Pornografia precoce e violenza, l’allarme del ministro Roccella
- 03/12/2024
- Giovani
L’idea di una “generazione perduta” fa sempre più capolino nelle narrazioni mediatiche, complici i dati allarmanti su bullismo, violenza giovanile e disagio psicosociale. Ma è davvero così? Durante la presentazione dei risultati della Commissione bicamerale sui minori, il ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, ha delineato un quadro più complesso, fatto di sfide ma anche di opportunità. Un affresco che intreccia l’emergenza educativa, l’alleanza scuola-famiglia e il bisogno di riscoprire i valori relazionali.
Allarme pornografia precoce
“L’esposizione precoce alla pornografia, che avviene a sei-sette anni, crea problemi non solo sull’idea delle relazioni uomo-donna, ma stimola atteggiamenti aggressivi e di violenza”, ha dichiarato Roccella, sottolineando come le famiglie e le scuole debbano stringere un’alleanza educativa. Il parental control, spesso sottovalutato o ignorato, emerge come uno strumento imprescindibile per arginare un fenomeno che si diffonde sempre più rapidamente.
Non si tratta solo di proteggere i più piccoli da contenuti inappropriati, ma di formare una coscienza critica capace di affrontare un mondo digitale ricco di insidie. Gli studi citati dimostrano come l’esposizione precoce a contenuti espliciti possa lasciare cicatrici profonde, alterando il modo di percepire le relazioni interpersonali e incrementando comportamenti aggressivi.
Solitudine e denatalità
Un’altra questione cruciale, secondo Roccella, riguarda la solitudine giovanile, fenomeno in crescita nei paesi del benessere, dove la denatalità riduce sempre più la presenza di fratelli e sorelle. “La quantità di figli unici crea il fenomeno della solitudine giovanile, non è più qualcosa che si sviluppa con il tempo: siamo figli unici”, ha spiegato il ministro.
La mancanza di una rete familiare ampia priva i giovani di un primo “laboratorio” di socializzazione, lasciandoli spesso soli davanti alle difficoltà. Tuttavia, questa solitudine non è solo materiale, ma anche emotiva, figlia di un benessere che, paradossalmente, ha impoverito le relazioni.
La speranza come antidoto al disagio
Nonostante il quadro apparentemente cupo, Roccella invita a non cadere nella trappola del pessimismo. “Sui giornali prevalgono i dati di cronaca, è normale, ma raccontiamo un’adolescenza come fosse una generazione perduta, e non è così”, ha affermato. Citando iniziative come il concorso di video contro la violenza promosso con il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, Roccella ha messo in luce l’enorme potenziale creativo e valoriale delle nuove generazioni. Tra i lavori premiati, alcuni affrontavano temi complessi come il perdono e l’amicizia, dimostrando che, al di là dei fenomeni di disagio, esiste una generazione capace di sperare e di costruire.
La chiave per invertire la rotta, secondo il ministro, è nel ricostruire una rete educativa solida che coinvolga famiglia, scuola e istituzioni. Servono strumenti concreti, come il parental control, ma anche un dialogo aperto e inclusivo. L’educazione non può più essere delegata a singoli attori: è necessario un approccio corale, capace di abbracciare la complessità del mondo contemporaneo.
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