La badante di condominio, sostegno e specchio di un Paese sempre più vecchio
- 07/04/2025
- Popolazione Welfare
In un’Italia che invecchia inesorabilmente, dove la solitudine degli anziani si trasforma in emergenza sociale e i costi dell’assistenza domiciliare gravano sempre più sulle famiglie, prende sempre più quota la “badante di condominio”. Un’idea semplice ma rivoluzionaria che trasforma i condomini da semplici agglomerati abitativi a comunità di mutuo supporto.
Quando è nata l’idea
Questa figura è stata pensata circa un decennio fa a Bologna, dove Confabitare lanciò una sperimentazione destinata a cambiare il volto dell’assistenza domiciliare. L’associazione dei proprietari immobiliari bolognese intuì che la condivisione delle risorse poteva rappresentare la chiave per superare l’isolamento degli anziani e l’insostenibilità economica dell’assistenza individuale.
Il progetto pilota prese forma coinvolgendo inizialmente alcuni condomini della città emiliana, tradizionalmente all’avanguardia nelle politiche sociali innovative. La formula era tanto semplice quanto efficace: più famiglie dello stesso edificio condividevano i servizi e i costi di una badante professionale, ottenendo assistenza qualificata a frazioni del costo individuale.
I risultati della sperimentazione bolognese superarono le aspettative. Non solo gli anziani ricevevano assistenza pratica nelle attività quotidiane, ma vedevano anche drasticamente ridotto il loro isolamento sociale grazie alla creazione di una rete di supporto all’interno del proprio condominio.
Nel 2025, questo modello ha ormai varcato i confini dell’Emilia-Romagna, diffondendosi in numerose città italiane, dove il valore di questa innovazione è stato riconosciuto da associazioni di categoria e amministrazioni locali, ultima in ordine cronologico la città di Torino.
Una triplice esigenza
La badante di condominio non è frutto del caso, ma risponde a tre sfide cruciali che caratterizzano la società italiana contemporanea.
La prima è indubbiamente demografica. In Italia quasi un abitante su quattro ha almeno 65 anni e gli ultraottantenni sono in costante aumento (oggi oltre 4,5 milioni). La transizione demografica ha trasformato interi condomini in residenze prevalentemente anziane, dove si concentrano bisogni assistenziali simili. Questa figura potrà diventare ancora più importante in futuro visto che, come dimostrano gli Indicatori demografici 2024 dell’Istat, la speranza di vita continua ad aumentare (+5 mesi nell’ultimo anno).
La seconda sfida è la solitudine. Secondo recenti studi, oltre 4 milioni di anziani in Italia vivono soli, spesso con reti familiari assenti o distanti. Quasi la metà dei single italiani ha almeno 65 anni: sono 3.331.000 i single per scelta, 3.089.000 i vedovi e 1.945.000 i separati. I single vivono principalmente nel nord-ovest e nell’Italia centrale, dove sono rispettivamente il 35,2% e il 35% del totale, mentre al Sud sono il 29,9%. Una condizione che non è solo fonte di sofferenza psicologica, ma che aumenta significativamente i rischi per la salute fisica, con costi sociali e sanitari enormi.
Infine, la dimensione economica. Con pensioni che si aggirano spesso sui 1.000 euro mensili e costi per una badante individuale che oscillano tra i 1.000 e i 1.500 euro al mese (escludendo contributi e tredicesima), l’assistenza continuativa rimane un lusso inaccessibile per la maggioranza degli anziani italiani.
Come funziona il modello
Il meccanismo alla base della badante di condominio è sorprendentemente semplice ma efficace. Una o più figure professionali vengono assunte collettivamente da più nuclei familiari nello stesso edificio, con un sistema di ripartizione delle ore e dei costi proporzionale alle necessità di ciascuno.
Nella pratica, la badante condominiale alterna la sua presenza negli appartamenti degli anziani aderenti, occupandosi di compiti essenziali: preparazione dei pasti, pulizia domestica, accompagnamento per visite mediche o commissioni, somministrazione di farmaci, ma anche semplice compagnia e socializzazione.
I vantaggi sono evidenti: una famiglia che necessiterebbe di 3-4 ore giornaliere di assistenza può ridurre la spesa fino al 60-70% attraverso la condivisione, mantenendo comunque un servizio personalizzato e di qualità.
In alcuni casi è l’amministratore di condominio a fungere da intermediario, in altri vengono costituite piccole cooperative di scopo tra i condomini, in altri ancora il servizio è mediato da imprese sociali o associazioni del terzo settore.
Il panorama attuale: numeri e prospettive
Nel 2025, l’assistenza agli anziani in Italia mostra ancora profonde disparità territoriali. Con una media nazionale di 8,5 badanti ogni 100 ultrasessantenni soli, il divario tra Nord e Sud rimane significativo: si va dalle 12,7 badanti in Lombardia alle 4,2 in Calabria. La badante di condominio sta contribuendo a ridurre queste disparità, rendendo accessibile l’assistenza anche in contesti economicamente fragili. Si stima che oggi oltre 650 condomini in Italia abbiano adottato questo modello, coinvolgendo circa 15.000 anziani e creando 2.800 posti di lavoro regolari nel settore dell’assistenza.
Inoltre, nei condomini che hanno adottato questo modello, il tasso di irregolarità contrattuale si è ridotto del 78%, contribuendo a far emergere una parte significativa del lavoro sommerso che caratterizza il settore.