Cesareo e papà, come assistere al parto: “Consentire il bonding”
- 06/02/2024
- Famiglia
Anche i papà avranno accesso alla sala operatoria durante il parto cesareo. Questa è la notizia che arriva dal Sant’Anna di Torino che conferma la possibilità di essere protagonista alla nascita del proprio figlio tanto quanto le neomamme. La struttura, infatti, in linea con altre in Italia, ha espresso il proprio consenso e ha aperto le porte alle proprie alle proprie sale operatorie per i parti cesari.
“Il papà o la persona cara scelta dalla puerpera – ha scritto la struttura in una nota – potrà assistere e stare vicino alla futura mamma ed al nascituro, non solo durante i parti naturali, ma anche in sala operatoria durante i parti cesarei per una migliore accoglienza ed umanizzazione del parto”.
Il primo caso è già avvenuto, negli scorsi giorni, quando un papà 33enne ha potuto assistere al parto cesareo presso il Blocco operatorio tagli cesarei. La neomamma di 31 anni, seguita dall’Ostetricia e Ginecologia 2 universitaria (diretta dal professor Alberto Revelli), ha messo al mondo un maschietto di 2.870 grammi, grazie anche alla collaborazione degli anestesisti dell’équipe della dottoressa Mariella Maio ed ai neonatologi dell’équipe della professoressa Alessandra Coscia. È il loro primo figlio.
Il parto cesareo
Il parto cesareo è un tipo di parto che richiede sforzi informativi, clinici e organizzativi affinché l’intervento chirurgico sia necessario per il benessere della mamma e del neonato. Non è sempre consigliato e al cesareo, generalmente, si predilige il parto naturale, ma ci sono casi e circostanze in cui è invece indispensabile. La percentuale di tagli cesarei primari all’ospedale Sant’Anna è in linea con le indicazioni del Ministero della Salute.
Quando il taglio cesareo si rende proprio necessario si cerca di preservare, oltre alla sicurezza delle cure di mamma e neonato, anche l’esperienza di accoglienza attraverso buone pratiche assistenziali quali il taglio ritardato del cordone ombelicale, il contatto pelle a pelle e l’avvio precoce dell’allattamento al seno nelle prime ore di vita. Questo tipo di azioni hanno reso il parto cesareo, un parto definito “dolce”, incentrato sulla famiglia che ha come protagonista tutte le persone coinvolte nella nascita del neonato e non solo il parto in senso stretto, come venuta al mondo di un bambino.
L’umanizzazione del parto cesareo è una pratica che rende più sereno chi si prepara a sottoporsi ad un intervento di questo tipo. Non è un caso, infatti, che la scelta del Sant’Anna di Torino sia in linea con altre strutture, ma non con tutti gli ospedali italiani. Considerata la natura chirurgica del parto, infatti, non è sempre consentito ai neopapà di godersi il momento della nascita del proprio figlio.
“Superata la fase di pandemia Covid – scrive la struttura – l’obiettivo è quello di riportare il Sant’Anna alla fase pre-pandemia, durante la quale era un ospedale aperto, dando il maggiore spazio possibile all’esperienza della madre, del neonato e dell’intera famiglia, coniugando i loro bisogni con la tutela della sicurezza delle cure. Con questo obiettivo si stanno avviando, tra le altre, due importanti azioni di miglioramento che prevedono un maggiore coinvolgimento della persona cara scelta dalla donna in sala tagli cesarei (gentle cesarean birth) e l’introduzione di procedure cliniche (protocollo Eras) in grado di migliorare ulteriormente la ripresa della mamma dopo l’intervento”.
Le procedure
La presenza del papà o persona cara in Sala Tagli Cesarei può avere numerose sfumature. La presenza in sala di preparazione per stare accanto alla mamma sino all’ultimo minuito, ad esempio, oppure anche la fase post-intervento, del risveglio assumono così la stessa valenza della presenza durante il parto vero e proprio. Quest’ultima opzione richiede consapevolezza ed il rispetto delle regole necessarie in una sala operatoria per la tutela della salute della diade madre e neonato. Inoltre, è una scelta che può essere effettuata solo nei casi di taglio cesareo programmato, ma non nelle situazioni di emergenza urgenza, durante le quali l’attenzione dei professionisti sanitari deve essere completamente dedicata a madre e al nascituro.
L’obiettivo dell’ospedale Sant’Anna, quando un taglio cesareo si rende necessario, è anche quello di offrire ad entrambi i genitori la possibilità di partecipare alla nascita del loro figlio favorendo il contatto pelle a pelle con mamma o con papà e migliorare l’avvio dell’allattamento ed il bonding attraverso la presenza di entrambi i genitori.
Bonding e affettività
Con il termine bonding si fa riferimento a quello che viene definitivo legame o attaccamento emotivo. Si tratta della sensazione che si ottiene dal contatto fisico, unico e istintivo, tra il corpo del neonato e quello della mamma e del papà. Si sviluppa già durante la fase della gravidanza, ma si rafforza per entrambi i genitori solo dopo il parto. Questo tipo di legame consente la nascita di una sintonia che vedrà impegnati, da quel momento in poi, entrambi i genitori, nel processo di crescita, cura, sviluppo e premura nei confronti del piccolo o della piccola appena venuti al mondo.
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