Associazioni Pro Vita nei consultori, polemiche su emendamento del centrodestra
- 16/04/2024
- Popolazione
“Giù le mani dai consultori. Giù le mani dalla legge 194”. È bufera su un emendamento infilato nel dl Pnrr, all’art 44, a prima firma di Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia, su cui il governo ha posto la fiducia. L’emendamento prevede che le Regioni, nell’organizzare i servizi dei consultori, possano “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.
In sostanza, consente alle associazioni pro-life, dunque antiabortiste, di entrare nelle strutture dove le donne possono avviare la pratica per l’interruzione di gravidanza.
Le proteste: un attacco ai diritti delle donne
Unanimi le proteste che si sono levate da opposizione e associazioni: “Un’ennesima offesa ai diritti della donna e alla sua autodeterminazione”.
“Viviamo in un Paese in cui il diritto all’interruzione di gravidanza è già sotto attacco, in cui è già difficile accedere alla pratica, in cui le donne devono viaggiare fuori provincia o addirittura fuori regione per riuscire ad abortire. E mentre altri Paesi inseriscono la tutela del diritto all’interruzione di gravidanza in Costituzione – la Francia, ndr -, l’Italia sceglie di fare un ulteriore passo indietro. Noi continueremo a opporci a questa politica oscurantista del governo Meloni non lasceremo che la 194 subisca ulteriori attacchi e ci batteremo perché i diritti delle donne vengano garantiti”, hanno commentato i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato in una nota.
D’accordo l’assessora regionale alle pari opportunità della Regione Toscana, Alessandra Nardini (Pd): “Le donne che scelgono di interrompere volontariamente una gravidanza hanno il diritto di poter contare solo e soltanto sulle professioniste e i professionisti dei consultori, formati per accompagnarle nella loro libera scelta, qualunque essa sia, non devono certo essere immerse in un’arena di polarizzazione e di violenza ideologica. È altrettanto agghiacciante che il Governo abbia posto la fiducia, come sigillo di condivisione di una posizione contro noi donne, i nostri diritti e le nostre libertà. L’interruzione volontaria di gravidanza è un diritto ancora largamente negato nel nostro Paese, in modo diretto o indiretto. In Toscana continueremo a opporci in tutti i modi possibili a questa deriva. Giù le mani dalle donne, giù le mani dalla 194″.
Per Mara Carfagna, presidente di Azione, sono due gli errori legati a questa proposta: “Il primo: introduce soggetti privati, senza specifiche qualifiche, in un servizio altamente specializzato che dipende dalle Asl e quindi dalla sanità pubblica”. Paradossalmente, ha continuato, ”lo stesso libero accesso ai consultori potrebbero chiederlo le associazioni abortiste, trasformando un presidio della libertà e della salute delle donne in un campo di battaglia tra opposte visioni politiche”.
“Il secondo motivo riguarda la più generale protezione del nostro sistema sanitario da movimenti e gruppi privati, che lavorano per i loro legittimi scopi ma che devono farlo all’esterno, non all’interno della Sanità pubblica. Creare un precedente in questo senso è molto pericoloso. Credo sia stato commesso un enorme pasticcio, la maggioranza – ha concluso Carfagna – deve correre ai ripari”.
E c’è un altro punto molto sottolineato da chi ha protestato, ovvero che l’emendamento arriva a pochi giorni dal voto del Parlamento europeo a favore dell’inserimento dell’interruzioni di gravidanza nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, come ha fatto notare tra gli altri Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera.
I sostenitori: è già previsto dalla Legge 194
Stiamo solo applicando la legge 194, rispondono in sintesi i sostenitori dell’emendamento: “Nessuno vuole riformare o abrogare al 194. Ma applicarla nella sua interezza, a differenza di quanto finora fatto anche per diretta responsabilità di chi ha governato la sanità in questi ultimi decenni. L’emendamento approvato al Pnrr a firma del collega Malagola va in questa direzione, offrire senza oneri per lo Stato la possibilità di riflessione come previsto dalla legge all’articolo 1 e al comma d dell’articolo 2”, ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.
Sulla stessa linea Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: “Le polemiche sull’inserimento dei pro vita nei consultori sono stucchevoli: nessuno vuole togliere un diritto soggettivo alle donne che decidono di interrompere la gravidanza ma semplicemente vogliamo applicare la 194. Ogni donna che abortisce vive un dolore che dobbiamo rispettare ma se possiamo aiutare una donna, che vuole portare a termine la gravidanza, a poterlo fare, qual è lo scandalo? Da cattolico laico io voglio che ci siano ospedali in cui sia garantito il diritto di abortire ma voglio anche che ci siano consultori che, come dice la 194, aiutino chi vuole fare un’altra scelta“.
“Schlein deve capire che l’aborto è un diritto soggettivo e non un valore universale come vogliono i suoi amici socialdemocratici europei”, ha concluso Antoniozzi.
Associazioni sul piede di guerra
Sul piede di guerra le associazioni: “Mentre l’Europa definisce l’aborto diritto fondamentale dell’Unione e in Francia questo diritto viene inserito nella Costituzione, in Italia il partito di maggioranza usa un voto di fiducia sul Pnrr per far entrare il movimento cosiddetto pro-vita nei consultori. Questa proposta è inascoltabile, irricevibile e fuori dalla storia“, ha dichiarato Antonella Veltri, presidente di Donne in rete contro la violenza (D.i.Re).
“I numeri dicono chiaramente che non è certo il ricorso all’aborto la causa della denatalità in Italia”, ha precisato la presidente. “Sarebbe invece importante implementare i servizi a supporto dell’infanzia e rendere effettivamente applicata la legge 194”.
Infine Gabriella Marando, del coordinamento delle assemblee delle donne e delle libere soggettività dei consultori del Lazio, ha commentato all’Adnkronos: “Ci opponiamo vivamente all’emendamento al dl Pnrr per il via libera alle associazioni pro-life nei consultori e su cui il governo ha messo la fiducia, perché andrebbe a toccare la legge 194. I consultori familiari sono spazi socioculturali laici per i percorsi di affermazione di genere, per garantire benessere, autodeterminazione e una libera scelta sulla maternità e sull’aborto. Siamo pronte a protestare davanti Montecitorio. Daremo battaglia”.
E si comincia già oggi pomeriggio, con un sit in a Montecitorio: sulla votazione finale del provvedimento sul Pnrr, e dunque sull’emendamento, non c’è accordo, ma sono in programma le dichiarazioni per il voto di fiducia e la chiama per l’appello nominale.
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