Radiografia ‘full body’ e nutrizione mirata per massimizzare la fertilità
- 16/07/2024
- Fertilità
L’arte della nutrizione incontra la scienza della fertilità con un approccio innovativo: una radiografia ‘full body’ che rivela la composizione corporea delle donne, plasmando un percorso nutrizionale mirato per massimizzare le possibilità di concepimento.
Radiografia ‘full body’ e dieta su misura
Guidati dalla biologa Gemma Fabozzi del gruppo Genera e dalla professoressa Laura di Renzo, professoressa ordinaria di Nutrizione clinica dell’Università Tor Vergata di Roma, gli esperti hanno presentato i risultati di uno studio pilota al 40° congresso della Società Europea di Medicina della Riproduzione ed Embriologia (Eshre) ad Amsterdam.
L’approccio si basa sull’assorbimetria a raggi X a doppia energia (Dxa), una tecnologia che fornisce una visione dettagliata della composizione corporea, distinguendo tra massa magra, grassa e ossea. Questa tecnica supera i limiti dell’indice di massa corporea (Bmi), offrendo una panoramica precisa della distribuzione dei tessuti corporei.
“È noto dalla letteratura scientifica che essere sottopeso, sovrappeso o obesi aumenta il rischio di ripetuti fallimenti dell’impianto embrionale o di aborto spontaneo, probabilmente a causa del ruolo cruciale del tessuto adiposo nella riproduzione,” spiega Gemma Fabozzi, prima firma dello studio. Tuttavia, non si tratta solo di una questione di peso. “L’indice di massa corporea è l’indicatore più comunemente utilizzato per definire le caratteristiche antropometriche, ma è un indicatore inadeguato della reale composizione corporea,” sottolinea Fabozzi. “Il BMI può portare a calcolare erroneamente la percentuale di massa grassa e a sottovalutare il rischio di fallimento riproduttivo.”
Lo studio ha coinvolto 66 donne, di cui 50 già madri e 16 con storie di fallimenti di impianto embrionale. I risultati hanno mostrato differenze significative tra le donne fertili e quelle infertili. Dallo studio è emerso che “la composizione corporea e la densità ossea sono diverse tra pazienti fertili e infertili: le donne infertili che avevano avuto fallimenti nella procreazione medicalmente assistita mostrano differenze nella distribuzione dei tessuti, soprattutto nella parte inferiore del corpo, e nella mineralizzazione ossea.”
La professoressa di Renzo sottolinea l’importanza di una valutazione precisa della composizione corporea per le pazienti infertili. “Le donne con problemi di fertilità mostrano una riduzione della massa magra e una distribuzione alterata della massa grassa, elementi che non sono sempre evidenti dal solo Bmi” spiega.
L’obiettivo è utilizzare queste informazioni per sviluppare piani nutrizionali personalizzati, migliorando così le possibilità di concepimento. “Questo studio apre la strada a terapie nutrizionali e stili di vita mirati,” conclude Fabozzi. “Il nostro obiettivo è trasformare la cura dell’infertilità attraverso un’analisi completa e personalizzata della composizione corporea, puntando a una fertilità rinnovata e più accessibile”.
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