Nasce nella sala parto 6, riposa nel letto 6 della stanza 6. I genitori lo avevano già chiamato Lucifero
- 13/01/2025
- Mondo
“È un angioletto, non un diavolo. Dopo il biberon si addormenta e non ci ha mai fatto passare una notte insonne”. Una frase che lascerebbe indifferenti, se non fosse che il bambino in questione si chiama Lucifero (Lucifer). A scegliere questo nome è stata una coppia della piccola cittadina del North Yorkshire, ma alla base non c’è l’adorazione per Satana.
Perché hanno chiamato il figlio Lucifero
Stefan, 27 anni, e Jess, 25 anni, hanno scelto il nome “Lucifer” pensando al significato etimologico di “portatore di luce”, dal latino lux-lucis (luce) + ferre (portare). A ispirarli, come hanno dichiarato, è stata la celebre serie TV Netflix Lucifer, dove il protagonista, interpretato da Tom Ellis, dà vita a una versione carismatica e ironica della figura diabolica.
A rendere tutto più intrigante (o inquietante, a seconda dei punti di vista) ci ha pensato anche una coincidenza numerica curiosa: il bimbo è nato nella sala parto numero 6, prima di essere trasferito nel letto 6 della stanza 6 all’interno del reparto di Ostetricia (formando 666, ovvero il ‘numero del diavolo’). La coppia assicura di aver scelto il nome già prima di questa coincidenza: “Abbiamo deciso questo nome appena abbiamo scoperto che stavamo aspettando un bambino,” ha dichiarato Stefan.
E, come a voler sfatare ogni stereotipo negativo legato al nome, i genitori hanno descritto Lucifer come il bambino più tranquillo che si possa immaginare: “È un angioletto, non un diavolo. Dopo il biberon si addormenta e non ci ha mai fatto passare una notte insonne”.
Le critiche della comunità
L’annuncio del nome, reso pubblico nel contesto della tradizionale rassegna di fine anno sui neonati, ha suscitato una pioggia di reazioni sui social media. Molte critiche sono arrivate dalle generazioni più anziane, che hanno sollevato dubbi sull’impatto di questo nome sul futuro del bambino: “Che succederà quando andrà a scuola? Come affronterà il giudizio degli altri?”.
Non meno contestata è stata la decisione di chiamare il piccolo Gery come secondo nome, in onore dello zio defunto della madre.
La madre, rispondendo alle critiche, ha sottolineato che il Regno Unito non pone limiti sui nomi, se non per parole volgari o inappropriate: “Ci è stato suggerito di chiamarlo Romeo, visto che sua sorella si chiama Giulietta. Ma sarebbe stato molto peggio di Lucifero”.
Un precedente simbolico e il dibattito sulle scelte dei nomi
L’episodio riapre una riflessione sui diritti dei genitori nella scelta dei nomi per i propri figli e sull’equilibrio tra libertà personale e conseguenze culturali o sociali. Nel Regno Unito, a differenza di altri Paesi, non esistono regolamentazioni stringenti in materia. In Francia, ad esempio, le autorità possono intervenire se un nome viene considerato lesivo per il benessere del minore, così come in Italia.
Sarebbe legale in Italia?
In Italia, chiamare un bambino “Lucifero” sarebbe illegale. La legge italiana vieta l’assegnazione di nomi che possano arrecare pregiudizio morale o che siano ridicoli, vergognosi o offensivi. Nomi come Lucifero e Satana rientrano in questa categoria, poiché possono essere associati a connotazioni negative legate alla religione e alla cultura. Allo stesso modo, chiaramente, non si può chiamare il proprio figlio “Dio”, “Gesù” o simili.
Secondo il Decreto del Presidente della Repubblica 396/2000, i nomi devono rispettare specifiche regole per garantire la dignità del bambino. I nomi che possono causare imbarazzo o derisione sono esplicitamente vietati. Una questione simile è stata sollevata nel nostro Paese in occasione del ragazzo di origini ghanesi chiamato “Silvio Berlusconi Boahene”, in onore del Cavaliere. Se nel caso del ragazzo di origini ghanesi nato a Modena la scelta è lecita, non sarebbe stato lo stesso per “Lucifero”.
Non c’è un elenco completo dei nomi vietati, ma delle regole che stabiliscono quali sono i nomi vietati in Italia:
- Nomi dei genitori o dei fratelli, anche se preceduti da junior, come spesso accade oltremanica;
- Nomi ridicoli o che possano provocare senso di vergogna al figlio;
- Nomi di personaggi storici controversi come “Benito”, “Adolf” e “Osama” (in riferimento a Mussolini, Hilter e Bin Laden);
- Nomi “controversi” provenienti dalla letteratura come “Bestia”, “Biancaneve” o “Dracula”;
- Nomi che incitino all’odio o alla violenza, per esempio “Satana”;
- Nomi di oggetti o marchi commerciali: a nessuno venga mai in mente di chiamare il proprio figlio “Samsung”, “Macchina” o “Danone”!
- Ai bambini di cittadinanza italiana non può essere dato un nome scritto con lettere di un altro alfabeto (per esempio cinese, giapponese o cirillico);
Pertanto, sebbene ci siano stati casi di battaglie legali per registrare nomi controversi, la scelta di chiamare un bambino Lucifero non sarebbe generalmente accettata dalle autorità italiane.
Intanto, la giovane coppia inglese rassicura sulla bontà delle proprie intenzioni: “Abbiamo persino contattato un prete per battezzarlo!”