Maternità surrogata, Roccella chiede ai medici di “segnalare casi sospetti”. Secca la replica: “Non siamo obbligati a denunciare”
- 22/10/2024
- Fertilità Popolazione
La ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, ha chiesto ai medici di segnalare i sospetti casi di gestazione per altri, diventato reato a giurisdizione universale dopo il voto di Palazzo Madama. Secca la replica degli operatori che ricordano di essere tenuti al segreto professionale.
Cosa ha detto Roccella
Ospite di Tagadà su La7, la ministra Roccella ha chiarito cosa dovrebbe fare il medico se si presentano due padri per registrare un atto di nascita all’estero: “Un pubblico ufficiale, e anche il medico, è tenuto a segnalare i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata alla procura. E poi si vedrà”. Chiaramente, la legge sulla Gestazione per altri non ha effetto retroattivo, ma Roccella si auspica che “abbia un effetto fortemente dissuasivo” aggiungendo che in Italia “c’è una procedura che protegge i minori e assicura la possibilità al compagno del genitore biologico di essere riconosciuto come genitore”.
La gestazione per altri, o maternità surrogata, è una tecnica di procreazione assistita in cui una donna porta avanti una gravidanza per conto di altre persone o coppie, chiamate genitori intenzionali. In pratica, una singola persona o una coppia che vuole avere un figlio ma che non può averlo si rivolge a un’altra persona che porti avanti la gravidanza a patto di adottare la bambina o il bambino dopo la nascita.
Oggi la Gpa è utilizzata principalmente da coppie eterosessuali con problemi di fertilità, anche dovuti a malattie grave come tumori e conseguente rimozione dell’utero, o da coppie di uomini, più raramente da coppie di donne. Proprio su questi ultimi, per ovvi motivi più facilmente rintracciabili, Roccella chiede ai medici di segnalare i casi sospetti.
La risposta dei medici
La richiesta non è piaciuta ai medici, la cui risposta è stata affidata a Filippo Anelli, presidente Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri: “Il medico ha il dovere di curare: dovere che gli deriva dalla Legge – in primis, la Costituzione – e dal Codice deontologico, è confermato dalla giurisprudenza e prevale su ogni altro obbligo, facoltà o diritto”.
Anelli richiama l’obbligo di segreto professionale a cui sono tenuti i medici: “Che il medico sia esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dal capoverso dell’articolo 365 del Codice penale che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale. Quindi il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini”.
La controreplica di Roccella
Insomma, tra la giustizia e la cura, prevale la cura, ma Roccella respinge questa contrapposizione: “Mi pare che il presidente Anelli, nel commentare le mie considerazioni sul necessario rispetto della legge, confonda i piani. È evidente che la cura ha sempre la priorità e che non è in discussione il rapporto fiduciario tra medico e paziente. Ma in questo caso chi ha commissionato, violando la legge, la maternità surrogata, non ha un problema di salute, visto che chi ha partorito e ha bisogno di cura è casomai la madre surrogata”, ha controreplicato la ministra.
Toni particolarmente accesi quando la ministra Roccella ricorda altri aspetti dell’articolo 12 della legge 40/2004: “Ricordo anche al presidente Anelli che una legge in vigore da vent’anni punisce penalmente in Italia non solo chi pratica l’utero in affitto, ma anche chi lo ‘organizza e pubblicizza’. Si tratta – continua la ministra – di organizzazioni commerciali complesse che chiamano in causa diverse professionalità, incluse quelle mediche. Ma anche in altri casi, nei quali l’esigenza di assistenza sanitaria è effettiva, il tema della denuncia, per esempio di fronte all’evidenza di vittime di violenza, come nel caso di violenza sessuale o di traffico degli organi, non può essere banalizzato e va trattato con il giusto senso di responsabilità”, ha concluso Eugenia Roccella.
La questione arriva nei tribunali?
Intanto, le opposizioni hanno denunciato che la nuova normativa va contro il principio di uguaglianza sancito Costituzione, perché crea “bambini di serie A e di serie B”. Sulla stessa linea le Famiglie Arcobaleno e le associazioni Lgbt, mentre l’Associazione Luca Coscioni ha promesso battaglia nei tribunali: sono già 30 le coppie che si apprestano a presentare ricorso.
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