I giovani abbandonano lo sport, colpa dei modelli social: “Sono inadeguato”
- 26/10/2023
- Giovani
Guardano i social, si confrontano con gli influencer del fitness e si sentono inadeguati. Risultato: lasciano lo sport. Sempre più teenager sono ‘vittima’ di questa dinamica, al centro di una ricerca della Nemours Children’s Health presentata durante la National Conference & Exhibition dell’Accademia americana di pediatria (APP). Secondo studi precedenti, riporta l’analisi, il 70% dei bambini americani abbandona lo sport entro i 13 anni, ed entro i 14 anni le ragazze registrano una percentuale doppia rispetto ai ragazzi.
Il fenomeno dell’abbandono dello sport durante le superiori può avere diverse cause, ma i ricercatori della Nemours Children’s Health si sono concentrati sull’impatto dovuto agli stili di vita, alla propria immagine corporea e ai pregiudizi di genere (le femmine praticano sport meno dei maschi a ogni età e smettono di più durante l’adolescenza).
L’analisi si è svota intervistando 70 sportivi, attuali o passati, tra 8 e 18 anni, frequentanti organizzazioni atletiche locali o provenienti da cliniche di medicina sportiva, per cercare di capire i fattori alla base del ‘disamoramento’ giovanile verso l’attività fisica. Le risposte sono state:
• pessima immagine di sé in confronto a quanto si vede sui social media
• problemi legati all’allenamento
• pressione competitiva
Immagine di sé, scarsa autostima e attività fisica
In particolare, gli esperti hanno trovato una correlazione significativa tra il tempo trascorso davanti ai social, l’attività fisica e come viene percepita la propria immagine corporea. In senso negativo: molti intervistati infatti affermano di aver abbandonato lo sport perché si sentono inadeguati, sia per quanto riguarda le prestazioni sia per il loro aspetto in confronto a quello degli atleti che vedono sui media e sui social. Chi era meno sicuro delle proprie capacità atletiche si classificava come “meno in forma” rispetto all’idea percepita di come dovrebbe essere un atleta. E sono soprattutto le ragazze a smettere lo sport a causa della pressione competitiva.
“L’immagine corporea negativa e la scarsa autostima influenzano l’attività fisica in modo simile alla scarsa percezione delle abilità”, spiega l’autrice principale dello studio, Cassidy M. Foley Davelaar, del Dipartimento di ortopedia e medicina dello sport di Nemours Children’s Health, professore associato all’University of Central Florida College of Medicine e medico della Us Tennis Association.”I genitori – prosegue – devono sapere cosa spinge i bambini a abbandonare lo sport in modo da poter sostenere la salute fisica e mentale dei loro figli”.
Confrontarsi con modelli spesso irrealistici, tra le altre cose perché frutto di ritocchi e filtri, quindi di fatto irraggiungibili, porta facilmente a sviluppare un’immagine di sé scarsa, percepita come ‘inferiore’. E’ notizia di questi giorni che 41 Stati Usa hanno fatto causa a Meta, accusando il gigante tech di adottare meccanismi manipolatori che creano dipendenza negli utenti più giovani. Le cause sono il risultato di un’indagine avviata nel 2021 sulle conseguenze per la salute dei minori delle politiche adottate da Meta. Nel 2021 fu anche rivelato il contenuto di un rapporto in cui si mostrava come Instagram peggiorasse i casi di disturbi alimentari tra le giovani utenti.
Giovani e sport in Italia
In Italia le cose non sembrano diverse. Gli italiani sono di fatto un popolo di sedentari, e i giovani non sono da meno: secondo i dati del primo Osservatorio Valore Sport, realizzato dal The European House-Ambrosetti, l’Italia è il quarto Paese Ocse più sedentario tra gli adulti e il primo tra i bambini .
Dai dati Istat, nel 2021 il 39,8% degli uomini ha praticato sport in modo continuativo o saltuario contro il 29,6% delle donne, anche se questo gap negli ultimi anni si va riducendo. Allo stesso tempo, è crollata dal 51,3% al 36,2% la pratica sportiva continuativa tra i giovani di 3-17 anni, ed è conseguentemente aumentata la sedentarietà, dal 22,3% al 27,2%.
La Foce (Federazione degli Oncologi, Cardiologi ed Ematologi) conferma: in Italia solo l’8,2% degli adolescenti svolge almeno un’ora al giorno di attività fisica moderata-intensa, contro il 10% del pre-pandemia, in pratica la metà della già bassa media internazionale che è pari al 19%.
Social e salute mentale nei ragazzi
I social impattano sulla salute mentale delle persone, in particolare su quella dei giovani che sono più vulnerabili agli stimoli e ai messaggi tossici veicolati da molti canali. Se ne parla anche da noi: uno studio della Società italiana di Pediatria (Sip), pubblicato sull’International Journal of Environmental Research of Pubblic Health, ha evidenziato come moltissime ricerche abbiano messo in luce la correlazione tra social e benessere psichico. Più i ragazzi usano i social, più aumenta per loro il rischio di sviluppare sintomi depressivi, distorsione della percezione del proprio corpo, ridotta attività fisica, problemi legati all’alimentazione, alla sessualità e addirittura alle carie dentali.
La pandemia ha contribuito a ingigantire il fenomeno, a cui hanno dato il nome di ‘depressione da social’, non solo per il carico di ansia che ha portato: a causa dei lockdown e dell’isolamento, i giovani hanno aumentato le ore davanti ai vari device e quindi sono stati sempre più esposti a pubblicità di cibo spazzatura, al cyberbullismo, a modelli irraggiungibili e a messaggi negativi.
Con effetti anche sulla pratica sportiva giovanile che, come ricorda Cassidy M. Foley Davelaar del Nemours Children’s Health, ha una grande importanza perché “prepara i bambini ad abitudini sane per tutta la vita, migliorando la forma cardiovascolare, la forza e la resistenza muscolare e il raggiungimento di un peso sano”.
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