La Francia ha registrato il più basso numero di nascite dal 1994
- 04/08/2023
- Mondo
Anche in Francia sale la preoccupazione per l’inverno demografico. Secondo uno studio dell’Insee, l’omologo francese del nostro Istat, la natalità è calata (in proporzione) del 7% nel primo semestre 2023 rispetto ai dati registrati nel 2020 pre-pandemia.
Si tratta del livello più basso registrato dal 1994, primo anno di riferimento per le statistiche francesi. Nel 2022 in Francia si è registrato un tasso di fertilità di 1,8 figli per donna. Secondo l’Insee, questo calo si spiega anche con la diminuzione del numero di donne in età fertile. Dal 2015 è iniziato un costante calo del tasso di fertilità, che era oscillato intorno a 2 figli per donna tra il 2006 e il 2014.
I dati del primo semestre 2023 non sono positivi: tra gennaio e giugno sono nati 314.000 bambini, appena 1.000 in più dei decessi (313.000) e già il 2022 aveva segnato un record minimo, paragonabile alla situazione dell’immediato dopoguerra (1946). Eppure, gli esperti dell’Ined (Istituto Nazionale di Studi Demografici), intervistati da France Info, rifiutano di lanciare l’allarme in questa fase e sostengono che non si tratti di un declino irreversibile.
Le possibili cause dell’inverno demografico in Francia
Appare un po’ meno ottimista il direttore dell’Ined Laurent Toulemon, secondo cui la causa principale del calo demografico francese è la situazione economica, caratterizzata da un’alta disoccupazione giovanile e dal precariato diffuso. “Il calo della fecondità dei giovani è stato del tutto concomitante con la precarizzazione del mercato del lavoro”, spiega Toulemon, aggiungendo che l’avvenire incerto preoccupa i potenziali futuri genitori anche in Francia, un Paese la cui natalità è tradizionalmente forte rispetto a quella di altri grandi Paesi europei.
La matrice economica non è l’unica nel mirino degli esperti. “Il Covid ha spinto le coppie a rinviare i loro progetti famigliari. Ma dopo la crisi sanitaria, la guerra in Ucraina e la minaccia nucleare hanno anche contribuito a spaventare i francesi”, spiega Didier Breton, ricercatore all’Ined, citato da Les Echos.
Il calo delle nascite non coinvolge allo stesso modo tutto il territorio francese. I dati peggiori si registrano nella regione meridionale dell’Occitania, che ha registrato un calo dell’11%. Anche l’Île-de-France, che ospita la capitale Parigi, ne risulta colpita mentre nei territori d’oltremare si registra ancora un aumento delle nascite, in particolare per l’apporto dell’isola di Mayotte.
Il calo delle nascite e il sistema pensionistico francese
Tiene banco il sistema pensionistico francese che, come in Italia, è “A retribuzione” o “Pay as you go”: le pensioni erogate sono finanziate dai contributi di chi è in servizio in quel momento, non da quelli versati dal pensionato durante i suoi anni di lavoro (detto sistema “Fully funded” o “A contribuzione”).
Anche Oltralpe l’aumento della speranza di vita (in Italia pari a 82,7 anni, in Francia pari a 82,4 anni secondo i dati Eurostat 2021) unito al calo demografico rischia di creare un mix letale.
Se nel 1990 la Francia contava quattro persone fra i 20 e i 64 anni per ogni over 65, nel 2018 questo rapporto era già sceso da 4 a 2,9, con il risultato che molti meno attivi devono finanziare un numero crescente di pensionati. Gli ultimi dati demografici non fanno pensare a un’inversione di tendenza.
Questa situazione amplifica la distorsione del sistema pensionistico Pay as you go, confermata anche dagli economisti. Il sistema retributivo, infatti, rischia di intrappolare i pensionati del futuro in una trappola demografica come dimostrato dalla tanto contestata riforma delle pensioni targata Macron.
Per questo gli esperti definiscono un sistema di first best, ovvero la soluzione ottimale, il sistema Fully funded, dove l’importo e la durata della pensione di ciascuno dipendono dai contributi versati. Senza una inversione di tendenza, forse l’innalzamento dell’età contributiva non sarà più sufficiente.
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