Mortalità infantile al minimo storico
- 13/03/2024
- Mondo
Nel panorama tumultuoso del mondo moderno, una notizia risplende come un faro di speranza: il numero di bambini che muoiono prima del loro quinto compleanno è sceso a un minimo storico. Secondo le stime più recenti diffuse da Unicef, Oms, Gruppo Banca Mondiale e UN Desa, nel 2022 il triste conteggio si è fermato a 4,9 milioni. Questa cifra, benché ancora tragica, riflette un netto miglioramento nella situazione globale della mortalità infantile, con un calo del 51% dal 2000.
Dietro questi numeri si celano storie di eroismo quotidiano: ostetrici e operatori sanitari qualificati che assistono le madri durante il parto, vaccinazioni cruciali per proteggere i piccoli da malattie mortali e visite a domicilio da parte di operatori sanitari di comunità che garantiscono supporto medico e nutrizionale. Questi progressi dimostrano che, quando le risorse sono allocate adeguatamente per l’assistenza sanitaria primaria, inclusa la salute e il benessere dei bambini, risultati tangibili diventano realtà. Paesi come Cambogia, Malawi, Mongolia e Ruanda hanno ridotto la mortalità infantile di oltre il 75%, dimostrando che la determinazione e gli investimenti portano frutti preziosi.
Sfide persistenti
Tuttavia, nonostante i progressi, il rapporto rivela una realtà dolorosa: oltre ai 4,9 milioni di bambini che muoiono prima dei cinque anni, altri 2,1 milioni di bambini e giovani tra i 5 e i 24 anni perdono la vita, soprattutto in Africa subsahariana e Asia meridionale. La maggior parte di queste morti è evitabile, causata da patologie curabili come polmonite, diarrea e malaria. Migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria di base di alta qualità è cruciale per invertire questa tendenza.
Per ridurre ulteriormente la mortalità infantile, è fondamentale investire in istruzione, occupazione e condizioni di lavoro dignitose per gli operatori sanitari di base, compresi quelli delle comunità. Questi ultimi svolgono un ruolo cruciale nel fornire servizi salvavita direttamente nelle case delle persone, inclusi vaccini, cure mediche e supporto nutrizionale.
Le sfide rimangono enormi: disuguaglianze economiche, conflitti prolungati, impatti dei cambiamenti climatici e le conseguenze della pandemia da Covid-19 minacciano la vita dei nostri bambini. È imperativo agire con urgenza per affrontare queste minacce e garantire un futuro più sicuro per le generazioni future.
Ai tassi attuali, 59 Paesi non raggiungeranno l’obiettivo di mortalità al di sotto dei 5 anni previsto dagli SDG (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) e 64 Paesi non raggiungeranno l’obiettivo di mortalità neonatale. Ciò significa che, secondo le stime, 35 milioni di bambini moriranno prima di compiere il quinto anno di età entro il 2030, un bilancio che sarà in gran parte a carico delle famiglie dell’Africa subsahariana e dell’Asia meridionale o dei Paesi a reddito basso e medio basso.
Il rapporto rileva anche grandi lacune nei dati, in particolare nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale, dove il carico di mortalità è elevato. I dati e i sistemi statistici devono essere migliorati per tracciare e monitorare meglio la sopravvivenza e la salute dei bambini, compresi gli indicatori sulla mortalità e la salute attraverso le indagini sulle famiglie, la registrazione delle nascite e dei decessi attraverso gli Health Management Information Systems (HMIS) e le Civil Registration and Vital Statistics (CRVS).
I progressi compiuti finora sono incoraggianti, ma non sufficienti.
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