Terricciola, sindaco e assessora hanno una figlia: lei, costretta a dimettersi, scrive a Meloni: “Tuteliamo le donne”
- 15/03/2024
- Famiglia
Poteva restare una faccenda locale, invece quella di Terricciola, piccola cittadina in provincia di Pisa, è diventata una questione nazionale.
Nel paese toscano, il sindaco Mirko Bini e l’assessora all’urbanistica Giulia Bandecchi hanno una relazione da cui è nata la figlia Ginevra e anche una polemica sulla permanenza dell’assessora nel suo ruolo. Pressata dall’opposizione, Bandecchi ha prima rassegnato le dimissioni e poi scritto una lettera al presidente del Consiglio Giorgia Meloni chiedendole di intervenire.
Relazione tra l’assessora e il sindaco a Terricciola: cosa è successo
A poco più di un anno dalla nascita della figlia, infatti, un esposto alla prefettura e un’interrogazione parlamentare, prima promessa e poi ritirata, hanno messo in discussione la permanenza di Giulia Bandecchi nella giunta comunale per la sua relazione con il sindaco.
“Ricopro il ruolo di assessore dal 2019 anno in cui sono stata eletta dai cittadini e successivamente nominata dal sindaco, con il quale non avevo nessuna relazione, per far parte della giunta”, dice Bandecchi al Quotidiano Nazionale. Poi aggiunge: “Lunedì mi è stata recapitata un’interrogazione parlamentare firmata dall’onorevole Michelotti di Fratelli d’Italia. Dove, erroneamente, si riporta che io sia in coniugio o affine al sindaco della giunta di cui faccio parte. E quindi incompatibile a ricoprire il ruolo di assessore. Questo perché abbiamo in comune una figlia nata a ottobre 2022, successivamente alla mia nomina”.
Dunque, per la donna la presunta incompatibilità sarebbe stata basata su una falsa informazione, poiché la relazione con il sindaco sarebbe nata solo dopo la sua nomina, così come la nascita di Ginevra.
L’intera vicenda ha sollevato interrogativi sulle pratiche politiche e sulla privacy delle persone coinvolte, portando l’attenzione sulla necessità di un’indagine accurata per chiarire la situazione e ripristinare la reputazione dell’assessora Bandecchi, che si trova ora al centro di una controversia politica inaspettata.
Una vicenda politica
I consiglieri avevano anche interessato la prefettura che però non si è mai pronunciata sul caso. La polemica, esplosa a pochi mesi dal voto amministrativo di giugno, ha spinto il sindaco a ricandidarsi: “Non volevo ma ora sto invece pensando di farlo”, ha detto Bini aggiungendo che “La norma non cita la parola conviventi o genitori ma parla di coniugi e affini dove per affini si intende, secondo la nostra interpretazione le unioni civili. Non avendo la possibilità di sostituire Giulia con un’altra figura femminile saremmo dovuti restare senza l’assessora che stava seguendo il piano operativo”.
Giulia Bandecchi, nell’affrontare le accuse mosse nei suoi confronti, ha evidenziato un aspetto particolarmente delicato: l’implicazione di sua figlia, di appena 18 mesi, in una controversia politica a ridosso delle imminenti elezioni amministrative. L’assessora ha inoltre sottolineato di non aver mai nascosto la presenza della bambina, portandola con sé anche durante i consigli comunali mentre era in fase di allattamento.
Un problema di genere e la lettera a Meloni
Una vicenda politica, ma non solo. L’assessora, infatti, ha deciso di scrivere una lettera alla premier Giorgia Meloni per chiederle “di fare chiarezza e tutelare di più il ruolo delle donne che rappresentano le istituzioni per far sì che non siano motivo di attacchi strumentali senza fondamento”.
Per Bandecchi, quindi, si tratta di una discriminazione di genere: “Spero che quello che è accaduto a noi possa essere l’occasione per chiarire meglio alcuni aspetti legali. Per evitare che in futuro si creino situazioni ambigue”. L’assessora ha quindi chiesto al premier di intervenire: “La mia colpa è essere mamma e avere in comune con il sindaco una figlia”.
Le fa eco il compagno e sindaco Bini: “Non credo che ritirare le deleghe a una persona solo perché è diventata madre sia il modo corretto di amministrare un Comune. Giulia è disposta a dimettersi e lo ha fatto. Valuterò cosa fare nel rispetto del ruolo di madre e di persona eletta in democrazia. Se qualcuno deve dimettersi sono io. Magari accetto le dimissioni e poi la nomino di nuovo”.
La replica dell’opposizione
L’opposizione ha richiesto le dimissioni di Giulia Bandecchi contestando la violazione del testo unico degli enti locali ove si prevede che “un sindaco non può nominare il coniuge, gli ascendenti, parenti e affini entro il terzo grado”. Lo statuto comunale di Terricciola stabilisce che “l’incompatibilità per i membri della giunta comunale in caso di rapporti di parentela e di affinità con il sindaco”.
Alle parole del sindaco e dell’assessore ha replicato Matteo Arcenni, consigliere di opposizione nelle fila di ‘Terricciola sicura’: “Chiediamo solo il rispetto della legalità e alla prefettura abbiamo chiesto se è stata violata la legge, perché a nostro avviso non è stato rispettato il regolamento comunale. Non tiriamo in ballo le famiglie e i bambini”.
Intanto, il caso di Terricciola arriva a Palazzo Chigi, proprio a pochi mesi dalle amministrative.
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