto e la capacità di usare i social per avvicinare la fede ai giovani, alternando contenuti religiosi a riflessioni personali e immagini della vita quotidiana ma il sondaggio sull’albero di natale fucsia ha diviso l’opinione pubblica.
Il sondaggio del prete e l’opzione controversa
Tutto è iniziato quando Don Mazzai nota un albero di Natale fucsia, installato nella piazza antistante la chiesa offrendo una visuale che il sacerdote ha commentato: “Ogni pomeriggio mi ritrovo questo pistolotto fucsia davanti alla chiesa”.
Successivamente, il parroco ha lanciato un sondaggio chiedendo ai follower di esprimere il proprio parere sull’albero, offrendo quattro opzioni. Tra queste, la più controversa è stata: “Troppa frociaggine in Comune”. Non solo l’opzione più controversa, ma anche la più votata con il 40% delle preferenze. L’albero di Natale, che si illumina di fucsia di giorno e di bianco durante la notte, è stato considerato “un’opera d’arte” dal 6% dei votanti, mentre per 16% è causa di “inquinamento ambientale” e per il 38% è la prova che “all’amministrazione piace sperperare pubblici”.
Don Ambrogio, rispondendo alle critiche, ci ha tenuto a precisare: “Il sondaggio era aperto a tutti, non solo ai miei follower. Evidentemente questo è un pensiero diffuso in città. Io ho solo messo in evidenza la bruttura dell’installazione. Anche se fosse stata verde, sarebbe stata ugualmente inguardabile. Era meglio non fare niente, che fare questo”.
Le accuse di omofobia
A poca distanza dalla eccessiva “frociaggine” nei seminari criticata da Papa Francesco, le parole di Don Mazzai hanno provocato la reazione degli esponenti politici vicini al sindaco Damiano Tommasi.
Franco Bonfante, segretario provinciale del Partito Democratico, ha commentato: “Sui gusti non discutiamo, ma sul rispetto delle persone non transigiamo. Che il linguaggio omofobo venga dalla bocca di un sacerdote rende tutto ancora più grave. Il dissenso può essere sempre espresso, ma con il dovuto rispetto. Invitiamo il parroco a ritirare quel termine e a scusarsi con chiunque possa essersi sentito offeso”.
In propria difesa, Don Ambrogio ha spiegato: “Non volevo mancare di rispetto a nessuno, ma portare l’attenzione su un albero che considero esteticamente inadatto. Il termine utilizzato è stato frainteso. Il mio intento era ironico.”
Il dibattito: tra tradizioni natalizie e inclusività
L’albero fucsia è diventato il simbolo di una discussione più ampia che tocca identità, inclusività e il rapporto tra tradizioni religiose e modernità. Se da una parte l’installazione è stata difesa come un’opera d’arte moderna, dall’altra c’è chi vede in essa una provocazione.
Il caso solleva interrogativi importanti sul ruolo della comunicazione religiosa nell’era digitale e sulla capacità di conciliare opinioni personali con il rispetto delle sensibilità altrui e della comunità LGBTI in un Paese, l’Italia, che si è classificato 34mo su 49 per quanto riguarda i diritti delle persone LGBTI. I dati sono stati illustrati dalla Rainbow Europe Map 2023 dove ILGA-Europe ha registrato la situazione di 49 Paesi in base alle pratiche legali e politiche per le persone LGBTI.
Chi è Don Ambrogio Mazzai
Don Ambrogio Mazzai, 32 anni, è sacerdote dal 2016 e ha un passato di studi in marketing e comunicazione presso l’Università Salesiana di Venezia. Ha iniziato a usare i social nel 2021 su consiglio del suo vescovo, con l’obiettivo di sfruttare le piattaforme digitali per diffondere il messaggio cristiano. Tra i suoi contenuti più apprezzati ci sono video che rispondono a domande sulla fede, come “Cosa ha fatto Gesù fino ai 30 anni?” e “Perché cadiamo in tentazione?”.
Tuttavia, episodi come questo dimostrano i rischi di una comunicazione non mediata, soprattutto per una figura pubblica come un sacerdote. La vicenda si aggiunge ad altre polemiche legate alla sua attività social, tra cui le critiche per i commenti su eventi come il Festival di Sanremo.