Bianca Balti, il tumore e la crioconservazione per la figlia
Bianca Balti si è sottoposta a un’operazione chirurgica per un cancro alle ovaie al terzo stadio. Ad annunciarlo è stata la stessa top model su Instagram: “Domenica scorsa mi sono recata al Pronto soccorso per scoprire che il mio dolore al basso ventre era un cancro ovarico al terzo stadio. È stata una settimana piena di paura, dolore e lacrime ma soprattutto amore, speranze, risate e forza”.
Il tenore delle sue parole ricorda quelle della giornalista Concita De Gregorio, anche lei in lotta contro il cancro. “Ho un lungo viaggio davanti a me, ma so che ce la farò“, ha scritto Bianca Balti in un post corredato di foto dal letto d’ospedale.
Qualche mese fa la top model era finita nuovamente tra le ricerche più degli utenti dopo la scelta di regalare la crioconservazione a sua figlia.
Bianca Balti regala il congelamento degli ovuli a sua figlia
Cosa regalare alla propria figlia 21enne? Per Bianca Balti il congelamento degli ovuli è un’ottima idea.
La modella di Lodi ha fatto sapere che regalerà l’egg freezing a sua figlia Matilde, oggi 17enne, quando compirà 21 anni.
Ad annunciarlo è la stessa Bianca Balti in una diretta Instagram fatta insieme alla ginecologa Marina Bellavia: “Ho detto a mia figlia Matilde, che adesso ha 17 anni: ‘Quando hai 21 anni ti regalo il social freezing, così non ci pensi più, ti fai la tua vita e quando vuoi una gravidanza li hai già (gli ovociti, ndr.)”
Una scelta che sta facendo discutere, anche se la top model aveva già parlato apertamente della crioconservazione degli ovuli, detta anche social o egg freezing. Nel 2022, la modella aveva fatto sapere di aver fatto ricorso al social freezing per una delle sue due gravidanze, sottolineando che ogni donna deve essere del tutto libera di scegliere quando diventare madre.
“Questo percorso ha rappresentato, per me, svincolare il mio sogno di maternità da un uomo e da una relazione. È stata la cosa più coraggiosa che abbia mai avuto il coraggio di fare per me stessa. Se non troverò il partner giusto lo farò da sola”, aveva detto allora.
Bianca Balti e il social freezing: via il tabù, via le paure
Bianca Balti ora vive a Los Angeles con le figlie Mia e Matilde e ha spiegato come molte donne del posto stiano affrontando il discorso del congelamento degli ovociti molto più apertamente di prima: “Io stessa non ne sapevo niente fino a quando, a 37 anni, non sono capitata su una diretta di un’amica con una dottoressa, un po’ come questa che stiamo facendo”, ha spiegato Bianca Balti sul social di Zuckerberg.
La top model ha raccontato come questo abbia influenzato direttamente le scelte della propria vita: “Forse sarei rimasta con il mio ex perché volevo fare un figlio e non volevo perdere la possibilità di una maternità”, ha rivelato Bianca Balti. Con questo esempio personale, la top model rafforza la tesi per cui il social freezing è una grande occasione di libertà: “Parlatene, parlatene, perché non c’è davvero niente di tabù: la scienza è al nostro servizio. La scienza al servizio delle donne è ancora particolarmente tabù, vedi l’aborto o il social freezing. Ma non c’è niente di male, ricordiamocelo sempre”, ha detto la modella che il prossimo 19 marzo compirà 40 anni.
Sulla paura per il trattamento
Molte donne temono la fase di “preparazione” al congelamento degli ovociti, che consiste nello stimolare la produzione degli stessi e richiede l’utilizzo di aghi: “Io sono agofobica, svengo quando devo fare i prelievi. Ma l’ago usato per la stimolazione è talmente piccolo che riesci a superare il terrore degli aghi. E riscopri una forza in te incredibile dopo questa esperienza”, ha rassicurato la top model.
Il congelamento degli ovuli in Italia
In Italia il social freezing è una pratica ancora poco diffusa: le donne possono ricorrere al congelamento degli ovuli tramite Ssn solo in caso di problemi di salute che, senza il social freezing, potrebbero inficiare un’eventuale gravidanza o decretare la perdita stessa degli ovociti.
Una situazione che, per Bianca Balti, limita la libertà delle donne: “Sarebbe fantastico se fosse gratuito per tutte” ha aggiunto la modella italiana nella diretta Instagram.
In Italia la Procreazione medicalmente assistita (Pma) è regolata dalla legge 40/2004 che legittima la Pma solo per le coppie eterosessuali, maggiorenni e in età potenzialmente fertile, che siano coniugati o conviventi e vogliano risolvere eventuali problemi di sterilità o infertilità, che devono essere certificati dallo medico curante.
Una svolta importante sul tema è stata offerta dalla sentenza n.96 del 2015 della Corte Costituzionale che ha consentito l’accesso alla crioconservazione anche alle coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche. In particolare, la Corte ha dichiarato l’illegittimità della legge 40/2004 nella parte in cui non consente il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie sì fertili, ma comunque portatrici di malattie genetiche trasmissibili e gravi accertati dalle strutture pubbliche e che consentono l’accesso all’aborto terapeutico. Le persone single e le coppie omosessuali restano comunque estromesse dalla possibilità di ricorrere alle tecniche di Pma.
Tuttavia, negli ultimi anni la crioconservazione degli ovuli è stata “liberalizzata” anche in assenza di particolari cure o patologie. La svolta è partita dagli Usa nel 2012 quando l’American Society of Reproductive Medicine (Asrm) ha approvato la crioconservazione per le donne che, sul punto di sottoporsi a terapie oncologiche, avrebbero potuto vedere minacciata la loro fertilità. Due anni più tardi, l’ASRM ha dato il via libera alla crioconservazione degli ovociti per tutti.
Anche per questo in Italia sempre più donne ricorrono al social freezing. Uno studio del gruppo Genera, il più grande in Italia specializzato in medicina della riproduzione, certifica un aumento di circa il 20% annuo delle donne che adottano questa pratica in Italia. Secondo Laura Rienzi, professoressa associata presso il Dipartimento di science biomolecolari all’Università ‘Carlo Bo’ di Urbino e direttrice scientifica del gruppo Genera, “il dato del 27% delle pazienti che torna ad anni di distanza dal congelamento degli ovociti in un centro specializzato è in crescita rispetto alle ultime evidenze, che parlavano del 9-15%”.
Una scelta di libertà
Per alcuni, il regalo promesso da Bianca Balti a sua figlia è la riprova che si stia preferendo sempre di più la carriera alla famiglia. Per altri è la riprova del fatto che carriera e famiglia non siano più conciliabili a differenza di prima, anche per i ritmi troppo sfrenati della produzione e della vita moderna.
D’altronde, i dati certificano che in Italia è sempre più difficile essere una mamma e una lavoratrice. Lo confermano le oltre 44 mila donne che nel 2022 hanno lasciato il lavoro riportando tra le cause principali proprio la difficoltà di conciliare il proprio impiego con il tempo da dedicare ad un figlio neonato. La relazione annuale sulle convalide delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri, presentate entro i primi tre anni dalla nascita dei figli, ha fotografato questa situazione: derivava dalle neomamme il 72,8% delle dimissioni nel periodo analizzato dallo studio.
Lo scarso servizio di servizi all’infanzia, nonostante il bonus asilo nido 2024, contribuisce ad aggravare un quadro preoccupante.
Sull’altra faccia della medaglia, la tristezza di chi figli non ne ha avuti, per necessità di carriera o, semplicemente, per le circostanze della propria vita personale.
Tutte circostanze che verrebbero evitate con il social freezing spiega ancora Bianca Balti: “Nella vita bisogna pensare a che cosa è importante per noi. Per me questa è stata una scelta che mi ha donato libertà, soprattutto nel mio caso di non rimanere in una relazione solo per paura di non poter avere la mia terza maternità. Un investimento che facciamo su noi stesse. Il fatto è che noi donne non siamo abituate a farlo senza sensi di colpa”.
Non solo Bianca Balti
Qualche mese fa un’altra ragazza, quasi coetanea di Bianca Balti, ha portato attenzione sul tema: la content creator 36 enne Laura Comolli.
Anche lei ha scelto Instagram per sensibilizzare sulla crioconservazione degli ovociti, spiegando la scelta: “Non so quando arriverà il mio momento e se avrò problemi. Per questo ho deciso di congelare i miei ovuli e di condividere il viaggio per aiutare altre donne a sentirsi meno sole o sbagliate, per rendere più normale parlare di fertilità. Non sarà facile, ma lo consiglio a chiunque”. Una scelta non facile: “È due anni che penso se iniziare questo viaggio e finalmente mi sono decisa. Auguratemi buona fortuna”, ha concluso Laura Comolli.
Tra 4 anni anche Matilde potrà ricorrere al congelamento degli ovuli. Un regalo di sua madre affinché Matilde possa vivere seguendo le scelte proprie e non quelle dell’orologio biologico.
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