La Regione Lazio stanzia un milione di euro per le neomamme in difficoltà
- 16/08/2023
- Famiglia
Nella regione Lazio le neomamme che sono in difficoltà economica riceveranno un contributo tra i 2.500 e i 5.000 euro. La novità è dell’11 agosto scorso quando la giunta presieduta da Francesco Rocca ha approvato la delibera proposta dall’assessore alle Pari opportunità e alle politiche giovanili e della Famiglia Simona Baldassarre che prevede lo stanziamento, per l’anno in corso, di un milione di euro.
Quali sono i requisiti per il fondo mamme in difficoltà del Lazio
Potranno accedere al fondo le neomamme:
- residenti nella regione Lazio;
- con un Isee non superiore ai 30mila euro
Trattandosi di un fondo con risorse definite, sarà la Pubblica Amministrazione a individuare le beneficiarie anche in base ad altri requisiti:
- monogenitorialità;
- altri figli minori a carico della madre;
- persone con disabilità a carico
Le beneficiarie saranno individuate con avviso pubblico predisposto e attuato da LazioCrea.
L’iniziativa prosegue nel solco già tracciato da altri enti come la regione Piemonte con il progetto “Vita Nascente” che offre alle neomamme sostegni di diverso tipo nei primi 1000 giorni di vita del bambino e il “Bonus bebè” o “assegno di natalità” previsto dall’Inps e dall’anno scorso corrisposto con l’assegno unico.
Fondo natalità Lazio, le opinioni della politica
L’assessore Simona Baldassarre, promotrice della misura, ha commentato così la delibera: “Sono ancora troppe, oggi, le donne che si trovano attanagliate da vulnerabilità economiche nel momento in cui restano incinte. Con questa delibera le vogliamo sostenere, consapevoli di come sia sempre più complesso scegliere di diventare madri. La maternità è un dono, e le donne dovrebbero essere libere di poter decidere di portare avanti dignitosamente una gravidanza. La Regione è al loro fianco, per valorizzarle e creare le condizioni per dare loro un futuro, assieme ai loro bimbi. Con questo spirito, stanziamo un milione di euro per le neomamme”.
Di tutt’altra idea l’opposizione che definisce la misura “una mancetta” per pochissime donne: “La giunta Rocca spreca un aiuto inconsistente di un milione di euro che serviranno a sostenere una tantum 267 donne nel Lazio pari a meno dell’1% delle madri dei nuovi nati in un anno. Ben vengano gli aiuti per le neomamme ma invece che disperdere risorse pubblico per un pugno di mancette sarebbe stato più efficace investire nell’approccio strutturale già tracciato dalle misure per donne e famiglie approvate all’unanimità da tutte le forze politiche, quindi anche dal centrodestra, durante la precedente giunta Zingaretti, in un totale spirito di collaborazione tra maggioranza e opposizione. Mi riferisco in particolare alla legge sulla riforma del sistema integrato di educazione 0-6 anni: siamo stati i primi in Italia ad approvarla”, ha commentato la consigliera regionale Pd Eleonora Mattia, membro della Commissione Pari opportunità.
Si fanno sentire anche le associazioni di categoria: “Ottimo l’aiuto messo in atto dalla giunta Rocca su proposta dell’Assessore Baldassarre, per aiutare le mamme in difficoltà” commenta Emmanuele Di Leo, presidente di Steadfast, organizzazione umanitaria in difesa dei diritti umani. Di Leo si dice certo che questa sia “solo una prima azione in sostegno alla maternità”.
Il calo demografico nel Lazio
Come certifica il rapporto annuale Istat, la regione capitolina registra dati peggiori di quelli, già preoccupanti, registrati a livello nazionale. Nel 2022 la fertilità media per donna è stata dell’1,16 nel Lazio contro l’1,24 della media nazionale, mentre l’età media del parto nella regione è stata di 32,9 anni dietro solo a Basilicata (33,1) e Sardegna (33), mezzo anno al di sopra dei 32,4 registrati su base nazionale.
Nell’ultimo triennio il calo demografico del Lazio è stato costante tra lo 0,3% e lo 0,4% nonostante l’apporto demografico degli immigrati, anche in termini di età.
Secondo le previsioni mediane dell’Istat, nel 2070 la popolazione residente del Lazio sarà pari a 4.782.825 unità, circa un milione in meno di oggi. Analogamente alle previsioni nazionali, il calo demografico corrisponderà con l’aumento dell’età media con tutti i problemi di welfare che questo genererà. Resta salva la possibilità di cambiare approccio e valorizzare la Silver Economy. Allora, prendere spunto dagli abitanti dell’isola di Okinawa, forse, non sarà più solo un’idea.
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