A Torino i cocktail li prepara un robot, l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro?
- 17/04/2024
- Popolazione
In un neonato bar di Torino nasce i cocktail li fa l’Intelligenza artificiale: e la domanda sorge, anzi si ripete, spontanea: l’Ai ci ruberà il lavoro?
Non proprio, verrebbe da dire vedendo Toni Compatto che lavora in sinergia con un bartender umano. Shaker, il primo bar robotico d’Italia, frutto della collaborazione tra Makr Shakr e i suoi fornitori ufficiali Lavazza e Martini & Rossi, nasce nel pieno centro della Città della Mole, in Via Carlo Alberto 11 ed è un mix tra sviluppo dell’Ai e interazione con gli esseri umani. Un passo avanti rispetto alla sola evoluzione tecnologica.
L’ultimo modello di robot progettato da Makr Shakr è dotato di un braccio robotico ed è capace di preparare oltre 60 drink all’ora. A Toni, cittadini e turisti potranno chiedere dal semplice caffè ai cocktail più elaborati grazie ad un assortimento di 70 bottiglie. A personalizzare l’esperienza del consumatore ci penserà uno staff di sei persone in carne ed ossa, oltre al bartender-manager.
Sullo sfondo, la promessa dei titolari di Shaker: l’intelligenza artificiale libererà i baristi dai compiti più ripetitivi, valorizzando la creatività e il contatto umano.
L’Ai ci farà essere più umani?
Come spesso fa chi sostiene questa tecnologia, l’impegno degli imprenditori torinesi ribalta la narrazione degli scettici: l’intelligenza artificiale potrà persino aiutarci ad essere più umani?
Di sicuro, in Shaker, la tecnologia ha l’obiettivo di migliorare sensibilmente l’esperienza del consumatore. I clienti potranno ordinare la consumazione tramite tablet semplicemente inserendo il proprio nome. Inoltre, l’azienda prevede di lanciare entro fine anno un’app da cui il cliente potrà non solo ordinare la consumazione, ma anche essere avvisato quando sarà pronta. Al termine, si ritirerà il dirnk al bancone nei punti di consegna assegnati.
Per gli appassionati della materia, che vogliono vedere da vicino come viene preparato il proprio cocktail, nessun problema: si potrà seguire da vicino la preparazione del grazie a un display posto sul robot a favore di consumatore. In questa prima fase, Toni Compatto potrà preparare un numero chiuso di cocktail e bevande da caffetteria (espresso, macchiato, iced, cappuccino), mentre il bar manager avrà il ruolo di personalizzare i drink in base alle richieste dei clienti.
L’obiettivo, dunque, è lasciare all’essere umano la parte più creativa e al robot quella, appunto, più meccanica. Forse è proprio questo l’equilibrio per una integrazione sostenibile dell’Ai nel tessuto operativo.
Ai per attenuare la crisi demografica
Al netto delle titubanze su questa tecnologia, l’intelligenza artificiale può svolgere un ruolo cruciale per la produttività dell’Italia che, a causa della crisi demografica, ha e avrà sempre meno forza lavoro. Secondo le stime, la denatalità e l’invecchiamento della popolazione potrebbero provocare una perdita di 1/3 del Pil già nel 2050. Numeri agghiaccianti che obbligano a cercare delle soluzioni innovative con una certa solerzia per contrastare un trend che in soli 3 anni, dal 2020 al 2022, ha fatto perdere all’Italia quasi un milione (957mila) di abitanti.
L’Ai potrebbe persino migliorare la produttività del Paese, grazie a una serie di fattori:
- aumento dell’efficienza lavorativa: l’Ai può aiutare aziende, professionisti e lavoratori a migliorare l’efficienza operativa e a guadagnare un vantaggio competitivo. Può inoltre automatizzare i processi produttivi, ridurre gli errori umani e migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi offerti;
- automazione dei processi produttivi: può svolgere un ruolo fondamentale nell’automazione dei flussi di lavoro per la gestione dei progetti. Questa tecnologia può essere impiegata con diverse finalità come la manutenzione predittiva, il rilevamento di prodotti di bassa qualità, l’automazione di fabbrica, l’automatizzazione del design dei prodotti, l’intelligenza dei robot e ancora, in ambito logistico e di pianificazione, per la previsione di tempi di consegna più precisi, la previsione della tendenza del business aziendale e anche per la sicurezza;
- riduzione degli sprechi: migliorando l’efficienza in vari settori, come la produzione, la sanità e i trasporti, l’Ai può ridurre i costi e gli sprechi nei processi produttivi, generando un vantaggio anche per l’ambiente;
- creazione di nuovi posti di lavoro: anche dietro l’intelligenza artificiale ci sono gli esseri umani. Per tanto, la maggiore diffusione di questa tecnologia può creare nuovi posti di lavoro in ambito tecnologico, come sta già accadendo.
Secondo le stime di Pwc, l’intelligenza artificiale generativa potrà far aumentare il Pil mondiale del 26% entro il 2030. Una stima sull’Italia arriva da Accenture, secondo cui la maggiore diffusione dell’Ai potrebbe generare un aumento del Pil di circa il 2,9% entro il 2035 solo per il Belpaese, anche se al momento è complicate fare delle stime precise.
L’Ai per il Made in Italy
Che l’intelligenza artificiale sia una grande opportunità, e non solo un rischio, è chiaro alle istituzioni che, mentre provano a limitarne le conseguenze negative con provvedimenti come l’Ai Act, cercano di sfruttarne le opportunità.
Proprio da oggi, 17 aprile, al 19 aprile, Google mostra a Bergamo come questa tecnologia possa aiutare le Pmi italiane. In occasione della Giornata Mondiale del Made in Italy, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il colosso americano mette a disposizione risorse, consulenze personalizzate e corsi gratuiti per accompagnare le piccole e medie imprese italiane nell’integrare l’Ai nelle proprie attività.
L’Ai Opportunity Fund di Google.org consiste in un finanziamento di 1 milione di euro per supportare le comunità svantaggiate e i lavoratori vulnerabili con un focus su quattro settori chiave del Made in Italy: metalmeccanico, abbigliamento, arredamento e agroalimentare.
“L’intelligenza artificiale rappresenta una grande opportunità per le imprese italiane, in modo particolare per le Pmi che storicamente nel nostro Paese soffrono di un gap di produttività”, ha commentato Melissa Ferretti Peretti, Country Manager e Vice Presidente di Google in Italia.
Come dimostra l’esempio del bar robotizzato di Torino, la chiave risiede nel far interagire l’Ai con l’essere umano.
Una rassicurazione in tal senso arriva dallo studio dell’agenzia delle Nazioni Unite, ‘Generative AI and Jobs: un’analisi globale dei potenziali effetti sulla quantità e qualità del lavoro’ dove emerge che la maggior parte dei posti di lavoro e dei settori industriali è solo parzialmente esposto all’automazione, mentre è più probabile che molti lavori vengano integrati piuttosto che sostituiti dalla Intelligenza artificiale.
L’apporto che l’intelligenza artificiale può dare alla produttività italiana ricorda quello che l’immigrazione dà all’economia del Belpaese, con una differenza: a Toni Compatto del bar Shaker di Torino e a suoi amici non si potrà chiedere di “tornare a casa loro”.
E allora, benvenuto Toni.
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