Mashco Piro, una delle ultime tribù isolate dal mondo
Chi sono i Mashco Piro, la tribù indigena le cui immagini stanno impazzando sul web?
Martedì 16 luglio, l’organizzazione non governativa Survival International ha pubblicato alcune foto rare dei Mashco Piro, una delle ultime tribù che vive senza contatti con altri esseri umani. Questa popolazione indigena di cacciatori-raccoglitori vive nell’Amazzonia peruviana e ha mantenuto uno stile di vita isolato per centinaia di anni, con pochissimi contatti con il mondo esterno. Secondo l’Ong, i Mashco Piro non comunicano molto nemmeno con le tribù vicine.
Di questa comunità indigena si conosce solo un’altra immagine catturata nel settembre del 2007 da un gruppo di ecologisti in volo con un elicottero sopra il parco nazione dell’Alto Purús. Il gruppo possiede degli accampamenti vicino al fiume Las Piedras vicino al confine tra Perù e Brasile.
Le immagini diffuse ritraggono alcuni membri della tribù vicino al fiume Madre de Dios, nella regione sudorientale del Perù, al confine con il Brasile. Negli ultimi giorni, una sessantina di Mashco Piro sono stati avvistati nei villaggi di Monte Salvado e Puerto Nuevo, abitati dagli Yine, un’altra popolazione indigena con una lingua simile a quella dei Mashco Piro.
Mashco Piro, una questione di sostenibilità
Le foto diffuse da Survival International e il video diffuso da Reuters sono una rarità perché i Mashco Piro tendono a rimanere entro le loro aree tradizionali, tra due riserve naturali nella regione di Madre de Dios. A rendere possibile queste testimonianze è stato l’istinto di sopravvivenza che ha costretto alcuni membri della tribù a spostarsi per cercare cibo, ma anche per fuggire dalle attività delle società di estrazione del legname. Una spinosa questione di sostenibilità ambientale e umana sorta dopo che il governo peruviano ha dato l’autorizzazione per operare in aree vicine ai territori dei Mashco Piro, mettendo a rischio la loro sopravvivenza.
Secondo Survival International, le attività di taglio del legno minacciano gravemente i Mashco Piro, causando la distruzione della loro foresta e aumentando il rischio di incontri indesiderati con i taglialegna, oltre alla diffusione di malattie. Tra l’altro, non avendo mai avuto contatti significativi con il mondo esterno, Mashco Piro sono estremamente vulnerabili a virus e microbi che potrebbero persino sterminarli.
Azioni di sensibilizzazione e proteste
L’Ong ha lanciato una raccolta firme via email per sensibilizzare il Forest Stewardship Council (FSC) sulla situazione, chiedendo di ritirare la certificazione di sostenibilità alla compagnia Canales Tahuamanu, che opera in quell’area.
L’eventuale ritiro della certificazione FSC, che dovrebbe garantire una gestione responsabile delle foreste, inverebbe un messaggio chiaro sia alla compagnia che al governo peruviano, sottolineando la volontà e la necessità di fermare le attività di taglio del legno per proteggere la tribù indigena.
Già in passato, il Forest Stewardship Council, fondato nel 1993 con la partecipazione di aziende come Ikea, è stato più volte criticato dagli ambientalisti. L’ente è accusato di rilasciare certificazioni poco attendibili basate su ispezioni programmate eseguite da società terze pagate dalle aziende stesse. La questione è particolarmente accesa in quei Paesi che presentano leggi forestali particolarmente permissive
L’appello delle organizzazioni indigene
Alfredo Vargas Pio, presidente dell’organizzazione non governativa peruviana FENAMAD, ha accusato il governo peruviano di aver “svenduto” irresponsabilmente il territorio dei Mashco Piro ricordando che qualsiasi contatto con il mondo esterno potrebbe introdurre malattie devastanti per la tribù, che non ha difese immunitarie contro di esse.
Quante sono le tribù isolate nel mondo?
Si stima che esistano ancora circa cento tribù mai contattate al mondo, principalmente in Sud America, ma anche in Africa centrale e Nuova Guinea. Queste tribù hanno scelto o sono state costrette a vivere in isolamento per secoli, con rarissimi contatti con il resto della civiltà. I rari incontri con il mondo esterno non si sono mai tradotti in una contaminazione.
Nonostante l’etimologia del termine, la “globalizzazione” non ha toccato questi territori. Tanto che ai nostri occhi, abituati a società tecnologicamente sviluppate e culturalmente basate sulla contaminazione, queste tribù sembrano “fuori dal mondo”.
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