Venduti più passeggini per cani che per bambini: è emergenza demografica?
- 10/09/2024
- Mondo
Se camminando per strada dovessi incontrare una coppia con un passeggino non è detto che al suo interno ci sia un neonato. Anzi, in alcune parti del mondo è più probabile ci sia un cane. Perché, a quanto pare, nel 2023 sarebbero stati venduti più passeggini per l’amico a quattro zampe che per bebè.
La notizia arriva direttamente dalla Corea del Sud, patria del più basso tasso di natalità del mondo industrializzato, dove l’anno scorso le vendite hanno superato per la prima volta quelle relative ai passeggini per bambini. Secondo Gmarket, uno dei più grandi rivenditori online della Corea del Sud, come riporta il Wall Street Journal, la percentuale è nettamente superiore. La tendenza si è dimostrata vera anche per i primi sei mesi di quest’anno.
Un problema di natalità?
I paesi in tutto il mondo stanno affrontando un evidente calo demografico. Come ha rilevato la rivista sanitaria The Lancet,Entro il 2100, il 97% dei Paesi avrà tassi di fertilità inferiori a quanto necessario per sostenere le dimensioni della popolazione nel tempo. Tali preoccupazioni sono maggiori in Corea del Sud. Il Paese ha il tasso di fertilità al livello più basso al mondo, pari a 0,72 nel 2023, ben al di sotto della cifra di 2,1 necessaria per assicurare un ricambio generazionale.
Kim Moon-soo, attuale ministro sudcoreano del lavoro, durante un evento pubblico, ha rimproverato i giovanissimi: “Quello che mi preoccupa è che i ragazzi non si amino tra loro. Invece, amano i loro cani e li portano in giro, ma non si sposano e non hanno figli“.
Le dure condizioni di lavoro e i bassi salari sono tra le cause dei bassi tassi di natalità. Non solo in Corea del Sud, ma anche nella maggior parte del mondo. A queste problematiche, si aggiungono la mancanza di welfare e fringe benefit dedicati alle famiglie. Molte amministrazioni dei Paesi ad alto e medio reddito hanno messo in pratica delle politiche familiari con bonus dedicati alle mamme lavoratrici per incentivarne la natalità, ma non sempre hanno ottenuto il risultato sperato.
Ci sono davvero le intenzioni di avere un figlio? E perché spesso si predilige un cane ad un bambino?
Tutte le sfumature di genitorialità
In un recente sondaggio locale, una donna sudcoreana su due di età compresa tra 20 e 49 anni ha dichiarato di non avere intenzione di avere figli, considerando non essenziale la maternità e citando, tra le varie motivazioni, i vincoli finanziari.
Lo stesso presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol è sposato, non ha figli e possiede una famiglia composta da almeno 10 cani e gatti.
E se a vincoli finanziari si aggiungono infertilità in aumento e incertezza per il futuro, non sorprende la scelta di prediligere un cane ad un bambino. Si è così diffuso il termine “pet parenting” per indicare il modo con cui le persone si prendono cura dei loro animali domestici come se fossero veri e propri “figli” o sostituendoli a quelli reali.
Fenomeno che ha preoccupato un po’ tutti, tra i quali anche Papa Francesco le cui parole all’udienza con i prefetti dello scorso dicembre, sono diventate famose. Il Papa si era detto preoccupato “della poca natalità qui in Italia. Gli italiani hanno i cagnolini al posto dei figli”. Affermazioni che puntarono i riflettori sul calo delle nascite anche nel nostro Paese.
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