Expo 2025, in Giappone è polemica sui bagni unisex
- 23/04/2025
- Mondo
Se decideste di visitare l’Expo che si sta tenendo proprio in questi giorni ad Osaka, in Giappone, potrebbe capitarvi di imbattervi in servizi igienici molto inclusivi. Circa il 40%, infatti, è “gender-neutral”: bagni aperti al pubblico senza tenere in considerazione il sesso biologico.
Iniziata il 13 aprile, l’Esposizione Universale di quest’anno ha deciso di dare il via alla rassegna di eventi, che termineranno il 13 ottobre 2025, con questa novità. Ma gli “all gender toilet” hanno attirato diversi pareri contrastanti e non poche perplessità. Scopriamo il perché.
Cosa sono i “bagni unisex” dell’Expo 2025
L’Associazione organizzatrice dell’Esposizione Universale di quest’anno ha motivato la decisione di introdurre servizi igienici “all gender” con lo scopo di allineare l’evento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Tale scelta segue quella precedente presa già alle Olimpiadi di Tokyo del 2021. In quell’occasione, lo Stadio nazionale del Giappone, sede dei Giochi, insieme all’aeroporto di Narita, aveva già installato servizi igienici di questo tipo.
Ma cosa si intende con questo termine?
Gli “all gender toilet”, anche chiamati bagni “gender neutral”, “unisex”, “misti”, o “gender free”, sono quei servizi igienici letteralmente accessibili a tutti. In sintesi, indipendentemente dal genere dichiarato o percepito, sono progettati per essere inclusivi. Secondo quanto riporta il sito dell’Associazione giapponese organizzatrice dell’Esposizione Universale 2025, sono circa 18 su 45 le aree con i servizi igienici progettati con questo scopo.
Perché i “gender neutral toilet” creano polemica
Già nel 2021 i bagni unisex delle Olimpiadi di Tokyo destarono una certa attenzione. Ma negli ultimi giorni, quelli di Osaka sembrano essere stati particolarmente soggetti a polemiche di varia natura.
Gihei Takahashi, professore emerito alla Tokyo University esperto di progettazione universale, ha affermato alla stampa locale che “se non si comprende appieno che questi bagni sono accessibili a tutti, anche quando c’è molta gente o si accompagna un bambino, le minoranze sessuali potrebbero trovarli difficili da usare. L’associazione dovrebbe concentrarsi sulla sensibilizzazione”.
A creare confusione, infatti, sembrerebbero essere i pittogrammi affisi alle porte dei servizi igienici unisex che – raffigurando sia donne che uomini – creerebbero un certo tipo di imbarazzo o confusione a chi non è a conoscenza di questa novità.
C’è chi invece trova tale scelta solo una mossa simbolica e non in linea con le scelte prese dal Giappone che, nei fatti, non riconosce attualmente le unioni civili tra persone dello stesso sesso.
L’iniziativa si inserisce in un contesto nazionale in cui le decisioni sui diritti Lgbtq+ avanzano a rilento. L’Expo 2025 con i suoi bagni unisex arriva a distanza di poche settimane da una sentenza dell’Alta Corte della stessa Osaka, città che oggi ospita l’evento, secondo la quale “il mancato riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso è incostituzionale”.
Il Giappone, infatti, è l’unico Paese tra le nazioni del G7 a non riconoscere legalmente le unioni tra persone dello stesso sesso. Nonostante l‘aumento delle azioni legali avviate negli ultimi sei anni da coppie omosessuali e l’ultima sentenza sopracitata che rappresenta il quinto pronunciamento che dichiara l’incostituzionalità del riconoscimento, nulla nei fatti è cambiato.
Il dibattito sui bagni neutri è diventato più acceso anche nel Regno Unito. Una sentenza della Corte suprema britannica ha infatti affermato che “la definizione legale di donna è riferita al sesso biologico”. La ministra dell’istruzione e sottosegretario di Stato alle Pari Opportunità Bridget Phillipson ha sottolineato al programma Today di Bbc Radio 4 che, rispetto al tema, “la sentenza è chiara: l’accesso alle prestazioni e ai servizi dovrebbe essere basato solo sul sesso biologico”.
E in Italia? Ad attirare l’attenzione lo scorso ottobre 2024 era stato il liceo Galilei di Trieste quando la dirigente scolastica Claudia Virili aveva deciso di istituire i bagni gender neutral in concomitanza alla risoluzione leghista approvata alla Camera contro l’”ideologia gender” nelle scuole.