L’istruzione tecnico-professionale si riforma: il nuovo modello 4+2 è legge
- 01/08/2024
- Giovani
La riforma dell’istruzione tecnico-professionale ha ottenuto il via libera definitivo dalla Camera dei Deputati, segnando un momento cruciale per il sistema educativo e per il panorama economico italiano. Con un voto che ha visto 156 favorevoli, 97 contrari e 19 astenuti, il disegno di legge che introduce il nuovo modello educativo della filiera 4+2 ha finalmente assunto valore di legge. Questo cambiamento rappresenta un passo significativo verso un sistema educativo più integrato con le esigenze del mercato del lavoro, e riflette un impegno condiviso tra le istituzioni e le imprese.
Per il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si tratta di “un momento importante per il futuro dei ragazzi e del nostro sistema produttivo”. Secondo Valditara, la nuova filiera tecnico-professionale rappresenta un’opportunità per garantire una formazione di alta qualità che risponde alle esigenze del mercato del lavoro e delle imprese. Valditara ha inoltre sottolineato il valore dell’integrazione tra scuola e mondo del lavoro, una componente chiave della riforma, che ha trovato consenso anche durante il recente G7 Istruzione di Trieste.
La riforma mira a creare una filiera tecnico-professionale di alta qualità che permetta ai giovani di acquisire competenze teoriche e pratiche di elevato valore. Questa trasformazione non si limita ad aggiornare i programmi di studio, ma si impegna a garantire che le competenze acquisite siano direttamente applicabili e richieste nel mondo del lavoro.
Le novità del modello 4+2
Il cuore della riforma è il nuovo modello 4+2, che rappresenta una trasformazione significativa e strategica del sistema di istruzione tecnico-professionale italiano. Questo modello introduce un percorso formativo articolato e innovativo, mirato a colmare il divario tra il mondo della scuola e quello del lavoro, rispondendo alle esigenze emergenti dell’economia moderna e alle richieste specifiche delle imprese.
Nel dettaglio, il modello 4+2 prevede un ciclo iniziale di quattro anni di istruzione tecnico-professionale, che si svolge all’interno degli Istituti Tecnici e Professionali. Durante questi quattro anni, gli studenti acquisiscono una preparazione teorica e pratica solida, integrata da una didattica orientata alle competenze specifiche richieste dal mercato del lavoro. Il programma si caratterizza per un rafforzamento delle materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), un potenziamento delle competenze linguistiche e un’integrazione della didattica laboratoriale, che favorisce un apprendimento basato su esperienze pratiche e reali.
Il primo ciclo di formazione culmina con un diploma che ha valore equivalente a quello rilasciato dai percorsi liceali, ma con una preparazione maggiormente focalizzata sulle competenze tecniche e professionali. Questo diploma non solo consente l’ingresso diretto nel mondo del lavoro, ma anche l’accesso agli Istituti Tecnici Superiori (ITS Academy), che rappresentano la fase successiva del modello 4+2. Gli ITS Academy offrono un biennio di specializzazione avanzata, orientato a formare figure professionali altamente qualificate in settori chiave come la tecnologia, l’industria, la sostenibilità e l’innovazione.
In alternativa, il diploma quadriennale consente anche l’iscrizione all’università, offrendo agli studenti una maggiore flessibilità nella scelta del percorso educativo futuro e una preparazione che può essere ulteriormente ampliata attraverso studi superiori. Questa struttura permette agli studenti di orientare la propria formazione in base alle inclinazioni personali e alle opportunità professionali disponibili, rendendo il sistema educativo più versatile e adattabile alle esigenze individuali e del mercato.
Un aspetto innovativo del modello 4+2 è l’istituzione dei ‘campus’, reti educative che collegano istituti tecnici e professionali con gli ITS Academy e i centri di formazione professionale. Questi campus fungono da hub integrati, facilitando la collaborazione tra scuole e imprese e promuovendo un flusso continuo di aggiornamenti e feedback tra il sistema educativo e il mondo del lavoro. Attraverso i campus, gli studenti beneficiano di esperienze formative arricchite dalla partecipazione di esperti aziendali e dalla realizzazione di progetti concreti in collaborazione con le imprese locali.
La riforma prevede anche un potenziamento delle attività legate al territorio, con quote orarie riservate ad attività che rispondano alle esigenze specifiche delle comunità locali: un approccio che consente di allineare ulteriormente l’offerta formativa alle reali necessità del contesto socio-economico in cui gli studenti vivono e lavorano.
Infine, il modello 4+2 enfatizza l’importanza dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO), che saranno ulteriormente valorizzati attraverso esperienze di alternanza scuola-lavoro strutturate e monitorate. Questi percorsi mirano a integrare la formazione teorica con esperienze pratiche sul campo, preparando gli studenti a entrare nel mondo del lavoro con competenze immediatamente spendibili e una consapevolezza pratica delle dinamiche professionali.
Maggiore integrazione con il mondo del lavoro
Uno degli aspetti più innovativi della riforma è il rafforzamento del legame tra il sistema educativo e il settore produttivo. I nuovi percorsi formativi saranno arricchiti dalla partecipazione di esperti provenienti dalle imprese, che forniranno un contributo pratico e aggiornato, migliorano, così, non solo la qualità della formazione, ma aiutando anche a garantire che le competenze impartite siano effettivamente allineate con le esigenze del mercato del lavoro.
Inoltre, la riforma punta a potenziare lo studio delle materie STEM, delle lingue e delle competenze trasversali. Le attività didattiche saranno arricchite da laboratori e percorsi pratici, con particolare attenzione al collegamento con il territorio e le sue esigenze specifiche. Le istituzioni scolastiche avranno la possibilità di riservare ore di lezione per attività legate al contesto locale, promuovendo un apprendimento più contestualizzato e rilevante per le comunità in cui operano.
Reazioni e critiche
La riforma ha suscitato una varietà di reazioni da parte degli esponenti politici e degli esperti del settore. Maria Chiara Gadda di Italia Viva ha evidenziato l’urgenza di affrontare il problema della dispersione scolastica, particolarmente grave nel Sud Italia. Gadda ha criticato l’approccio prevalente che privilegia i percorsi universitari e liceali rispetto a quelli tecnico-professionali e ha chiesto un impegno concreto per garantire una efficace implementazione della riforma, sottolineando l’importanza di una sinergia tra istruzione e mondo del lavoro.
D’altra parte, Ilaria Cavo di Noi Moderati ha lodato il modello 4+2, considerandolo una risposta efficace alle sfide dell’era moderna, caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici e transizione ecologica. Cavo ha sottolineato la necessità di un’istruzione che prepari i giovani a una realtà lavorativa in continua evoluzione, e ha espresso fiducia nella capacità della riforma di colmare il divario tra le competenze richieste e quelle offerte.
Al contrario, Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra ha espresso forti riserve, accusando la riforma di promuovere un modello di istruzione superficiale e di ridurre il tempo scuola, non affrontando adeguatamente la dispersione scolastica. Piccolotti ha criticato la mancanza di risorse adeguate e la tendenza verso una formazione eccessivamente specializzata, che a suo avviso potrebbe compromettere una preparazione completa e critica degli studenti.
Valentina Grippo di Azione-Popolari Europeisti Riformatori ha manifestato delusione per la mancanza di una visione complessiva nella riforma e ha criticato la frammentazione dell’offerta formativa. Grippo ha accolto positivamente alcuni aspetti relativi agli ITS, ma ha chiesto un miglioramento dell’orientamento e un monitoraggio attento della sperimentazione.
Rosaria Tassinari di Forza Italia-PPE ha espresso soddisfazione per il provvedimento, considerandolo un passo fondamentale per riconoscere e valorizzare la formazione professionale. Tassinari ha lodato la riforma per il suo potenziale di migliorare l’integrazione tra formazione e lavoro, e ha sottolineato l’importanza di questo cambiamento per garantire opportunità adeguate agli studenti.
Antonio Caso del Movimento 5 Stelle ha criticato aspramente la riforma, accusandola di subordinare l’educazione alle esigenze delle imprese e di ridurre la scuola a un semplice addestramento lavorativo. Caso ha espresso preoccupazione per la mancanza di attenzione alla crescita personale e al pensiero critico, essenziali per un’educazione completa e liberatoria.
Infine, Giovanna Miele della Lega ha difeso con vigore il modello 4+2, sottolineando come esso risponda alle esigenze degli studenti e del mercato del lavoro. Miele ha criticato le opposizioni per non aver proposto soluzioni concrete e ha lodato la riforma per la sua capacità di rendere l’istruzione più pratica e orientata alla vita reale.
Con l’approvazione della riforma e l’introduzione del modello 4+2, il sistema educativo italiano si avvia verso una trasformazione significativa, con una sperimentazione già a partire dal prossimo anno scolastico. La riforma non solo migliora la qualità della formazione tecnico-professionale, ma allinea l’istruzione alle esigenze del mercato del lavoro, offrendo agli studenti strumenti concreti per affrontare le sfide future e contribuire alla crescita economica del paese.
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