Accordo Ue e Tunisia sui migranti, gli effetti sulla demografia europea
- 17/07/2023
- Mondo
Il Memorandum di intesa firmato ieri a Cartagine tra Ue e Tunisia punta ad avere risvolti importanti anche sul profilo demografico europeo. Tra i 5 pilastri fondanti dell’accordo figurano il “Progetto Erasmus” e la gestione dei flussi migratori.
“Il Team Europe è tornato a Tunisi. Un mese fa eravamo qui insieme per lanciare un nuovo partenariato con la Tunisia. E oggi lo portiamo avanti”, ha scritto su Twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, allegando al post delle foto insieme al presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, al premier olandese Mark Rutte e al presidente tunisino Kais Saied. Presente anche la premier tunisina Najla Bouden Ramadan.
Dopo settimane di confronto sulla questione migranti, ieri, 16 luglio, al palazzo presidenziale tunisino di Cartagine, vicino Tunisi, è stato firmato il Memorandum d’intesa per una partnership strategica e globale fra Unione europea e Tunisia.
I 5 pilastri dell’accordo sono:
– assistenza macroeconomica dell’Ue a Tunisi;
– rafforzamento dei legami economici;
– cooperazione sull’energia verde;
– promozione dei contatti tra le persone;
– migrazione
Fondamentali per la questione demografica sono i punti relativi alla promozione dei contatti tra le persone e alla migrazione.
Connessioni interpersonali e progetto Erasmus
Il primo pilastro elencato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen è quello delle “connessioni interpersonali”: l’Ue aprirà ai tunisini una finestra nel programma Erasmus+, del valore di 10 milioni di euro, per potenziare lo scambio di studenti.
Collegato a questo punto è la “Talent Partnerships” per offrire ai giovani tunisini l’opportunità di studiare, lavorare o formarsi nell’Unione europea.
I due binari del Memorandum sull’immigrazione
Il pilastro del Memorandum relativo all’immigrazione si muove su due binari: da una parte il contrasto ai trafficanti di essere umani e all’immigrazione clandestina, dall’altro la facilitazione della migrazione legale.
“Abbiamo bisogno più che mai di una cooperazione efficace”, ha dichiarato von der Leyen. Il presidente Saïed, che è al centro di polemiche per il mancato rispetto dei diritti umani verso i migranti sfollati sul suo territorio, dovrà adottare politiche volte all’inclusione e al rispetto dei diritti umani.
A conferma della crucialità di questo punto, il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni informa che “A Roma la prossima domenica, il 23 luglio, si terrà la conferenza internazionale sulla migrazione, Saied sarà uno dei protagonisti, parteciperanno poi diversi capi di Stato e di governo […] Sarà un nuovo passo per affrontare il tema della cooperazione in modo integrato”.
Gli effetti dell’immigrazione sulla demografia europea
L’ultimo rapporto Eurostat rileva che negli ultimi anni “La variazione naturale negativa (più morti che nascite) è stata superata dal saldo migratorio positivo […] e all’afflusso massiccio di sfollati dall’Ucraina che hanno ricevuto lo status di protezione temporanea nei Paesi dell’Ue, come conseguenza dell’invasione russa nel febbraio 2022”.
Secondo i dati dell’Istituto statistico europeo, nel 2050 gli europei dovrebbero essere 447 milioni, nel 2075 429 milioni, nel 2100 420 milioni. A preoccupare è l’invecchiamento della popolazione: nel periodo compreso tra il 2022 e il 2100 la percentuale della popolazione europea in età lavorativa dovrebbe diminuire, mentre gli anziani rappresenteranno una quota crescente della popolazione totale: le persone di età pari o superiore a 65 anni rappresenteranno il 31,3 % della popolazione europea entro il 2100, rispetto al 21,1 % del 2022. Per questo l’Ue vuole incentivare l’immigrazione (regolare) come stabilito nel Memorandum di Intesa con la Tunisia.
Nell’ottobre 2022, circa 99.000 richiedenti asilo hanno presentato in prima istanza domanda di protezione internazionale negli Stati membri dell’Unione Europea. Il dato, registrato da Eurostat, segna un +10% rispetto a settembre 2022. La crescita diventa ancora più significativa (+66%) nel confronto con ottobre 2021 (quasi 60.000 domande d’asilo).
Come sono distribuite le domande di asilo nei Paesi UE
Dall’inizio del 2022, la Germania è il Paese europeo con il maggior numero di richiedenti asilo in prima istanza. Il dato si conferma nell’ottobre 2022, quando dopo la Germania troviamo Austria, Francia, Spagna e Italia. Questi cinque paesi insieme rappresentano circa i tre quarti (76%) di tutti i richiedenti asilo per la prima volta nell’Ue.
Volgendo lo sguardo all’Italia, basti pensare che nel 2020, pur rappresentando i genitori stranieri residenti solo l’8,7% della popolazione, i nati con almeno un genitore straniero sono stati il 21,8% del totale dei nati, e quelli nati da genitori entrambi stranieri sono stati il 14,8% del totale.
Ad aprile Giorgia Meloni ha dichiarato che l’intenzione del governo non è risolvere il problema demografico con i migranti ma incentivando la natalità e il lavoro femminile. È indubbio, però, che siano tutti ingredienti necessari per contrastare la crisi demografica. Il Memorandum di Intesa firmato ieri con la Tunisia, e la conferenza internazionale sui migranti in programma per il 23 luglio a Roma ne sono una dimostrazione.
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