Giornata Mondiale del Benessere Sessuale, a che punto siamo?
- 04/09/2024
- Mondo
Ogni 4 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Benessere sessuale (in inglese, World Sexual Health Day). Istituita nel 2010, dalla World Association for Sexual Health (WAS) la Giornata mondiale dedicata alla salute sessuale è un tentativo di promuovere una maggiore consapevolezza sociale sulla prevenzione e consapevolezza in tutto il mondo.
Ma a che punto siamo? Scopriamolo insieme.
Salute e benessere sessuale
Il benessere e la salute sessuale non se la passano proprio bene. A confermalo sono le recenti ricerche e sondaggi che mettono in luce un panorama complesso e ancora troppo disinformato. Nell’ultima survey di MySecretCase con Serenis, è emerso che un intervistato su due (il 54,2% per la precisione) non è soddisfatto della propria vita sessuale. Un dato che si aggiunge a quello che vedrebbe l’84% delle persone coinvolte credere che il problema risieda nella salute mentale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha acceso i riflettori anche su una problematica che coinvolge sempre più i giovani: l’uso (e non) dei preservativi. In pochi anni la percentuale di adolescenti sessualmente attivi che hanno usato il preservativo è scesa dal 70% al 61% tra i ragazzi e dal 63% al 57% tra le ragazze.
Quasi un terzo degli adolescenti ha dichiarato di non aver usato né il preservativo né la pillola contraccettiva nell’ultimo rapporto. Un dato che spesso porta a derive sconcertanti, quali challenge pericolose che si diffondono online (come la sex roulette) o un aumento delle malattie sessualmente trasmissibili.
Il report Health Behaviour in School-aged Children ha coinvolto oltre 242.000 quindicenni in 42 Paesi di Europa, Asia centrale e Canada dal 2014 al 2022, dimostrando che si tratta di un fattore legato ad una generazione, indipendentemente dalla provenienza, cultura o reddito familiare.
E se salute mentale e protezione sono i segreti per il benessere sessuale, c’è chi sostiene che è nelle scuole e in famiglia il problema. Una carenza di “educazione all’affettività” e i tabù e l’imbarazzo prevalgono sulla scelta di trattare sistematicamente la questione.
Educazione all’affettività e consapevolezza
Per il 43% degli adolescenti, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale, il modo di sottrarsi lo può trovare. Il 29% degli adolescenti intervistati, inoltre, ritiene che le ragazze possano contribuire a provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire o di comportarsi. Il 30% crede che la gelosia sia segno d’amore.
Questo è quanto è emerso dall’indagine di Save the Children realizzata in collaborazione con Ipsos e pubblicata nel rapporto “Le Ragazze Stanno Bene? Indagine sulla violenza di genere onlife in adolescenza”.
Ma ancora più preoccupante è che tra le ragazze adolescenti che hanno avuto una relazione, quasi un quarto (24%) – circa 19 milioni – avrà subito violenza fisica e/o sessuale dal partner entro i 20 anni. L’Oms pubblicata su The Lancet Child & Adolescent Health, in diversi Paesi del mondo, segnala che quasi una su sei (16%) ha subito tale violenza nell’ultimo anno.
Webboh Lab, un osservatorio sulla Generazione Z nato dalla collaborazione tra Webboh e l’istituto di ricerca Sylla, insieme a Farmitalia, ha condotto una ricerca per analizzare le percezioni e conoscenze dei giovani italiani (14-17 anni) riguardo alla sessualità e contraccezione. Dai 500 partecipanti emerge che i giovani sono esposti a queste tematiche attraverso vari canali informativi e desiderano un’educazione sessuale più chiara e senza tabù.
Le principali fonti d’informazione sono amici (53,4%) e social media (46%), seguiti dalla scuola (43,2%) e dal web (40,4%), mentre famiglia e medici sono consultati meno frequentemente. Gli intervistati considerano l’educazione sessuale scolastica fondamentale, con enfasi su malattie sessualmente trasmissibili, relazioni, metodi contraccettivi e anatomia.
La survey rivela che il preservativo è il metodo contraccettivo più conosciuto (98,2%), seguito dalla pillola anticoncezionale (88,4%). La conoscenza della contraccezione d’emergenza è limitata, con l’86% che conosce la pillola del giorno dopo, ma solo il 41,8% quella dei 5 giorni dopo.
I giovani ritengono che l’educazione sessuale possa essere migliorata attraverso un maggiore coinvolgimento scolastico, servizi di consulenza, dialoghi con adulti e risorse online affidabili. La ricerca sottolinea la necessità di un approccio integrato all’educazione sessuale, coinvolgendo anche famiglie e consulenti.
I dati attuali mostrano che il benessere sessuale rimane una sfida complessa, con molte lacune informative e preoccupanti atteggiamenti tra i giovani. L’educazione sessuale, sia in famiglia che a scuola, necessita di essere potenziata e resa più efficace per affrontare questi problemi. Solo attraverso un approccio integrato e senza tabù possiamo sperare di migliorare la consapevolezza e la salute sessuale delle future generazioni.
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