Bassa istruzione e giovani Neet: l’Italia che non ti aspetti
- 27/06/2024
- Giovani
In un panorama nazionale che vede molte città impegnate a contrastare la povertà educativa e a incentivare l’occupazione giovanile, Palermo e Napoli si trovano in una situazione critica, emergendo come le città con i livelli più alti di bassa istruzione e di giovani che non studiano né lavorano (NEET – Not in Education, Employment or Training). Questi dati, presentati dall’Istat alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie, offrono uno spaccato preoccupante che richiede interventi urgenti e mirati.
I dati preoccupanti di Palermo e Napoli
A Palermo, il 5,1% della popolazione tra i 15 e i 52 anni non ha conseguito la licenza di scuola media, mentre il 32,4% dei giovani rientra nella categoria dei NEET. Napoli registra valori ancora più alti, con il 5,9% di persone senza licenza media e il 29,7% di NEET.
La percentuale siciliana, già di per sé significativa, diventa ancora più allarmante quando si analizzano le zone più colpite della città. Quartieri come Tribunali-Castellammare, Palazzo Reale – Monte Di Pietà, Oreto-Stazione, Settecannoli e Brancaccio-Ciaculli mostrano valori che superano il 7%. La situazione diventa ancor più critica quando si esamina il fenomeno dei giovani NEET, che a Palermo raggiunge il 32,4%. Le aree più colpite includono il quartiere centrale di Palazzo Reale – Monte Di Pietà, con un impressionante 52,2% di giovani che non studiano né lavorano, e i quartieri periferici di Brancaccio-Ciaculli (45,3%) e Pallavicino (41,8%).
Napoli presenta una situazione altrettanto preoccupante, con il 5,9% della popolazione tra i 15 e i 52 anni senza licenza media e il 29,7% di giovani NEET. La città appare divisa in due aree distinte: la parte centro-orientale, caratterizzata da alti livelli di bassa istruzione e di giovani disoccupati e non impegnati in percorsi formativi, e la parte centro-occidentale, dove si concentra una popolazione più istruita e attiva.
Nei quartieri centrali di Napoli, come Pendino e Mercato, la percentuale di persone con bassa istruzione varia tra il 12,6% e l’8,7%. Le zone con la maggiore percentuale di NEET sono altrettanto preoccupanti: Pendino (38%), Mercato (37,6%), Scampia (36,7%), San Pietro a Patierno (37,5%) e San Giovanni a Teduccio (37,1%). Questi dati sottolineano l’urgenza di politiche pubbliche volte a migliorare l’accesso all’istruzione e a creare opportunità di lavoro per i giovani.
Il confronto con le altre città
Roma
Roma, con una percentuale di popolazione senza licenza media del 2,3%, si colloca in una posizione relativamente migliore rispetto a Palermo e Napoli. Tuttavia, anche qui esistono aree critiche. L’area di Santa Palomba, con meno di 1.500 residenti, presenta i livelli più alti di bassa istruzione. La quota di NEET a livello comunale è del 20,8%, ma supera il 30% in zone come Grottarossa Ovest e Magliana.
Milano
A Milano, i quartieri di Triulzo Superiore e Parco Monluè – Ponte Lambro mostrano i livelli più alti di bassa istruzione (8,4% e 7,6% rispettivamente) rispetto a una media comunale del 3%. Anche le percentuali di giovani NEET sono elevate in quartieri centrali come Duomo e Tre Torri. Nonostante Milano presenti una situazione meno grave rispetto a Palermo e Napoli, esistono comunque aree che richiedono attenzione.
Torino
Torino vede le sue aree più problematiche nella parte Nord del comune, con quartieri come Borgo Dora – Valdocco e Borgata Aurora caratterizzati da elevate percentuali di bassa istruzione e NEET. In queste zone, la bassa istruzione supera il 5% e la percentuale di giovani che non studiano né lavorano è quasi sempre superiore al 30%.
Genova
Genova ha il 2,6% dei residenti tra 15 e 52 anni senza licenza media, con i tassi più alti nei quartieri centrali ad alta presenza straniera come Campi e Campasso. La percentuale di NEET è del 18%, con punte del 28% a Ca Nuova. Anche qui, benché la situazione sia meno drammatica rispetto a Palermo e Napoli, esistono aree con gravi problemi di povertà educativa e disoccupazione giovanile.
Il lavoro è basato sulla proiezione sul territorio dei comuni di una batteria di indicatori demografici e socio-economici calcolati sulla base dei dati del Censimento permanente del 2021 e delle fonti amministrative disponibili, insieme ad alcuni indicatori preliminari sulla disponibilità di servizi sul territorio.
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