La Chiesa cambiata sotto Papa Francesco, tra famiglia e parità di genere
- 24/03/2025
- Famiglia
Il pontificato di Papa Francesco ha saputo guadagnarsi l’attenzione e il rispetto di fedeli e osservatori di tutto il mondo, al netto di detrattori e conservatori, non solo per la sua spiritualità, ma anche per l’approccio concreto alle sfide contemporanee della società e della Chiesa. Il suo ritorno in Vaticano, dopo un ricovero ospedaliero di 38 giorni, ha acceso il dibattito non tanto sulla sua salute, quanto sul significato più ampio della sua leadership: pur con fragilità fisiche, riuscirà a incarnare ancora il ruolo di riformatore, spingendo la Chiesa verso il futuro senza dimenticare la sua tradizione?
Le dimissioni papali, associate alla figura di Benedetto XVI, non sembrano essere un’opzione per Francesco, che appare più determinato che mai a portare avanti il suo cammino. Tuttavia, la sua convalescenza ha riacceso i riflettori sulla sua vulnerabilità e, di conseguenza, sul tema della riforma nella Chiesa. È davvero la sua condizione fisica a dettare l’evoluzione dell’istituzione, o piuttosto le scelte e le politiche che ha attuato nel corso del pontificato? Le sue decisioni concrete mostrano una Chiesa più aperta, più attenta alla giustizia sociale e più vicina alle dinamiche del mondo contemporaneo.
La Chiesa di Francesco
Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha sfidato le convenzioni tradizionali, ponendo al centro del suo magistero temi come la giustizia sociale, i diritti umani e la tutela dell’ambiente. Non ha mai voluto una Chiesa chiusa nelle sue consuetudini, ma una comunità che sappia leggere il presente e rispondere ai bisogni reali delle persone. Il suo è un approccio tanto politico quanto teologico: la Chiesa, secondo lui, deve essere un punto di riferimento per chi soffre, per chi cerca speranza e per chi ha bisogno di risposte concrete.
Questa prospettiva ha influenzato anche il suo sguardo sulla famiglia, tema cruciale del suo pontificato. Nonostante i problemi di salute, non ha mai smesso di sostenerne il valore e di impegnarsi per migliorarne le condizioni. Per lui, la Chiesa non deve giudicare, ma accompagnare, discernere e integrare, adattandosi ai cambiamenti della società senza perdere di vista la sua missione fondamentale.
Un nuovo approccio alla famiglia
Se un tempo la famiglia veniva considerata un’istituzione rigida e immutabile, Papa Francesco ha scelto di affrontare il tema con un’ottica più dinamica. La sua esortazione apostolica “Amoris Laetitia” ha segnato una svolta importante, promuovendo la misericordia invece della rigidità dottrinale, e l’accoglienza piuttosto che l’esclusione. Ne sono prova le aperture che il suo magistero ha operato nei confronti di situazioni un tempo considerate ai margini dell’ortodossia cattolica: dalle famiglie allargate ai divorziati risposati, fino alle coppie che vivono situazioni ‘irregolari’.
Le sue parole non si sono limitate alla sfera religiosa, ma si sono tradotte in azioni concrete. In un momento di forte crisi demografica ed economica, ha introdotto misure di sostegno per le famiglie all’interno del Vaticano, come un bonus mensile di 300 euro per i dipendenti con almeno tre figli, fino al compimento del diciottesimo anno di età o al termine degli studi. Ha inoltre esteso il congedo parentale per i padri, da tre a cinque giorni. Iniziative che non riguardano solo la natalità, ma che rappresentano un segnale forte di giustizia sociale e attenzione alle difficoltà quotidiane delle persone.
Il ruolo delle donne nella Chiesa
Oltre alla riforma della famiglia, un altro tema su cui Papa Francesco ha lasciato il segno è quello della parità di genere. Il numero delle donne in posizioni di responsabilità all’interno della Chiesa è aumentato sensibilmente durante il suo pontificato. La nomina di suor Simona Brambilla a prefetto del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica è stata una decisione storica: per la prima volta, una donna ricopre questo incarico di rilievo.
Negli anni, le donne hanno assunto ruoli sempre più importanti nella Curia romana. Dal 2019, sette di loro sono entrate nel Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata, e la Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium” ha sancito la possibilità che anche i laici – e quindi anche le donne – possano dirigere un dicastero. Un cambiamento significativo per un’istituzione tradizionalmente guidata da uomini, che segna un’evoluzione verso una Chiesa più rappresentativa della sua comunità globale.
Tra le figure femminili che hanno ottenuto incarichi di rilievo spiccano Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, e suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato della Città del Vaticano. A loro si aggiungono numerose altre donne che hanno assunto ruoli chiave, tra cui sottosegretarie e dirigenti nei dicasteri più importanti della Santa Sede.
Un cammino di apertura e inclusione
Papa Francesco ha tracciato il percorso di un pontificato in continuo movimento. Nonostante le difficoltà fisiche, la sua visione è chiara: la Chiesa del futuro è una Chiesa che dialoga con il mondo, che affronta le sfide moderne senza timori e che si impegna per costruire una società più equa. La sua malattia, anziché indebolirne la leadership, sembra aver rafforzato la determinazione con cui porta avanti la sua missione di cambiamento.
Il suo pontificato, ovviamente, non è eterno. Tuttavia, la sua eredità potrebbe risiedere proprio nella capacità di spingere la Chiesa oltre i suoi confini tradizionali, aprendo nuove strade per un’istituzione che vuole essere sempre più vicina alle persone e ai loro bisogni concreti.