La serotonina influenza la fertilità: lo studio
- 13/05/2024
- Fertilità
La fertilità umana dipende anche dai livelli di glucosio nel corpo e su come influenzano la serotonina. A dimostrarlo sono gli scienziati dell’Università di Nagoya in Giappone. I ricercatori hanno indentificato il segnale proveniente dai neuroni della serotonina come importante per mantenere attiva la funzione riproduttiva rilevando la disponibilità di glucosio e successivamente potenziando il rilascio dell’ormone riproduttivo noto come ‘gonadotropina’. I loro risultati forniscono anche una spiegazione e un possibile trattamento per il calo della fertilità osservata nelle persone con depressione. La ricerca è stata pubblicata negli scorsi giorni su Scientific Reports. Ecco cos’è emerso.
La scoperta dei ricercatori
Secondo un nuovo studio guidato dal Professore Sho Nakamura e dai Professori Hiroko Tsukamura e Satoshi Ohkura, uno dei principali fattori che influenzano la salute riproduttiva di una persona è la disponibilità di glucosio nel corpo.
Nakamura, Tsukamura e i loro colleghi del Corso di Laurea in Scienze Bioagricole dell’Università di Nagoya hanno scoperto che un’elevata disponibilità di glucosio nel cervello di un ratto stimola i neuroni serotoninergici. Questo provoca il rilascio di serotonina nel cervello. La serotonina è l’importante neurotrasmettitore che influisce sul corpo e sulla mente. Influenza, cioè, funzioni come l’umore e il comportamento, e processi fisiologici come la salute delle ossa e il metabolismo. Ma, a quanto pare, le sue funzioni hanno ricadute anche sulla fertilità umana.
Il legame con la kisspeptina
Quando i ricercatori hanno somministrato serotonina al cervello delle capre e topi, si è innescata l’attivazione dei neuroni kisspeptina. Questi sono i principali stimolanti per il rilascio di ormoni riproduttivi, come la gonadotropina e sono noti per il loro legame tra fertilità e metabolismo. “Abbiamo usato ratti e capre come modelli utili e rappresentativi del genere umano e di quello animale”, ha spiegato il Professore Tsukamura. I loro risultati indicano che i neuroni serotoninergici possono rilasciare serotonina quando percepiscono alti livelli di glucosio. Interagendo con i recettori della serotonina nei neuroni kisspeptina, possono migliorare le funzioni riproduttive. L’uso di inibitori per il segnale serotoninergico ha anche permesso ai ricercatori di stabilire che può avvenire il contrario e che quindi siano inibiti i neuroni che influenzano le funzioni riproduttive. Questa importante scoperta dimostra il motivo per il quale i mammiferi che conducono una cattiva alimentazione affrontano problemi associati alla fertilità.
Depressione e fertilità
La depressione può spesso essere attribuita, appunto, ai neuroni serotoninergici malfunzionanti nel cervello, che sono spesso presi di mira per il trattamento farmacologico dei pazienti. La disfunzione dei neuroni della serotonina osservata negli individui con depressione suggerisce che una bassa attività serotoninergica potrebbe essere parte della sua stessa causa. In sintesi, il trattamento dell’infertilità indotta dalla depressione negli esseri umani e dei disturbi riproduttivi negli animali può essere una soluzione valida, il che implica una possibile connessione sottostante e un potenziale trattamento specifico e dedicato.
“Dato che gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) sono comunemente prescritti per trattare la depressione nei pazienti, gli studi indicano che questi farmaci potrebbero anche avere potenziali benefici per affrontare l’infertilità correlata alla depressione”, ha detto il professore Tsukamura, capo del gruppo di ricerca e autore corrispondente del documento. Tali inibitori sono una classe di farmaci che, negli ultimi decenni, ha guadagnato particolare notorietà perché rappresentano strumenti utili per la gestione dei disturbi dell’umore e dell’ansia, compresa la depressione. Lo scienziato ha proposto che gli SSRI potrebbero potenzialmente essere utilizzati in futuro per la riproduzione umana e animale, o in combinazione con trattamenti dietetici per le persone con depressione.
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