Gestazione per altri, La Torre: “Ecco perché questa legge non funzionerà”
- 24/10/2024
- Fertilità Popolazione
Dal 16 ottobre, per la legge italiana la gestazione per altri è diventata “reato universale”: sarà punita non solo se praticata in Italia (come già prevedeva l’articolo 12 della legge 40/2004), ma anche se praticata all’estero, inclusi i Paesi dove la Gpa è legale.
In effetti, la dicitura scelta rischia di creare confusione nei cittadini: “La definizione di ‘reato universale’ non esiste. Esiste un concetto di ‘giurisdizione universale’ per reati di particolare gravità come la pedofilia, lo sterminio di massa e il genocidio che vengono riconosciuti universalmente”, evidenzia a Demografica di Adnkronos l’avvocata e attivista Cathy La Torre. Quindi chiamarlo
Reato universale non si tratta soltanto di una imprecisione formale dal momento che “la Gpa è legale in 65 Paesi del mondo”, quindi non è certo universalmente riconosciuta come reato.
Gestazione per altri, cosa cambia adesso?
Non possiamo dirlo con certezza perché ci sono molti dubbi sulla sua applicazione.
Come è possibile scoprire se qualcuno ha fatto ricorso alla Gpa all’estero?
“Questo è sicuramente uno degli aspetti più controversi: è stato introdotto un nuovo reato di cui non conosciamo l’onere della prova. Immaginiamo che un bambino nasca all’estero da una coppia eterosessuale, in un Paese dove la gestazione per altri è legale. In quell’atto di nascita non sarà scritto se il bambino è nato da una Gpa o da un parto naturale”.
In pratica, spiega l’avvocata La Torre, “nel caso di coppie eterosessuali sarà molto complicato provare che ci sia stata una gestazione per altri. Per esempio, quasi tutte le coppie eterosessuali che fanno una Gpa in America potrebbero semplicemente dire che hanno deciso di partorire all’estero per dare al figlio la doppia cittadinanza, dato che lì vige lo ius soli puro.
Nel caso di una coppia che va all’estero per ricorrere alla maternità surrogata, provare la vera ragione di quella scelta equivale a una probatio diabolica. Una prova, cioè, impossibile o difficilissima da ottenere.
“In questi casi l’ufficiale si potrebbe insospettire perché si sta registrando un figlio con un solo papà e non con una madre. È una situazione poco probabile, ma Per essere riconosciuto come genitore, l’altro padre dovrebbe fare la stepchild adoption, cioè l’adozione di fronte a un giudice. E lì, per forza di cose si autodenuncerebbe”, spiega La Torre.
Anche alla luce di queste considerazioni, come si pone questa norma rispetto al principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione?
“Io sono un’avvocata e spetta alla Corte costituzionale stabilire se una norma è incostituzionale o meno. Però sicuramente – evidenzia La Torre – appaiono esserci dei profili di irragionevolezza e parziale indeterminatezza della norma che sono certa saranno analizzati dalla Corte costituzionale.
In primo luogo, la norma pare irragionevole perché sottopone i destinatari ad un trattamento differenziato in maniera ingiustificata, vale per il cittadino italiano ma non vale per il cittadino straniero che viene in Italia (che accade se tra i due genitori uno è straniero e uno italiano?), inoltre pone la GPA sullo stesso piano di delitti gravissimi mantenendo però una forte sproporzione sul piano sanzionatorio.
Un altro evidente problema riguarda le difficoltà interpretative che la norma inevitabilmente pone: “chiunque realizza (…) la surrogazione di maternità è punito” quando si realizza la surrogazione? Al momento dell’impianto dell’embrione o della nascita del bambino? Se la gestante non porta a termine della gravidanza si parlerà di diritto tentato o consumato?
A ciò si aggiunga che trattandosi di fatti che nello stato in cui vengono compiuti sono leciti nessuna autorità straniera collaborerà con lo Stato italiano per fornirgli prove e sanzionare i genitori. Quindi siamo di fronte ad un reato che potrà provarsi per presunzioni? Senza documentazione medica e senza testimonianze?”.
C’è poi da dire che la nuova fattispecie sembra essere in conflitto anche con la normativa sovranazionale, in particolare l’art. 8 della CEDU secondo cui nessuna pubblica autorità può ingerirsi nella vita privata e familiare.
Non a caso la legge 40 già è stata censurata dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 162 del 2014 che si è espressa sull’irragionevolezza di alcune scelte del legislatore in materia.
Secondo l’avvocata, la norma sarà attenzionata già dai Tribunali di merito a partire dai giudici di primo grado.
La ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, ha invitato i medici a segnalare i casi di sospetta maternità surrogata. Il suo invito ha trovato l’opposizione di Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, che ha sottolineato l’importanza della fiducia tra medico e paziente. Anelli ha anche ricordato che i medici sono esonerati dall’obbligo di denuncia. Se lo facessero, violerebbero il segreto professionale?
Anche in questo caso, la risposta si trova nei fatti, prima che nel diritto: “Quale medico denuncerebbe un proprio paziente?” si chiede l’avvocata La Torre ricordando che “. Credo che il loro desiderio, anche morale, sia curare quanti più pazienti possibile, non di denunciarli. Io da un medico che ha violato la privacy di un paziente non ci andrei mai”.
In materia di Gpa, inoltre, la responsabilità ricade sui genitori, fino al compimento della maggiore età: “Sottoporrei un quesito immediatamente all’ordine dei medici, chiedendo se una segnalazione di Gpa violerebbe il segreto professionale”, aggiunge La Torre.
È possibile che, in Italia, qualcuno ricorra alla Gpa solo per guadagnarci?
“Assolutamente no, anche perché sono pochi i casi di gestazione per altri. Non possiamo quantificare con esattezza, alcune fonti parlando di trecento Gpa annuali, altre di cinquecento. Piuttosto è vero il contrario: la gestazione per altri è una pratica molto costosa, quindi accessibile a pochissime persone”.
Il rischio, sostiene La Torre, è che il dibattito sulla Gpa metta in secondo piano un tema molto rilevante, come quella della “infertilità o della sterilità delle coppie che aumenta sempre di più”.
Quali sono i motivi principali per cui si ricorre alla gestazione per altri in Italia?
“La maggior parte delle coppie che fanno ricorso alla Gpa sono coppie eterosessuali, per esempio dove la donna ha avuto un tumore e ha congelato gli ovociti. In questa materia ci sono tante sfumature”, ricorda La Torre che poi ci confida una vicenda personale, “io parlo da persona sterile: all’età di 22 anni ho avuto un tumore alla cervice e mi sono dovuta sottoporre a una serie di operazioni che oggi mi impediscono di portare avanti una gravidanza. Ecco, se io decidessi di fare una Gpa mi dovrei vergognare del mio desiderio di genitorialità perché ho avuto un tumore?”
Sempre meno spazio per le adozioni
Chi è contrario alla maternità surrogata, spesso propone di soddisfare il desiderio di genitorialità con le adozioni. Ferma restando la differenza tra le due situazioni, anche le adozioni non se la passano bene in Italia. “Oltre al tema dell’infertilità o della sterilità delle coppie che aumenta, deve preoccupare il numero esiguo di adozioni annuali, dovremmo potenziare la legge sull’adozione”, sostiene l’avvocata.
Anche in questo caso, ancor prima che in punta di diritto, la questione si annoda sul piano fattuale: “per essere adottati, i bambini devono essere dichiarati adottabili, ovvero in condizione di adottabilità, ma c’è un problema di cui non parla nessuno: i bambini adottabili sono sempre meno”.
Le adozioni possono essere nazionali o internazionali. Nel primo caso, l’avvocata ricorda che: “In Italia c’è un legittimo indirizzo dei tribunali minori che tendono a dichiarare un bimbo adottabile solo in casi estremi, come, contesti familiari di estrema violenza. Ma spesso – spiega La Torre – la priorità è l’adozione endofamiliare o comunque un affido familiare”.
Nel 22 le adozioni nazionali sono state poco più di 800 a fronte di quasi 8.000 domande in attesa mentre le adozioni internazionali poco più di 500 a fronte di 3.000 domande in attesa. Quindi anche la via per le adozioni internazionali è sempre più stretta perché segue anche le tensioni geopolitiche in corso. “Un esempio è quello della Russia, dove da qualche anno Putin ha dichiarato che non avrebbe più concesso l’adozione di bambini russi alle coppie italiane. Anche le adozioni internazionali dalla Anche l’Ucraina – ricorda La Torre – era uno dei grandi Paesi a cui si faceva ricorso per un’adozione internazionale. Ora, il Paese è in guerra da oltre due anni e tutte le procedure di adottabilità si sono fermate perché l’operatività dei tribunali è praticamente azzerata o destinata ad altre questioni. Situazione analoga per molti Paesi dell’Africa alle prese con sanguinose guerre civili”.
Che effetto ha questa situazione ha sulle coppie italiane che non possono ma vorrebbero avere figli?
“Che le coppie italiane che vorrebbero adottare, spesso non riescono oppure devono attendere una media di 4 anni. “Conosco delle coppie che hanno di fatto ricorso alla Gpa perché dopo cinque, sei anni di attesa hanno desistito dal proseguire con l’iter dell’adozione. Inoltre – ricorda l’avvocata – per la legge italiana solo le coppie eterosessuali sposate da almeno 3 anni possono fare richiesta di adozione. Ne sono esclusi completamente le persone single per esempio.
La crisi demografica italiana non trova risposte
Mentre si accende il dibattito normativo e culturale sulla Gpa, i dati Istat certificano una volta di più la crisi demografica italiana. Nel 2023 sono nati 379.890 bambini, –3,4% rispetto all’anno precedente, e -34,1% rispetto al 2008, quando si registrarono oltre 576mila nascite.
Come si inserisce la questione della maternità surrogata nello scenario demografico italiano?
“Il tema è chiedersi come mai c’è così tanto bisogno di far ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita”, afferma La Torre che ricorda come i casi e le cause di infertilità siano sempre più diffuse per “fattori ambientali, sociali e relazionali. Anche quando non ci sono problemi di salute, si fanno pochi figli e sempre più tardi. Avere un figlio a venticinque anni non è come averlo a quarant’anni, ma allora perché ritardiamo sempre di più la maternità?”
Le risposte sono molteplici, tutte ampiamente analizzate su queste pagine: “Forse si fanno figli a quarant’anni perché i contratti sono sempre più precari e i salari sempre più bassi rispetto al costo della vita?”, si chiede retoricamente l’avvocata La Torre, che sottolinea quanto vasto sia il problema della denatalità nel nostro Paese.
“Se la coppia lavora, chi accudisce i bambini? Gli asili nido sono troppo pochi, i costi troppo alti. Alla fine, a pagarne le conseguenze sono quasi sempre le donne che devono rinunciare o rallentare la loro carriera. Conosco migliaia di donne uscite dal mercato del lavoro perché con lo stipendio ci pagavano solo la retta del nido e una tata. Tantissime hanno lasciato il lavoro perché, dopo la maternità, non hanno ottenuto il part-time. E sono convinta che ancora meno viene concesso agli uomini che chiedono di stare in casa per accudire i figli”, chiosa La Torre citando un fenomeno in costante aumento. Emblematica la protesta degli attivisti del gruppo Dad Shift che hanno legato dei bambolotti alle statue di Leicester Square, Londra, per focalizzare l’attenzione sull’importanza del legame padre-figlio e chiedere congedi parentali migliori.
In questo contesto, che effetto avrà l’estensione spaziale del reato di gestazione per altri?
“Purtroppo – conclude l’avvocata Cathy La Torre – questa legge renderà impossibile la vita a quelle pochissime coppie che facevano ricorso alla gestazione per altri, ma in alcun modo risolverà i problemi di tutte quelle coppie che vorrebbero diventare genitori e che non possono farlo per mancanza di servizi, scarsa conciliazione vita-lavoro, inadeguatezza del welfare. Tutti problemi seri che mettono davvero a repentaglio il nostro futuro”.
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