Popolazione, Onu: “10,3 miliardi di persone entro metà 2080”
- 12/07/2024
- Mondo
La popolazione mondiale raggiungerà il suo picco massimo entro la metà del 2080. Si tratta di una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 10,3 miliardi, rispetto agli 8,2 miliardi attuali. Si prevede, inoltre, che scenderà gradualmente raggiungendo i 10,2 miliardi entro il 2100, pari al 6% in meno rispetto a quanto previsto un decennio fa. I dati emergono dall’ultimo rapporto biennale delle Nazioni Uniti, “World Population Prospects”. Nel 2022 l’Onu aveva stimato che la popolazione mondiale avrebbe raggiunto il picco di 10,4 miliardi entro il 2080.
“In alcuni paesi, il tasso di natalità è ora persino più basso di quanto previsto in precedenza e stiamo anche assistendo a cali leggermente più rapidi in alcune regioni ad alta fertilità – ha affermato in una dichiarazione il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari economici e sociali, Li Junhua -. Il picco basso così precoce è un segnale di speranza. Ciò potrebbe significare una riduzione delle pressioni ambientali dovute agli impatti umani, grazie al consumo aggregato inferiore”.
Come cambierà la popolazione?
In media, a livello globale, le donne hanno un figlio in meno rispetto al 1990. In molti Paesi il numero medio di figli è sceso sotto 2,1, che segna il livello richiesto a una popolazione per mantenere una dimensione costante senza migrazione, noto anche come “tasso di sostituzione”. Tra i più in crisi ci sono Cina, Corea del Sud, Spagna e Italia con tassi di fertilità che l’Onu ha definito “ultra-bassi”.
Ma quindi quanti saremo sulla Terra? Il picco di popolazione di 63 paesi raggiunto fino ad oggi – tra cui Cina, Germania, Giappone e Russia -, diminuirà del 14% nei prossimi 30 anni. Se da un lato ci sono Paesi con popolazione in calo, altri registreranno numeri mai visti prima. Niger, Somalia, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo, subiranno una “crescita molto rapida” destinata quasi a raddoppiare tra il 2024 e il 2054. Verso la metà del secolo, anche altri 126 paesi, tra cui Stati Uniti, India, Indonesia e Pakistan, raggiungeranno picchi elevati.
Focus sull’Europa
A riportare i dati dell’Europa, in occasione della Giornata mondiale della popolazione, è l’Eurostat che ha sottolineato quanto la ripresa delle migrazioni e l’asilo concesso ai rifugiati ucraini abbia contribuito all’incremento della popolazione europea.
Considerando un arco temporale più lungo, la popolazione dell’Ue è cresciuta da 354,5 milioni nel 1960 a 449,2 milioni a gennaio 2024, con un aumento di 94,7 milioni di persone. La popolazione dei singoli paesi dell’Ue variava da 0,6 milioni a Malta a 83,4 milioni in Germania.
Germania, Francia e Italia insieme comprendono quasi la metà (47%) della popolazione totale attuale dell’Ue.
Mentre la popolazione complessiva dell’Ue è aumentata nel 2024, non tutti gli Stati membri hanno registrato aumenti demografici significativi. In totale, sette paesi hanno registrato una diminuzione della popolazione tra gennaio 2023 e gennaio 2024, con le maggiori diminuzioni segnalate in Polonia (-132.800 persone), Grecia (-16.800) e Ungheria (-15.100). Sono stati osservati aumenti negli altri 20 paesi, con i maggiori in Spagna (+525.100), Germania (+330.000) e Francia (+229.000).
Aspettativa di vita
L’aspettativa di vita, inoltre, è tornata a crescere nel 2022, raggiungendo 83,3 anni per le donne e 77,9 anni per gli uomini. Questi livelli sono superiori a quelli del 2020, ma inferiori a quelli osservati nel 2019. Il divario di genere in diminuzione osservato durante i due decenni precedenti è stato in qualche modo invertito durante il Covid-19. Tuttavia, nel 2022 si è ridotto notevolmente di 5,4 anni.
Tra i paesi dell’Ue è la Spagna ad avere l’aspettativa di vita media più alta alla nascita (per entrambi i sessi) nel 2022 (a 83,2 anni), mentre la più bassa era in Bulgaria (74,2 anni). Le neonate avevano un’aspettativa di vita superiore a quella dei neonati in ogni paese dell’UE, con divari di genere particolarmente ampi nei paesi baltici: Lettonia (10,0 anni), Lituania ed Estonia (entrambe 8,7 anni). I divari più stretti erano nei Paesi Bassi (2,9 anni), Irlanda (3,3 anni) e Svezia (3,4 anni).
Mortalità
Nel 2022, ci sono stati 5,2 milioni di morti nell’Ue. Rispetto al 2019, il numero di morti nel 2022 era superiore di 505.000 in termini assoluti, con un aumento del 10,9%. La mortalità è stata minore nel 2022 rispetto al 2021 nella maggior parte dei paesi, compresi tutti i paesi dell’UE orientali e baltici, così come Grecia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo. I maggiori cali della mortalità tra il 2021 e il 2022 sono stati in Bulgaria, Slovacchia e Romania e il maggior aumento in Finlandia. I tassi più alti di mortalità nel 2022 erano a Cipro (24,3%), Malta (18,4%) e Finlandia (17,0%). Al contrario, c’erano 10 paesi dell’UE in cui il numero di morti nel 2022 era inferiore al 10,0% rispetto alla media di base per il periodo 2016-19. I tassi di mortalità più bassi sono stati registrati in Svezia (4,1%) e Romania (4,5%).
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