“Popolo di (aspiranti) influencer”, chi sono i nuovi minorenni
- 05/02/2024
- Giovani
La presenza sempre più massiccia dei minori su Internet rappresenta una sfida crescente per genitori, educatori e istituzioni. I minori sono sempre più coinvolti nella sfera digitale, secondo i dati della rilevazione condotta dal Moige – Movimento Italiano Genitori, in collaborazione con l’Istituto Piepoli. L’analisi del rapporto dei minori con la tecnologia, l’intelligenza artificiale e il cyber risk ha evidenziato tendenze allarmanti. L’indagine, condotta nel 2023 e presentata alla vigilia del Safer Internet Day 2024, evidenzia il crescente coinvolgimento dei minori in attività online, con particolare attenzione alla creazione di canali personali e alle relazioni con utenti sconosciuti.
I risultati della ricerca coinvolgono 1.788 studenti delle scuole medie e superiori, evidenziando che il 35% dei minori accetta richieste di amicizia da parte di utenti sconosciuti, con il 20% che ammette di averli incontrati di persona. Questo comportamento, sebbene rischioso, sembra essere sottovalutato dagli stessi giovani. Il 81% dei partecipanti ha contatti nella rubrica del telefono con persone mai incontrate personalmente, con il 14% di essi che ha meno di 15 anni.
Influencer in erba
Il direttore generale del Moige, Antonio Affinita, ha sollevato una preoccupante tendenza emergente tra i minori, identificandoli come un “popolo di (aspiranti) influencer“. Affinita sottolinea come la visibilità online, il numero di follower e le interazioni virtuali siano diventati elementi centrali nella vita digitale dei giovani. Questa ricerca di popolarità, tuttavia, si traduce spesso in un abbassamento della guardia, come evidenziato dai dati che indicano una presenza online sempre più massiccia tra i minori.
Un aspetto particolarmente rilevante è il crescente numero di minori che aprono canali personali online (il 26%, oltre 1 su 4; nel 2022 era il 22%, nel 2020 il 19%), condividendo dettagli intimi della propria vita attraverso video, tutorial, e foto, raccontando la propria vita, anche facendo live streaming, e accettando richieste di amicizia anche da sconosciuti. Affinita sottolinea l’importanza di un coinvolgimento più attivo da parte dei genitori, delle istituzioni e degli operatori tecnologici, non solo per limitare l’accesso a contenuti inappropriati e illegali, ma anche come guida educativa. Tale coinvolgimento mira a sviluppare una consapevolezza approfondita dei rischi digitali, indicando ai giovani i comportamenti da adottare per navigare in modo sicuro e responsabile nella sfera online.
Informazione e fiducia online
Il rapporto del Moige rivela una serie di comportamenti a rischio tra i minori nell’ambito delle interazioni online. Nonostante l’88% dei minori intervistati affermi di avere più amici nel mondo reale, emerge che oltre un terzo di essi (35%) accetta richieste di amicizia o contatto da parte di utenti sconosciuti, con un aumento rispetto al 30% registrato nel 2022. Ancora più preoccupante è il fatto che il 20% dei minori ammette di aver incontrato di persona tali utenti sconosciuti, un comportamento che il Rapporto del Moige giustamente identifica come a rischio e sottovalutato dai minori.
Un altro aspetto rilevante è l’aumento dei minori che condividono foto personali online, passando dal 7% nel 2022 al 9% nel periodo attuale. La preoccupazione aumenta quando si considera che il 6% di coloro che hanno ammesso di averlo fatto ha meno di 15 anni. Questi dati evidenziano la necessità di una maggiore consapevolezza e supervisione riguardo all’attività online dei minori, specialmente considerando la loro giovane età.
L’importanza delle fonti di informazione è sottolineata nel rapporto, rivelando che il 22% dei minori intervistati considera Internet come l’unica fonte di informazioni, mentre il 78% si rivolge anche ad altre fonti. Tuttavia, solo il 47% si rivolge ai propri genitori o altri adulti di fiducia, evidenziando un cambiamento nel rapporto genitori-figli o insegnanti-studenti. Questo suggerisce la necessità di rafforzare la comunicazione e la fiducia tra gli adulti e i minori, promuovendo un ambiente in cui i giovani si sentano confortevoli nell’affrontare tematiche legate alla sicurezza online con figure di riferimento affidabili.
Bullismo e cyberbullismo
I dati presentati nel rapporto del Moige svelano una triste realtà persistente in cui il bullismo e il cyberbullismo sono ancora diffusi tra i giovani. L’8% degli intervistati ammette di utilizzare regolarmente foto o video per deridere qualcuno, registrando un preoccupante trend di crescita: dal 6% nel 2022 al 5% nel 2019. Un ulteriore 17% dichiara di farlo raramente, ma ammette di averlo fatto almeno una volta.
Il 45% degli intervistati ha dichiarato di essere stato vittima di almeno una forma di prepotenza. Nel 34% dei casi, si è trattato di violenza verbale, come insulti e offese, nel 26% di violenza psicologica, inclusi pettegolezzi negativi e esclusione dal gruppo, mentre il 6% ha subito violenza fisica, come calci e pugni. Il 6% ha riferito casi di cyberbullismo, come gogna mediatica e condivisione di contenuti personali.
Un aspetto preoccupante è la mancanza di consapevolezza tra i giovani sulle conseguenze delle proprie azioni online. Il 77% ritiene che il proprio comportamento online sia corretto, mentre il 23% non si è mai interrogato su questo aspetto. La confusione su cosa costituisca bullismo e cyberbullismo è ancora diffusa, con il 25% dei giovani poco o per nulla consapevole del fatto che tali comportamenti possono configurare reati penali.
Il contesto sociale online sembra influenzare negativamente il fenomeno, poiché la mancanza di controlli e tutele sui social media incide in modo negativo sul bullismo, con l’18% degli intervistati dichiarando che la mancanza di controlli incide “molto” e il 42% “abbastanza”.
Filtro anti-porno e intelligenza artificiale
Il rapporto del Moige mette in evidenza alcune considerazioni significative riguardo all’utilizzo dei filtri di navigazione e all’adozione dell’intelligenza artificiale tra i minori.
Per quanto riguarda i filtri di navigazione anti-porno, nonostante il 67% dei partecipanti li valuti come abbastanza o molto utili, il 49% dei minori intervistati naviga abitualmente senza filtri anti-porno, e solo l’8% li utilizza raramente. Questi dati indicano una bassa adozione di misure di sicurezza online tra i minori, suggerendo che, nonostante la consapevolezza dell’esistenza di tali strumenti, c’è ancora una carenza nell’effettivo utilizzo da parte dei genitori o dei minori stessi.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) è un altro aspetto analizzato nel rapporto. Il 48% dei minori dichiara di utilizzare l’IA sempre o spesso, e la maggioranza vede l’IA come uno strumento valido per l’apprendimento, la risoluzione dei problemi e il miglioramento generale dell’istruzione. Tuttavia, emerge anche una sfida: il 23% degli studenti ha sperimentato situazioni in cui l’IA ha fornito informazioni errate o inesatte. Ciò solleva questioni sull’affidabilità e sulla precisione delle tecnologie basate sull’IA.
Per quanto riguarda la percezione dell’IA e della privacy, solo il 25% ritiene che possa influenzare negativamente la propria privacy. Questo potrebbe indicare una scarsa consapevolezza tra i minori riguardo alle potenziali implicazioni sulla privacy associate all’utilizzo dell’IA. Inoltre, nonostante il dibattito pubblico sulle implicazioni etiche e sociali dell’IA, solo il 38% degli intervistati crede che l’IA abbia un ruolo molto o abbastanza importante nella propria vita.
Complessivamente, questi risultati mettono in luce la necessità di un maggior coinvolgimento e dialogo tra genitori, educatori e minori per promuovere un uso consapevole e sicuro delle tecnologie digitali, comprese le misure di sicurezza online e la comprensione delle implicazioni dell’IA sulla privacy.
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