Dal ‘chi è chi’ al ‘chi è italiano’: Ius Soli, Ius Scholae e Ius Culturae ridefiniscono la cittadinanza?
- 16/08/2024
- Popolazione
Il dibattito sulla cittadinanza italiana si riaccende con vigore, alimentato da una serie di recenti proposte legislative in Parlamento che mirano a riformare un sistema considerato da molti obsoleto. Al centro di questo dibattito c’è il tema della cittadinanza, in particolare i modelli di Ius Soli, Ius Scholae e Ius Culturae, che si pongono come alternative al vigente sistema basato prevalentemente sul principio dello Ius Sanguinis.
La questione della cittadinanza
Attualmente, la legge italiana sulla cittadinanza è regolata dalla Legge 91 del 1992, che fonda il diritto di cittadinanza sul principio dello Ius Sanguinis, ovvero il diritto di sangue. In pratica, la cittadinanza italiana viene trasmessa ai figli di cittadini italiani, indipendentemente dal luogo di nascita. Questo sistema, sebbene storicamente radicato, non rispecchia più le dinamiche multiculturali della società contemporanea, dove i figli di migranti nati e cresciuti in Italia si trovano spesso in una sorta di limbo giuridico.
Le proposte in Parlamento
Nel corso degli anni, sono emerse diverse proposte per riformare la legge sulla cittadinanza, tra cui i modelli di Ius Soli, Ius Scholae e Ius Culturae. Ognuno di questi principi offre una diversa soluzione al problema dell’integrazione dei minorenni stranieri.
Ius Scholae
Il centro del dibattito attuale è lo ius scholae, che sembra essere il minimo comune denominatore tra le varie proposte di legge presentate da esponenti del centrosinistra. Questa misura prevede che i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni possano ottenere la cittadinanza se abbiano frequentato regolarmente la scuola per almeno cinque anni. Questa proposta si basa sull’idea che l’istruzione sia un ponte fondamentale per l’integrazione sociale e culturale, permettendo ai giovani di acquisire una connessione profonda con il paese che li ospita.
Tra le proposte di legge, quella della senatrice del PD Simona Malpezzi è particolarmente significativa. Essa non solo prevede la concessione della cittadinanza per i giovani che soddisfano i requisiti sopra menzionati, ma include anche il riconoscimento di percorsi di istruzione e formazione professionale come equivalenti ai cicli scolastici tradizionali. La proposta di Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra e quella della deputata M5S Vittoria Baldino condividono questi principi, segnando un consenso tra le diverse forze progressiste sulla centralità dell’istruzione nell’acquisizione della cittadinanza.
Ius Soli
Oltre allo ius scholae, altre proposte di legge spingono per l’introduzione dello ius soli, un principio che garantirebbe la cittadinanza a chiunque nasca sul territorio italiano, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori. Sebbene molti Paesi adottino questo principio, in Italia rimane limitato a casi eccezionali come la nascita da genitori ignoti o apolidi.
Le proposte recenti, come quelle dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini e dai deputati Matteo Orfini e Francesco Verducci vanno oltre, cercando di estendere il diritto di cittadinanza a tutti i bambini nati in Italia da genitori stranieri con permessi di soggiorno regolari.
Tuttavia, la proposta ha suscitato polemiche, in particolare tra Forza Italia e la Lega. Un post della Lega sui social ha suscitato un acceso confronto, criticando le proposte di ius soli come “scorciatoie”. La Lega ha sottolineato che l’attuale legge sulla cittadinanza è sufficiente, visto che l’Italia è leader in Europa per concessione di cittadinanze. La risposta di Forza Italia, tramite il portavoce Raffaele Nevi, ha ribadito che la posizione del partito è più possibilista rispetto allo ius scholae, ma ha criticato la retorica divisiva della Lega, sottolineando l’importanza di mantenere unita la coalizione e focalizzarsi sui temi comuni.
Ius Culturae
Un’altra proposta rilevante è quella del ius culturae, che lega l’acquisizione della cittadinanza al completamento di un percorso formativo, che può includere sia la scuola sia percorsi di istruzione e formazione professionale. Questa proposta si distingue dallo ius scholae per il fatto che riconosce anche i percorsi educativi non tradizionali, come le qualifiche professionali, come criteri per ottenere la cittadinanza. La proposta di legge del 2015 (il ddl S. 2092, approvato dalla Camera ma non dal Senato), rappresentava un tentativo di integrare queste diverse dimensioni educative nella legge sulla cittadinanza, senza, però, aver mai ottenuto una maggioranza sufficiente per diventare legge.
Le sfide del sistema attuale e le conseguenze della riforma
La legge attuale lascia molti bambini e ragazzi in una condizione di incertezza. Secondo i dati recenti, sono oltre 870.000 gli studenti con cittadinanza non italiana che frequentano le scuole italiane, di cui quasi il 70% sono nati in Italia. Questi giovani vivono una sorta di doppia appartenenza: italiani di fatto, ma non di diritto. La mancanza di cittadinanza limita le loro opportunità, creando barriere nell’accesso ad attività extracurriculari e ai diritti civili.
Le proposte di riforma cercano di rispondere a queste criticità, ma il dibattito rimane acceso. Da un lato, i sostenitori di Ius Soli e Ius Scholae argomentano che l’integrazione attraverso l’istruzione è fondamentale per garantire pari opportunità e favorire la partecipazione attiva alla vita sociale. Dall’altro lato, le preoccupazioni riguardano il rischio di incentivare l’immigrazione clandestina e la creazione di cittadini di seconda classe.
Il dibattito sulla cittadinanza italiana è emblematico di una società in evoluzione, che si confronta con le sfide della multiculturalità e dell’integrazione. Le proposte di legge attualmente in discussione rappresentano tentativi concreti di aggiornare un sistema che, sebbene storicamente solido, non risponde più adeguatamente alle esigenze del presente. La risposta del Parlamento a queste proposte sarà cruciale per determinare come l’Italia affronterà le questioni dell’integrazione e dell’identità nazionale nei prossimi anni.
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