Sexsomnia, cos’è il disturbo del sonno legato al sesso
- 06/05/2024
- Popolazione
C’è chi nel sonno parla, chi si alza e fa una passeggiata, chi ha spasmi improvvisi e chi soffre di un disturbo molto più imbarazzante o problematico: la ‘Sexsomnia’. Si tratta di una particolare forma di parasonnia caratterizzata da un’attivazione motoria specifica che dà luogo a comportamenti sessuali inappropriati e involontari. Nella sexsomnia, i soggetti dopo essersi addormentati praticano o tentano di impegnarsi in comportamenti o rapporti sessuali insoliti, senza esserne consapevoli o ricordare di averlo fatto il mattino successivo.
Questi comportamenti consistono sia nel masturbarsi che nel tentare un approccio sessuale con un partner che dorme nello stesso letto, o con un’altra persona che non è il partner abituale, ma con cui condividono in quel momento la stanza. Ma scopriamo insieme cosa accade, quali sono i sintomi e come si cura.
Una storia di sexsomnia
Nel 2005, Marco ha notato per la prima volta che sua moglie Anna (nomi di fantasia, nrd) aveva strani comportamenti durante il sonno. La donna cercava approcci sessuali anormali, almeno due volte in un mese. Al risveglio, però, raccontava di non ricordare assolutamente nulla di quanto accaduto. Le ci sono voluti cinque anni prima di capire di essere realmente affetta da qualche disturbo del sonno legato al sesso. Così ha cercato assistenza medica. La storia, raccontata da National Center of Biotechnology Information, ha messo in luce un problema sconosciuto fino a qualche anno fa. La donna, infatti, si è rivolta ai medici perché non riusciva a credere a ciò che suo marito le riportava il mattino seguente.
Secondo l’uomo, la 42enne, originaria del Brasile, la notte gemeva nel sonno e pronunciava nomi di altri uomini, di oggetti o frasi a contenuto sessuale che non era solita pronunciare durante il giorno. In alcuni episodi, sempre secondo il marito, si sarebbe anche masturbata. Questo tipo di disturbo del sonno, però, ha portato a conseguenze complesse nel rapporto dei due. La donna ha riferito di essersi svegliata nel bel mezzo del rapporto sessuale, al quale il marito aveva “ceduto” dopo insistenti sue richieste, sentendosi però un po’ abusata: dal suo punto di vista lui la forzava ad avere rapporti sessuali senza consenso durante il sonno. Dal canto suo, invece, l’uomo sosteneva di avere dei dubbi sulla fedeltà della donna, perché dai racconti che pronunciava mentre dormiva, apparivano altri uomini, tra i quali anche un collega. Un’altra motivazione che ha spinto la donna a rivolgersi ad un gruppo di esperti è stato l’episodio testimoniato da suo figlio di nove anni, che l’ha sentita gemere sessualmente ad alta voce durante il sonno.
Al momento della prima visita, la donna negò l’uso di farmaci o droghe oltre alle pillole contraccettive e non vi era alcuna storia pregressa di abuso di alcol. La 42enne, inoltre, lavora nel campo dell’informatica e ha raccontato di subire di un notevole stress sul lavoro, legato alle scadenze, e alla pressione da parte del suo capo di completare molte attività da sola in un breve periodo di tempo.
“Abbiamo eseguito uno studio video-polisonnografico sincronizzato (VPSG) di notte, monitorando continuamente il suo sonno tramite elettrooculogramma, elettromiografia delle regioni sottomentale e tibiale anteriore, le posizioni assunte a letto, russamento, flusso d’aria orale e nasale, sforzo respiratorio addominale e toracico, saturazione di ossigeno dell’emoglobina periferica ed elettrocardiogramma ad una derivazione”, hanno spiegato gli esperti che si sono occupati del suo caso. Dalle analisi è emerso che, inconsciamente, Anna vive una forma di insonnia/parasonnia con conseguente ricerca o messa in pratica di comportamenti legati alla sfera sessuale. Questo tipo di problema può avere ripercussioni coniugali e legali nei casi più gravi o in cui sono coinvolti minori. La sua diffusione non è nota a causa della rarità con la quale viene scoperto il fenomeno.
Uno studio del 2010 ha interrogato 1.000 adulti selezionati casualmente in Norvegia e ha scoperto che circa il 7% aveva sperimentato la sexsomnia almeno una volta nella vita, mentre quasi il 3% conviveva attualmente con questa condizione. “Ci sono alcune persone che intraprendono attività sessuali con il proprio partner, e questo non dà fastidio a nessuno dei due. Quindi è possibile che questo possa essere consensuale per alcuni”, ha detto Jennifer Mundt, assistente professore di medicina del sonno, psichiatria e scienze comportamentali presso la Feinberg School of Medicine della Northwestern University di Chicago. Ma non sempre è così.
Cause, sintomi e cura
I sintomi della sexsomnia variano a seconda della persona, ma la caratteristica di fondo di questa parasonnia è che una persona addormentata mostra comportamenti sessuali di cui non è consapevole. Questi comportamenti possono includere:
• Masturbazione
• Gemiti sessuali
• Movimenti sessuali
• Ricerca di attività sessuale
• Aggressività sessuale
• Violenza sessuale
La sexsomnia può manifestarsi insieme ad altre parasonnie, tra cui il sonnambulismo e il parlare nel sonno. Sembra essere fino a tre volte più comune negli uomini che nelle donne. Oltre ai comportamenti sessuali, i segnali più frequenti sono:
• Mancanza di risposta o reattività minima alla conversazione o all’ambiente
• Incapacità di svegliarsi
• Amnesia dei comportamenti sessuali una volta svegli
• Trauma ai genitali, spesso dovuto ad abrasione
Il fenomeno non va confuso con l’eccitamento notturno, molto più frequente, dovuto sia ad una risposta fisica al rilassamento del corpo, sia ad una più profonda entrata nella fase del subconscio e mondo onirico. Queto tipo di insonnia, invece, assume dei contorni più intensi e violenti.
Non sono chiare le cause che scatenano il fenomeno, ma pare che non tutta la sexsomnia sia collegata a una causa medica sottostante. Alcuni casi sembrano essere causati da fattori ambientali o legati allo stile di vita. La diagnosi è complessa perché chi manifesta i sintomi non sempre li segnala al proprio medico, per vergogna o perché associa il disturbo a diagnosi di insonnia già esistenti. Il trattamento prevedere la prescrizione di benzodiazepina o terapia anticonvulsivante. In Italia sono circa 13,4 milioni le persone che soffrono di disturbi del sonno, ma non ci sono numeri o stime precise su quanti siano coloro i quali manifestano questo particolare tipo di parasonnia.
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