Classe media in crescita, la sfida è il tasso di fertilità
- 24/11/2023
- Popolazione
Non è solo una sfida economica quella che i governi globali sono chiamati ad affrontare. Con la diffusione di nuove povertà si è innescato un meccanismo che porta i ricchi ad arricchirsi e le classi medie ad impoverirsi, ma non è detto che questa tendenza possa solo peggiorare.
Le stime, infatti, riportano dati e anni differenziati sulla base di una serie di parametri. Quello che ci riguarda più da vicino è sicuramente il tasso di fertilità che corrisponde al numero medio di figli per donna in età “feconda”.
Perché è importante l’aumento della classe media globale? Si tratta di una possibilità in cui credere e che porterebbe ad un generale miglioramento delle condizioni produttive, dall’imprenditoria sino all’innovazione e che consentirebbe, in qualche misura, di raggiungere più velocemente quei goal che l’Agenda 2030 Ue si è prefissata e che riguardano l’interno pianeta. Ma proviamo a capire meglio quali sono gli scenari futuri.
Demografia globale: possibili scenari futuri
Secondo i dati sulle Prospettive della Popolazione Mondiale delle Nazioni Unite, si prevede che la popolazione mondiale raggiunga il suo picco, oltre 10,4 miliardi di persone, alla fine degli anni ’80 del 2100. Esistono modelli alternativi, come quelli dell’IHME (Institute for Health Metrics and Evaluation) e dell’IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis), che anticipano agli anni ’60-‘70 del 2100 un picco di 9,7 – 9,4 miliardi di persone. E, mentre l’Onu attesta il declino lento e inesorabile del tasso di fertilità globale, tali stime lasciano sperare, valutando un prosieguo del calo fino al 2050, per poi risalire entro il 2100.
Secondo quanto riportato da ilSole24Ore, un fattore chiave in queste previsioni è il tasso di fertilità in regioni come l’Africa subsahariana, dove si sta verificando una rapida crescita economica e il cui tasso è molto alto. Dal 2000 al 2022 il Pil pro capite di tale zona è aumentato quasi del 300%. Si tratta di un cambiamento economico che potrebbe portare ad un aumento della popolazione in controtendenza con zone del mondo in cui invece è diminuita rapidamente come in Asia orientale.
Classe media nel 2024
Già il prossimo anno è previsto un aumento del numero di persone che entreranno a far parte della classe media. I dati raccolti da World Data Lab, stimano che 113 milioni di persone entreranno a far parte in tale classe, proprio nel 2024. La stragrande maggioranza sarà proveniente dall’Asia che contribuirà per l’81% ai nuovi consumatori del prossimo anno. Cina e India saranno i due paesi propulsori di tale cambiamento: entrambi hanno popolazioni enormi, livelli di reddito in aumento e alti tassi di urbanizzazione.
Non è solo una questione economica
L’aumento della natalità non dipende solo da una questione economica. I dati della Banca Mondiale dimostrano che il numero della povertà assoluta è diminuito nell’ultimo ventennio. Attualmente sono circa tra i 700 e gli 800 milioni di persone a vivere in una condizione di povertà estrema e spesso, provengono proprio dagli stessi Paesi o aree geografiche che si propongono come possibili nazioni propulsore di un cambiamento della classe media. Incentivi e riforme sono in atto nelle camere legislative di tutto il mondo e l’Italia è tra le prime a voler incentivare l’aumento della popolazione nazionale, in vista di un deficit annunciato. La nostra nazione, infatti, si è classificata ultima per natalità nell’Unione europea.
Ciò che però preoccupa è la visione culturale e sociale in profondo cambiamento e che richiede una spinta pari, se non maggiore, in termini di parità di genere, prospettive migliori per i giovani e, più in generale, condizioni favorevoli per mettere al mondo dei figli, tanto quanto quella economica.
In sintesi, fare figli non è più una scelta solo personale, ma è anche politica. Mettere nelle condizioni le donne, oggi, di poter lavorare in orari flessibili, con un accesso garantito a dei servizi base, minimi ed essenziali per la crescita di un bambino e sottoporle alla reale possibilità di scegliere se essere mamme, lavoratrici o entrambe le cose, è il traguardo da raggiungere. Non è una questione di emancipazione, ma si tratta di una più semplice re-visione dei ruoli sociali e familiari ai quali siamo abituati e che richiede una “spolverata”.
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