Fecondazione assistita, impennata negli ultimi 10 anni: +73%
- 06/10/2023
- Fertilità
Gli italiani ricorrono sempre più spesso alla Fecondazione assistita (PMA). Dal 2012 al 2022, l’uso delle tecniche di procreazione medica è salito del 73%; in pratica, nel 2022, ogni 100 gravidanze ci sono stati 3,7 parti con Pma. Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto sull’andamento delle nascite realizzato dall’Ufficio Statistica del Ministero della Salute, che analizza i dati derivanti dal flusso informativo del Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP) per il2022. Si tratta di una rilevazione con copertura praticamente totale, condotta su 359 punti nascita, e che indaga le caratteristiche sanitarie, epidemiologiche e socio-demografiche relative all’evento nascita in Italia.
Lombardia e Lazio le regioni con più parti con Pma
A livello geografico, è la Lombardia la regione dove avvengono più parti da gravidanze con Pma: 3616 casi su 14364 totali, ovvero oltre il 25%. Seguono il Lazio con 1479 parti con Pma, il 10,3% del totale, e la Campania, con 1241 parti con Pma, l’8,6%.
All’altro estremo della classifica troviamo Valle d’Aosta, Molise e Basilicata con percentuali abbondantemente sotto l’1% (rispettivamente 0,21%, 0,46% e 0,51%).
Sono in particolare le donne con scolarità medio-alta a rivolgersi alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (5,6% dei casi). Inoltre, il ricorso alla Pma aumenta con l’età, passando dallo 0,24% sotto i 25 anni al 18,1% per le donne oltre i 40 anni.
Va notato che, se l’età della donna gioca sicuramente un ruolo importante sia nell’infertilità sia nelle possibilità di successo delle tecniche di fecondazione assistita, un recente studio condotto in Italia dal gruppo Genera ha dimostrato che anche l’età del padre ha effetto sui risultati della Pma.
Fecondazione in vitro la tecnica più utilizzata
Tra le varie tecniche, la Fecondazione in vitro si conferma come la più usata. Nel 2022 la FIVET (fecondazione in vitro con trasferimento di embrioni in utero) ha riguardato il 47,8% dei parti con Pma mentre l’ICSI (fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma) è stata utilizzata nel 35% dei casi. Nel 2,8% delle gravidanze con Pma è stato invece impiegato il trattamento farmacologico.
Un altro dato interessante è che nell’8,9% delle gravidanze con Pma si registrano parti plurimi, un numero molto più elevato rispetto al totale delle gravidanze (1,6%). Inoltre, in più della metà dei casi i parti con Pma sono avvenuti con il taglio cesareo (52,2%).
Si conferma la denatalità
Il Rapporto del Ministero conferma il calo delle nascite in atto in Italia, con 1,24 figli per donna nel 2022 a fronte dell’1,42 del 2012, in entrambi i casi ben al di sotto del tasso di sostituzione naturale, ovvero quel numero di figli per donna (2,1) che consente ‘’il rimpiazzo’’ della popolazione, che quindi riesce a rimanere stabile poiché il numero dei nati sostituisce quello dei morti.
I tassi di fecondità più alti si registrano nella provincia autonoma di Bolzano (1,65 figli per donna) e in Trentino (1,51), mente quelli più bassi sono in Sardegna (0,95), Molise e Basilicata (1,09).
Cause di infertilità
L’infertilità è un problema in aumento, come dimostra il boom del ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Una coppia è considerata infertile quando non riesce a concepire dopo un anno di rapporti regolari e non protetti, anche se l’Oms estende questo periodo a due anni di tentativi. In Italia il problema riguarda circa il 15% delle coppie.
Molteplici e diversificate le cause. A partire dallo stile di vita, che influenza la fertilità e su cui si può intervenire con la prevenzione e l’informazione. Sono tutti fattori negativi:
• fumo
• obesità
• eccessiva magrezza
• alcool
• sedentarietà
• eccessiva attività fisica
Ma anche sostanze ambientali come le plastiche e l’inquinamento in generale impattano sulla salute riproduttiva degli individui, e lo stesso fanno alcuni cibi.
Tra le altre cause di infertilità, ci sono poi le malattie sessualmente trasmesse e le patologie acute o croniche legate all’apparato riproduttivo, peraltro in aumento.
Per le donne infatti si registra una crescita di alterazioni tubariche, ormonali e ovulatorie, di malattie infiammatorie pelviche, fibromi uterini, endometriosi. L’infertilità femminile è causa del 35-40% dei casi di infertilità di coppia.
Per gli uomini invece sono in aumento varicocele, criptorchidismo, malformazioni genitali, infiammazioni testicolari, patologie prostatiche, in generale le condizioni che alterano la produzione ormonale, riducono il testosterone e modificano la struttura e la funzione del testicolo. Va anche sottolineato che nel 30% dei casi l’infertilità maschile è idiopatica, ovvero non è possibile identificarne una causa.
La salute riproduttiva ha molte sfaccettature, e dunque molti sono gli aspetti su cui si deve intervenire sia a livello di individui che di società: gli studi più recenti suggeriscono che fattori ambientali e stili di vita impattano sulla fertilità e anche sulle percentuali di successo in caso di ricorso alle tecniche riproduzione assistita.
- Europa Giovane6
- Famiglia221
- Fertilità154
- Giovani246
- Mondo201
- Podcast5
- Popolazione479
- Talk | 13 dicembre 20239
- Talk | La 'cura' delle persone5
- Trend96
- Video27
- Welfare234