Quanto influisce l’istruzione sull’essere genitore single?
- 01/11/2024
- Famiglia
Nel panorama europeo odierno, il fenomeno della genitorialità single non è più una novità. Tuttavia, la composizione socio-educativa delle famiglie single sta cambiando e solleva interrogativi cruciali sul futuro dei bambini e sulle disuguaglianze sociali emergenti. Negli ultimi decenni, infatti, si è osservato un legame sempre più stretto tra il livello di istruzione delle madri single e la probabilità di allevare i figli senza un partner. Questo divario ha portato a domandarsi se essere un genitore single rappresenti, oggi più che mai, un’esperienza prevalentemente riservata alle madri con un basso livello di istruzione.
Uno studio pubblicato su Demographic Research, basato su mezzo secolo di dati raccolti in otto paesi europei, mette in luce un quadro complesso, dove i livelli d’istruzione delle madri non solo influenzano le probabilità di crescere i figli da sole, ma ridefiniscono le condizioni sociali, economiche e psicologiche di queste famiglie. Ed è proprio nelle differenze di istruzione che si nasconde un crescente divario che rischia di ampliare le disuguaglianze sociali già esistenti.
Nel passato, essere una madre single poteva sembrare più una scelta individuale o una conseguenza delle vicende della vita; ora, le ricerche mostrano come questa condizione sia, per molte donne, strettamente legata al grado di istruzione e alle risorse a disposizione. Il fenomeno ha portato alcuni sociologi a parlare di “destini divergenti”: figli di madri con diversi livelli di istruzione sembrano seguire percorsi sempre più distinti, in cui i rischi di povertà e disagio familiare si concentrano nelle famiglie con meno strumenti educativi. Ma quali sono i meccanismi alla base di questa polarizzazione? E come varia in diversi paesi europei?
Il peso dell’istruzione
L’indagine, basata su dati raccolti in otto paesi europei tra il 1970 e il 2015, mostra che le madri meno istruite incontrano difficoltà sempre maggiori nel mantenere un equilibrio economico e familiare stabile, soprattutto se crescono i figli da sole. È in questa fascia che il rischio di povertà e di marginalizzazione aumenta, con effetti che si riverberano sulle generazioni future. Sebbene in paesi come l’Italia e l’Austria la correlazione tra istruzione e genitorialità single resti ancora debole, altrove la situazione è diversa: il Regno Unito e l’Irlanda, per esempio, mostrano una correlazione netta e crescente tra basso livello di istruzione e maggiore diffusione della genitorialità single.
In effetti, negli anni Settanta, il divario educativo tra madri single era inesistente o leggermente positivo in alcuni paesi (come Austria e Polonia). Solo in Norvegia – già allora modello di welfare avanzato – le madri meno istruite mostravano tassi più elevati di genitorialità single. Questo fenomeno non ha tardato a espandersi in altre aree, trasformando il basso livello di istruzione in un indicatore di vulnerabilità economica e sociale per chi sceglie o è costretto a crescere i figli senza un partner.
Un aspetto cruciale emerso dalla ricerca è la specifica vulnerabilità delle madri meno istruite con figli piccoli, tra 0 e 4 anni. Queste donne non solo affrontano le difficoltà della genitorialità single, ma si trovano spesso a corto di risorse economiche, di sostegno familiare e di tempo da dedicare allo sviluppo dei figli. In un’Europa sempre più divisa da disparità educative, il divario è particolarmente evidente in paesi come Irlanda e Regno Unito, dove il sistema di supporto sociale, pur offrendo benefici su base economica, non riesce a colmare le disuguaglianze di accesso al mercato del lavoro e alla cura dei figli. Questo doppio svantaggio – bassa istruzione e figli piccoli – rende spesso difficile rompere il ciclo della povertà, consolidando quella che sembra ormai una condizione sociale ereditaria.
Al contrario, in Italia e Austria, dove il supporto per le madri single è ancora limitato, le differenze nella genitorialità single tra le fasce educative restano modeste. Qui, la scarsità di benefici pubblici sembra scoraggiare la genitorialità single tra le madri meno abbienti, che preferiscono unirsi a reti familiari estese o formare nuove unioni, una strategia che mitiga le difficoltà economiche e psicologiche della genitorialità solitaria.
Destini familiari e prospettive: cosa dicono i dati
I dati ci raccontano che nei paesi con un alto livello di sostegno finanziario basato sui mezzi, come Regno Unito, Irlanda e Polonia, il divario educativo è maggiore. Qui, le madri meno istruite, rispetto a quelle con livelli più elevati, trovano più agevole prendere la decisione di crescere un figlio senza partner o di uscire da una relazione problematica. Norvegia e Francia, invece, offrono un quadro diverso: grazie a un’infrastruttura di assistenza all’infanzia accessibile e ben sviluppata, l’equilibrio tra lavoro e famiglia risulta meno ostico anche per le madri meno istruite. Questo contesto riduce parzialmente il peso del basso livello educativo, permettendo una gestione autonoma delle sfide della genitorialità single.
Che cosa suggeriscono questi risultati per il futuro delle politiche sociali? La necessità di un supporto più mirato per le famiglie più vulnerabili è evidente. In particolare, un sistema di assistenza all’infanzia flessibile e accessibile, come pure congedi parentali che garantiscano un sostegno adeguato anche per le madri meno qualificate, potrebbe alleviare molte delle difficoltà affrontate da queste donne. Le politiche di affidamento condiviso potrebbero inoltre sostenere un contatto continuo con entrambi i genitori, elemento vitale per il benessere dei bambini. Nel complesso, è chiaro che misure come i sussidi per l’infanzia si rivelano tra gli strumenti più efficaci per ridurre il rischio di povertà tra i genitori single e i loro figli.
Questa indagine non solo getta luce su un fenomeno sociale sempre più rilevante, ma apre anche la strada a nuove ricerche. Sebbene limitato da dati trasversali, lo studio suggerisce che indagini su panel o con storie di vita retrospettive potrebbero approfondire ulteriormente il quadro, monitorando i percorsi delle madri single e i fenomeni di ‘ripartnering’ e formazione di famiglie allargate. Inoltre, l’inclusione di variabili legate alla migrazione e al background etnico potrebbe aggiungere nuovi elementi a un fenomeno in continua evoluzione, specie in una società europea dove la mobilità e le diversità culturali sono in crescita.
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