Troppo stress, negli Usa arriva il lama universitario, il rettore: “Presto altri lama in facoltà”
- 08/04/2024
- Mondo
Fonte: Profilo TikTok College of Liberal Arts Oregon
Giovani troppo stressati? Forse perché non hanno un lama vicino. A meno che frequentino il College Liberal Arts (Cla), nell’Oregon, l’università statunitense specializzata in arte che ha deciso di iscrivere l’alto e peloso Caesar alle lezioni per ridurre l’ansia e lo stress degli studenti.
Più che una sperimentazione, una certezza dato che entro il 2029 verranno introdotti nelle sedi del college altri esemplari di lama. Chiaramente, solo quelli che si aggiudicheranno la borsa di studio…
L’accordo con la fattoria
Il rettore del Cla Larry Rodgers ha deciso di iniziare una collaborazione con la fattoria Mystic Llama Farm, che prevede il graduale inserimento dei camelidi nelle lezioni e nei corridoi dell’istituto, fino a costituirne una vera e propria classe.
Il rettore Rodgers ha spiegato: “Il Cla non vede l’ora di diventare il leader nazionale dell’inclusione dei camelidi nell’istruzione superiore. E Caesar non sarà il solo, perché nei prossimi mesi annunceremo ben 25 borse di studio che permetteranno ad altri lama di entrare nelle nostre sedi entro il 2029”.
Per ora l’onore spetta a Caesar a cui verrà assegnata una laurea in Fiber Arts, il titolo di studio che permette di diventare un artista autodidatta e di lavorare con i tessuti.
E in Italia?
Se è vero che il lama fa diminuire lo stress e l’ansia, allora in Italia dovremmo farne il pieno.
Come riporta l’indagine condotta da Ipsos e promossa dal gruppo Axa e pubblicata in occasione della Giornata mondiale della salute 2023, l’Italia, insieme al Giappone, ha la più bassa percentuale di persone che avvertono uno stato di pieno benessere mentale (Flourishing): appena il 18% del campione, in calo rispetto al 20% registrato nell’indagine del 2022.
A pesare sul benessere mentale è soprattutto lo stress, il disagio mentale più diffuso a livello globale, avvertito dal 56% degli italiani: +8% rispetto all’ultima valutazione.
In Italia la consapevolezza sulla salute mentale sta crescendo, così come le misure per andare incontro alle persone in difficoltà, in primis il Bonus Psicologo 2024. Come evidenziato a ottobre scorso dalla Società italiana di Psichiatria (Sip), il Belpaese è l’unico al mondo ad abolito i manicomi e gli ospedali psichiatrici giudiziari. Non solo: “Ha un sistema assistenziale senza pari in Europa: 2,8 servizi territoriali per 100mila abitanti (media europea di 0,8), uno dei più bassi tassi di posti letto ospedalieri (circa 10 ogni 100mila abitanti), 7 volte inferiore alla media dei Paesi Ocse, la minor durata dei ricoveri (circa 10 giorni) e, soprattutto, il più basso tasso di ricoveri obbligatori (meno del 14% sul totale)”, come ha spiegato Bernardo Carpiniello, presidente del Consiglio delle Società europee di Psichiatria.
Eppure, la situazione rischia di peggiorare drasticamente con l’aumento delle patologie mentali da una parte, e la riduzione delle strutture, dall’altra.
“Siamo di fronte a un depauperamento continuo dei servizi pubblici e degli investimenti in salute mentale”, ha allertato la presidente Sip, Emi Bondi che ha aggiunto: “L’obiettivo del 10% della spesa del Fondo sanitario dedicata alla salute mentale, indicato dall’Europa, è lontanissimo, ma lo è anche lo standard minimo del 5% di spesa: dal 3,8% del 2018 al 2,75% del 2020. Una carenza che rischia di compromettere gravemente tutto il sistema”
Lo stress degli studenti
In questo scenario si inserisce lo stress provato dagli studenti italiani, vittime anche del calo demografico che impedisce di far sentire la loro voce.
Se fino a due decenni fa, i percorsi di studio e formazione erano tutto sommato lineari e davano delle garanzie, oggi non è più così. Infatti, come rivelato da un’indagine condotta dall’Osservatorio sull’Orientamento Scolastico di Skuola.net in collaborazione con Unioncamere, il 52% degli studenti italiani riconosce l’importanza di opportunità di specializzazione professionalizzante per aumentare le chance occupazionali, ma solo il 29% ritiene che volontà e determinazione siano sufficienti. Elementi che, per i loro genitori, erano più che sufficienti per inserirsi stabilmente nel panorama lavorativo con buoni guadagni e prospettive pensionistiche.
Sempre più giovani italiani sono spaventati davanti al futuro, e il loro “lavoro dei sogni” si scontra con le esigenze produttive che danno più spazio alla tecnica e alle materie Stem, escludendo gradualmente chi ha inclinazioni diverse.
Il 71% degli studenti di quinta superiore, secondo l’app di orientamento universitario thefaculty, è indeciso sul proprio futuro. Le cause includono la mancanza di conoscenza delle professioni, le pressioni familiari e lo stress decisionale legato alle molteplici opzioni disponibili:
- Percorso di orientamento: la mancanza di conoscenza sulle professioni presenti nel mondo del lavoro è una delle principali sfide per gli studenti. In un contesto in continua evoluzione, comprendere le attività e le competenze richieste in una determinata figura professionale diventa sempre più complesso;
- Pressioni familiari e aspirazioni realistiche: gentiori che spingono i loro figli verso carriere considerate “prestigiose” o “redditizie” possono influenzare le scelte degli studenti, anche a discapito delle loro reali aspirazioni e passioni;
- Stress decisionale: l’ampia gamma di opzioni disponibili nel mondo accademico può generare un senso di sopraffazione e stress decisionale tra gli studenti. La difficoltà nel prendere decisioni definitive è alimentata dalla paura di fare scelte sbagliate, portando a sentimenti di ansia e confusione.
Se l’attenzione si sposta sulla pensione, l’ansia e l’incertezza dei giovani aumentano a causa del calo demografico. La conferma arriva dall’Ocse: in Italia, un giovane che inizia a lavorare ora e ha 22 anni, rischia di vedere la pensione a 71 anni.
E a quel punto, forse, neanche i lama potranno tirare su il morale.
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