Denatalità, la Grecia investe un miliardo di euro all’anno: “Altri 20 entro il 2035”
- 07/10/2024
- Famiglia
“Una bomba ad orologeria”. Così il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha definito la crisi demografica del Paese: un peso per le pensioni, “una minaccia nazionale”.
La Grecia, infatti, con scarsi risultati, investe circa 1 miliardo di euro all’anno in misure a favore dell’infanzia. Gli investimenti dedicati alla denatalità sono diventati un simbolo delle politiche del premier greco, in carica dal 2019. Dopo aver registrato il numero più basso di nascite nel 2022, però, il governo ora prevede di spendere altri 20 miliardi entro il 2035.
Denatalità in Grecia
In linea con i dati di altri Paesi d’Europa, ma anche di Cina e Giappone, ad esempio, la Grecia ha registrato il minor numero di nascite nel 2022: per la prima volta, in quell’anno, sono nati meno di 80.000 bambini (nel 1980 erano 150mila). Ad oggi, quindi, metà della popolazione greca ha più di 46 anni, mentre nel 2000 l’età media era di 39 anni, secondo le stime ufficiali.
Allo stesso tempo, più di un abitante su cinque ha più di 65 anni (il 16% nel 2000), mentre la percentuale di persone con più di 80 anni è del 6% (il doppio rispetto al 2000). Nel 2070, le donne di 90 anni saranno il gruppo più numeroso della popolazione, totalizzando 283.294 persone, ovvero il 3,6% della popolazione, seguite dagli uomini di età compresa tra 60 e 64 anni (278.800).
Il tasso di fertilità è fermo a 1,3, tra i più bassi fra gli Stati membri dell’Unione europea in cui la media nel 2024 è di 2,4 figli per donna. Le previsioni economiche del Paese, inoltre, indicano che – se la Grecia dovesse proseguire con questo tasso di natalità – registrerà un calo del 31% della produzione entro il 2100. La causa sarà la mancanza di persone che possano sostituire gli attuali e futuri lavoratori. La forza lavoro greca è destinata a calare del 50% nei prossimi ottant’anni.
Il piano greco per la natalità
Per fronteggiare questo problema, la Grecia ha presentato formalmente, in una riunione di gabinetto della scorsa settimana, il cosiddetto National Demographic Action Plan. Parliamo di un piano messo a punto dall’attuale governo per fare fronte a una delle “minacce nazionali”: il costante calo delle nascite.
“Ho presentato ufficialmente al Primo Ministro e al Consiglio dei ministri il risultato dello sforzo a lungo termine per creare un piano decennale che mira a mitigare le conseguenze negative della crisi demografica che il paese attraversa dall’inizio degli anni ’80 – ha spiegato la ministra della Coesione Sociale e della Famiglia, Sofia Zaharaki -. Le statistiche e i modelli di previsione dello sviluppo demografico sono inquietanti. Ma dobbiamo fare tutti insieme uno sforzo in più per superare. Vogliamo creare un ambiente a misura di famiglia e di bambino che rispetti i desideri, offra scelte e supporti i bisogni dei cittadini. L’obiettivo finale è migliorare il tenore di vita attraverso la progettazione, l’attuazione, il coordinamento e la valutazione di azioni che riguardano tutti i cittadini durante tutto il ciclo di vita. È un mandato nazionale”.
In cosa consiste il Piano?
Secondo quanto riportano i media locali, il piano greco per fronteggiare la denatalità prevede:
- Miglioramento delle nascite – Sostegno alla famiglia
- Miglioramento dell’occupazione
- Gestione della longevità – Invecchiamento
- Sviluppo locale – Promozione dell’innovazione
- Informazione – Consapevolezza – Ricerca
Tra le azioni concrete volte a supportare le famiglie – coordinate con altri ministeri – ci sono:
- Controllo prenatale
- Intervento per la prima infanzia
- Tassazione favorevole delle prestazioni facoltative
- Aumento dei finanziamenti per le “Tate di quartiere”
- Aumento dei criteri di reddito per i voucher
- Aumento dell’assegno familiare
- Aumento dei posti negli asili nido
- Estensione dell’orario degli asili nido
- Asili nido sul posto di lavoro
- Scuola a tempo pieno
- Abolizione tassa sui premi assicurativi per i bambini
- Housing sociale / Turismo sociale familiare
- Status permanente di tre figli
Tra le altre azioni rientrano il coinvolgimento degli anziani nell’economia, una migliore assistenza sanitaria, azioni a sostegno della fertilità e della salute riproduttiva. “Le statistiche e i modelli di previsione per gli sviluppi demografici sono inquietanti. Ma abbiamo l’obbligo di fare tutti insieme un grande sforzo per superare questo problema”, ha concluso la ministra Zaharaki.
Le nascite in Grecia sono sempre più in calo da quando, nel 2009, la crisi economica ha coinvolto il Paese. Prima un’emigrazione di massa dei greci, poi il cambiamento di atteggiamento dei giovani rispetto alla progettualità di una genitorialità: per gli esperti di demografia del Paese, questi piani non è detto che saranno capaci di invertire la tendenza.
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