Elisa e Sara, mamme arcobaleno a rischio: impugnati atti di nascita dei figli
Elisa e Sara sono mamme di quattro figli. Insieme ad altre 33 coppie omogenitoriali, il 23 gennaio, si sono dirette dinanzi il Tribunale di Padova. La Procura, infatti, ha impugnato gli atti di nascita dei loro figli.
Le ultime nate sono due gemelle che oggi hanno tre mesi e che rischiano di ritrovarsi legalmente con una sola delle due mamme. Questo avviene perché in città c’è un maxiprocesso civile in corso contro le coppie lesbiche i cui figli sono stati riconosciuti alla nascita dal 2017 a oggi dal sindaco Sergio Giordani. Ma da giugno dello scorso anno, invece, una circolare del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha costretto de facto la Procura ad impugnare tutti i certificati di nascita delle coppie omogenitoriali e rimandare poi ai giudici la decisione finale.
Si tratta di famiglie che hanno figli dagli 8 anni ai pochi mesi e che potrebbero presto essere orfani di un genitore, cioè della mamma che non li ha partoriti. Gli interessi dei minori? Su questo la giustizia dovrà decidere e capire, come spiegato dall’avvocato Michele Giarratano che difende diverse di queste coppie, se da domani a questi figli va cancellata – per un decreto – una delle due mamme e se questo provvedimento sia realmente nell’interesse del minore.
“Il primo (atto di nascita) a essere stato impugnato – ha raccontato Sara Quinto a Fanpage -, è stato il figlio più grande. La nostra famiglia è stata la prima a ricevere le lettere dell’impugnazione e la prima ad aprire i cicli di udienze nel tribunale di Padova a novembre. Il 23 gennaio siamo anche l’ultima famiglia a chiuderle perché a inizio gennaio abbiamo ricevuto l’ultima impugnazione”.
“Abbiamo deciso di registrare le due gemelline – ha continuato la compagna Elisa Barbugian -, perché altrimenti non potevano essere riconosciute come nostre figlie e come sorelle dei due fratellini più grandi. Siamo stanche di tutto questo. Speravamo che almeno le due gemelline di tre mesi non venissero coinvolte in questa storia ma evidentemente ci sbagliavamo. Siamo stanche di venire in tribunale pur non avendo fatto niente di male”.
Se il tribunale rettificherà gli atti di nascita, infatti, le mamme non biologiche non avranno più alcun diritto e dovere nei confronti di questi minori.
Leggi e norme: a che punto siamo
L’Italia ha un vuoto normativo che non collima con la realtà dei fatti. Nel gennaio scorso, il ministro Piantedosi ha sollecitato i prefetti, che hanno il compito di fare valere le sue direttive a livello territoriale, a fare applicare la sentenza, chiedendo l’annullamento dei riconoscimenti alla nascita.
Di recente, il prefetto di Milano ha imposto al sindaco di utilizzare le adozioni in casi particolari per riconoscere anche i figli nati in Italia da due madri. Ma, in casi come quello di Padova, spetterà al giudice decidere chi potrà ritenersi “genitore” di un bambino venuto al mondo dalla volontà di due donne e chi no.
Italia e Grecia – come spiega Diritto.it, il portale dedicato alla giurisprudenza italiana e non solo – sono le due nazioni dell’Europa occidentale che ancora non riconoscono alle coppie omogenitoriali lo stesso diritto delle unioni tra persone di sessi biologici differenti. Estendere le unioni civili anche a coppie composte da due donne e da due uomini significa conferire anche lo stesso diritto alla genitorialità, adozione inclusa. A parte Germania e Slovenia, le coppie composte da due donne possono, inoltre, accedere alla fecondazione assistita, nella quale il bambino viene concepito col seme di un donatore. Una delle due donne diverrà la madre biologica, l’altra la “madre intenzionale” firmando il consenso che la renderà automaticamente altrettanto genitore.
Ad esprimere il proprio voto favorevole in Parlamento europeo, lo scorso 14 dicembre, sono stati in 366, contro i 145 contrari e 23 astensioni. I deputati hanno dato parere positivo alla proposta di legge del riconoscimento della genitorialità: lo scopo è quello di garantire la genitorialità automaticamente anche negli Stati membri. E, cioè, offrire a tutti i minori gli stessi diritti previsti dalle leggi nazionali in materia di istruzione, assistenza sanitaria, custodia e successione, indipendentemente dal modo in cui sono venuti al mondo.
In sintesi, secondo quanto previsto nel testo approvato dai deputati, quando si tratterà di stabilire una genitorialità a livello nazionale, i Paesi Ue potranno continuare a decidere se accettare situazioni specifiche, come ad esempio la maternità surrogata, ma saranno tenuti comunque a riconoscere la genitorialità così come stabilita da un altro Paese dell’Ue, indipendentemente da come il bambino è stato concepito, è nato o dal tipo di famiglia che ha. Ma a quanto pare, non nel nostro Paese.
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