Migranti, svolta Ue sul Patto migranti: Italia molto soddisfatta
- 21/12/2023
- Mondo
La questione migratoria è da sempre collegata a quella demografica, soprattutto nei paesi in cui la denatalità ha assunto tendenze e dimensioni preoccupanti per il futuro. Per questo, l’accordo raggiunto ieri da Consiglio e Parlamento Ue sul nuovo patto migranti rappresenta un momento importante per la politica italiana e comunitaria.
“Il 20 dicembre 2023 passerà alla storia”, per commentare con le parole della presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola il Patto per la migrazione e l’asilo raggiunto ieri dai 27 Stati che adatta alle esigenze attuali il Patto migranti del settembre 2020.
Si tratta di un passo importante verso la modernizzazione delle norme dell’Ue in materia di asilo e migrazione, che si basa su alcuni pilastri:
– procedura comune per tutta l’Ue per esaminare le domande di protezione internazionale;
– procedure di frontiera obbligatorie per valutare rapidamente la fondatezza e l’ammissibilità delle domande;
– efficientamento della capacità per gestire i flussi migratori alle frontiere esterne;
– regole eccezionali per affrontare situazioni di crisi migratoria;
– meccanismo di solidarietà obbligatorio nei confronti dei paesi sottoposti ad eccessiva pressione migratoria.
Il nuovo Patto migranti mira anche a stabilire regole chiare e procedure più semplici per gestire la materia dei flussi migratori, sempre al centro del dibattito politico.
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen è soddisfatta dell’accordo trovato: “il patto sulla migrazione garantirà una risposta europea efficace a questa sfida europea. Significa che saranno gli europei a decidere chi arriva e chi può restare nell’Ue, non i trafficanti. Significa proteggere chi ha bisogno”.
Per von der Leyen “Questo è un vero e proprio punto di svolta che ci consente di portare avanti le negoziazioni con il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Ue. Il Patto sulla migrazione e l’asilo è una priorità assoluta per la Commissione e per me personalmente. Vogliamo garantire una gestione efficace, umana e sicura della migrazione, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana”.
L’accordo sul regolamento delle crisi consentirà di sbloccare i negoziati con il Parlamento europeo sui restanti fascicoli legislativi del Patto, che mirano a creare un sistema europeo comune di asilo più efficace, umanitario e sicuro. L’obiettivo delle istituzioni è quello di concludere i negoziati e adottare formalmente le diverse proposte legislative prima della fine di questa legislatura (giugno 2024).
Si tratta di un accordo storico perché ci sono Paesi da sempre contrari, come Ungheria e Polonia che per anni hanno reso impossibile un’intesa fra gli Stati perché si era deciso di procedere all’unanimità. La situazione è cambiata quando si è deciso di passare alla maggioranza qualificata come previsto dai Trattati tanto che già a giugno scorso è stata trovata l’intesa, senza Budapest e Varsavia, che ha permesso di passare al negoziato con il Parlamento Ue che si è chiuso ieri, 20 dicembre.
Cosa cambia con il nuovo Patto migranti
Le nuove norme modificano parzialmente il principio di Dublino, che attribuisce al Paese di primo ingresso (per esempio, l’Italia) la competenza della gestione delle domande di asilo. Permane questo principio ma per bilanciarlo viene introdotto un meccanismo di solidarietà obbligatorio tra gli Stati membri a vantaggio dei Paesi sottoposti a maggiore pressione migratoria.
Tutti gli Stati dovranno contribuire all’accoglienza dei migranti nel caso in cui ci siano paesi sotto pressione migratoria. Il meccanismo di ricollocamento tanto richiesto da Spagna e Italia,
In capo agli Stati resterà solo la scelta di come prestare contribuire:
– ricollocando i richiedenti asilo nel proprio territorio;
– finanziando mezzi e procedure di accoglienza nel Paese sotto pressione. I finanziamenti possono anche essere indirizzati a misure relative alla gestione dei flussi migratori nei Paesi extra-europei.
Il nuovo patto migranti interviene anche sul tema delle partenze e delle Ong, accusate da alcune parti politiche di strumentalizzare i migranti. È prevista infatti un’eventuale deroga temporanea alle procedure standard di asilo in caso di strumentalizzazione dei migranti, cioè quando i migranti sono utilizzati per destabilizzare l’Ue da Paesi terzi o da attori non statali ostili.
L’Italia e l’accordo sul Patto migranti
Molto soddisfatta la delegazione italiana che ha votato a favore dell’accordo sul regolamento sulle crisi, insieme alla maggioranza degli Stati membri.
In particolare, l’Italia ha vinto due battaglie sostenute dalla maggioranza: l’introduzione di un meccanismo di solidarietà obbligatoria e l’eliminazione di un passaggio che escludeva i salvataggi compiuti dalle navi Ong dalle possibili situazioni di strumentalizzazione dei flussi migratori da parte di Paesi terzi.
L’accordo sul Patto migranti è stato accolto con soddisfazione anche dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha dichiarato: “Sono contenta di essere riuscita a porre la questione. Quando noi non riusciamo a reggere i flussi migratori, in qualche modo il problema diventa di tutti. Questo è un principio che abbiamo sempre sostenuto e che ora viene riconosciuto a livello europeo. Ora bisogna lavorare per rendere operativo l’accordo e per garantire una gestione ordinata e controllata della migrazione, nel rispetto dei diritti umani e della sicurezza dei cittadini”.
Sulla stessa linea, il ministro degli Affari europei, le Politiche di Coesione, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto ha definito l’accordo “un cambio di passo dell’Unione europea nelle politiche di asilo e di immigrazione, un risultato importante che dimostra la capacità dell’Ue di trovare soluzioni condivise e di superare le divisioni che hanno caratterizzato il dibattito negli ultimi anni. L’Italia –ha sottolineato il ministro Fitto – ha svolto un ruolo attivo e costruttivo nel negoziato, facendo valere le proprie istanze e ottenendo risultati significativi”.
Anche la leader Pd Elly Schlein, sul tema fortemente contrapposta a Meloni, ritiene che nel nuovo Patto migranti firmato ieri ci siano “più luci che ombre”.
Le critiche
Le Ong, tra cui Amnesty International, Oxfam, Caritas e Save the Children, hanno criticato il patto, ritenendo che legalizzi gli abusi alle frontiere e causi più morti in mare con riferimento alle misure che rendono più facile l’espulsione di chi arriva da pesi ritenuti sicuri, prevedono il finanziamento di misure repressive nei paesi di partenza e introducono la sorveglianza biometrica.
Forti critiche sono arrivate anche dai parlamentari della sinistra europea, che hanno definito l’accordo come “il più drastico inasprimento delle leggi europee sul diritto di asilo” e “un sogno diventato realtà per i populisti di destra”.
Secondo il nuovo regolamento i migranti che non soddisfano le condizioni per entrare nell’Ue saranno soggette a una procedura di screening pre-ingresso, che comprende l’identificazione, la raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza, per un massimo di sette giorni. Verranno comunque “prese in considerazione” le esigenze specifiche dei bambini e ogni Stato membro avrà un meccanismo di monitoraggio indipendente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali. Il regolamento sulle procedure di asilo, inoltre, stabilisce una procedura comune in tutta l’Ue per concedere e revocare la protezione internazionale, sostituendo le diverse procedure nazionali.
Critiche arrivano anche dall’Ungheria, ma con motivazioni diametralmente opposte: il governo ungherese “respinge con forza” l’accordo raggiunto e contesta il meccanismo di solidarietà obbligatoria, come ha dichiarato il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, aggiungendo: “Non lasceremo entrare nessuno contro la nostra volontà”.
L’accordo dovrà ora essere ratificato sia dall’Eurocamera che dal Consiglio dell’Ue prima di entrare in vigore.
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