Il Giappone e la sfida demografica delle case vuote
- 06/05/2024
- Mondo
Il Giappone si trova ad affrontare una sfida che mina le fondamenta della sua società ed economia: il proliferare delle case vuote. Con oltre nove milioni di abitazioni disabitate (akiya) sparse per il paese, il paese nipponico si trova di fronte a un’enorme problematica che continua a crescere in proporzione al declino demografico e all’invecchiamento della popolazione.
Negli ultimi 20 anni, il Giappone ha visto un aumento impressionante del numero di case abbandonate, con un aumento dell’80%. Questo fenomeno è stato alimentato da una serie di fattori interconnessi, tra cui il declino demografico nelle aree rurali, la migrazione verso le grandi città, e cambiamenti nella struttura familiare. Con una popolazione in diminuzione e una maggiore urbanizzazione, molte comunità rurali si trovano con un eccesso di alloggi non utilizzati, mentre le famiglie più piccole e i cambiamenti nei modelli abitativi portano a una diminuzione della domanda di abitazioni più grandi, lasciando molte case vuote e non sfruttate.
I dati recentemente pubblicati dal Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni delineano una realtà spietata: il numero di case vuote è aumentato di oltre mezzo milione rispetto al precedente sondaggio del 2018. Questo aumento allarmante riflette una crisi profonda che si radica nella depopolazione delle regioni rurali e nell’indifferenza verso la gestione e il destino delle proprietà ereditate.
L’impatto demografico
L’invecchiamento della popolazione giapponese e la depopolazione delle aree rurali sono fenomeni intimamente connessi che stanno plasmando in modo significativo il paesaggio demografico e sociale del Giappone moderno.
Con un’inversione demografica che vede un aumento della popolazione anziana e una diminuzione del tasso di natalità, il Giappone si trova di fronte a una situazione in cui un numero sempre maggiore di persone anziane muore o si trasferisce in strutture di assistenza a lungo termine. Questo lascia dietro di sé un’eredità di case vuote, contribuendo al fenomeno delle “akiya”. Nonostante gli sforzi del governo centrale e delle autorità locali, la gestione di queste proprietà disabitate rimane una sfida complessa e multifattoriale.
Le ragioni dietro questo accumulo di akiya sono diverse e complesse. Una percentuale significativa di queste proprietà è costituita da case ereditate, ma un numero ancora più grande di persone che ereditano queste case dichiara di non volerle gestire o demolire.
La depopolazione nelle regioni rurali è un’altra causa fondamentale di questo problema. Con il declino del tasso di natalità e il costante flusso migratorio verso le grandi città in cerca di opportunità di lavoro e istruzione, molte aree rurali si trovano ad affrontare un eccesso di case vuote. Questo esodo ha lasciato un vuoto demografico nelle campagne, con un numero crescente di abitazioni che rimangono disabitate e inutilizzate.
Ma la crisi delle case vuote non è confinata alle regioni rurali; anche le città sono colpite da questo fenomeno dilagante. La combinazione di un invecchiamento della popolazione e una mancanza di interesse nell’occupare, ristrutturare o demolire queste proprietà contribuisce all’aumento dell’abbandono delle case, con centinaia di migliaia di abitazioni disabitate che punteggiano gli skylines urbani.
Case vuote e abbandonate
Le case vuote e abbandonate rappresentano una sfida crescente per il Giappone, con conseguenze che si estendono ben oltre le cifre di un rapporto statistico. Attualmente, nel Paese del Sol Levante, si contano circa 9 milioni di akiya, termine che indica una casa senza residenti regolari. Di questi, ben 3,85 milioni sono classificate come hochi akiya, ovvero “case abbandonate“, che rappresentano il 5,9% di tutte le abitazioni in Giappone. Questo numero impressionante è in costante crescita, con un aumento di 36 milioni rispetto all’ultimo censimento del 2018 e un raddoppio rispetto al 1998.
L’aumento delle case abbandonate ha implicazioni significative per la sicurezza pubblica, l’economia locale e la coesione sociale. Le case abbandonate sono spesso vulnerabili ai danni strutturali, all’infestazione da parassiti e ad altri problemi, rappresentando una minaccia per la sicurezza dei residenti e la qualità della vita nelle comunità circostanti. Inoltre, il fenomeno delle case abbandonate ha un impatto diretto sull’economia locale, con meno fondi disponibili per la manutenzione delle infrastrutture e una diminuzione del valore immobiliare nelle aree colpite.
Mentre alcune di queste case potrebbero trovare un nuovo scopo tramite la vendita, l’affitto o la ristrutturazione, il numero di unità vuote senza un uso secondario è significativo, pari al 42,8% del totale. Questo fenomeno non riguarda solo le zone rurali, ma anche le città, dove la presenza di appartamenti e unità condominiali vuote rappresenta una preoccupazione crescente. Nel complesso, oltre 5 milioni di unità condominiali sono rimaste vuote, di cui quasi 847.000 sono state abbandonate, con un aumento dell’8,6% rispetto al 2018.
Le conseguenze di questo fenomeno sono complesse e richiedono soluzioni che vanno oltre la mera demolizione delle strutture. I governi locali stanno adottando varie misure per affrontare il problema, come tassare le proprietà abbandonate o fornire incentivi fiscali per la ristrutturazione. Tuttavia, le sfide rimangono, con molte case abbandonate che si trovano in aree dove la domanda residenziale è bassa e la mancanza di manutenzione ha reso molte di esse inabitabili senza significativi lavori di restauro.
Per affrontare questa situazione in continua evoluzione, il Giappone sta cercando di rafforzare le associazioni di gestione condominiale e di abbattere gli ostacoli alle ristrutturazioni. Tuttavia, il problema delle case vuote e abbandonate rimane complesso e richiede un impegno a lungo termine da parte di tutte le parti interessate, al fine di garantire una gestione sostenibile delle risorse abitative del paese.
Opportunità per gli investitori stranieri
C’è un crescente interesse tra gli stranieri per queste proprietà vuote, specialmente per le case tradizionali giapponesi conosciute come kominka. Queste possono essere viste come un’opzione per un alloggio unico ed economico, ideale sia per le vacanze che per il turismo. Sebbene possa sembrare un’opportunità allettante, sono molti i fattori da considerare. Innanzitutto, queste proprietà sono rimaste vuote per una ragione: di solito sono al di là del punto di utilizzo e richiedono notevoli lavori di ristrutturazione o addirittura la demolizione e la ricostruzione da zero. In altre parole, l’acquisto potrebbe sembrare economicamente vantaggioso all’inizio, ma richiederebbe un investimento significativo per renderlo abitabile.
Inoltre, acquistare proprietà immobiliari in Giappone, non garantisce alcun beneficio in termini di immigrazione. Possedere una casa nel paese del Sol Levante non conferisce automaticamente il diritto di risiedervi legalmente. È necessario avere un motivo legittimo per ottenere il permesso di soggiorno. Infine, se l’intento è quello di acquistare una proprietà per affittarla, è importante considerare che si dovranno pagare le relative imposte sulla proprietà e sul reddito generato dall’affitto.
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