Denatalità, la provocazione di Crepet: “A 13 anni su Onlyfans penseranno mai di fare figli?”
- 13/03/2024
- Famiglia
“I figli li fanno quelli che hanno un futuro. Noi lo abbiamo meno obiettivamente – ha affermato lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet -. È un fenomeno naturale aver fatto molti figli quando c’erano i campi da curare, l’officina da lasciare a qualcun altro. Spero che mia figlia si realizzi come donna. Non sono un padre che vuole spingere una carrozzina in un parco per poi rendersi conto che quella donna non è felice”.
Sono parole chiare quelle espresse, sul tema della denatalità, nell’ambito del convegno “La Natalità: è una questione di coppia” organizzato da Farmindustria, patrocinato dal Ministero alla Natalità e Pari opportunità, dal noto psichiatra.
Paolo Crepet non si è smentito, esprimendo aspramente le sue opinioni anche sui temi dell’educazione infantile, del welfare familiare e della sessualità: “Non è permettendo al papà di stare 6 mesi a casa che allora le coppie faranno cinque figli. Sono barzellette Se fai un figlio a 45 anni è difficile che tu sia presente il giorno della sua laurea. Fare un figlio a quell’età o a 50 o a 60 anni è egoismo. Un figlio ha il diritto di crescere con persone vive, non cariatidi”.
Welfare familiare
Poi sul welfare e sulle politiche familiari Paolo Crepet ha continuato: “Vogliamo investire nella scuola? Asili nido e materne per tutti e a tempo pieno. Elementari anche. Pullmini gialli per tutti. Così si fa in Danimarca, in Olanda. Cosa abbiamo noi di così strano per non essere Danimarca o Olanda, con un Pil superiore al loro, tra l’altro? Investiamolo in docenti ben pagati, in strutture accessibili”.
“C’è un rapporto causa ed effetto? – ha poi insistito – Assolutamente no, ma potrebbero sapere di essere tutelati e protetti. Io sono disposto a pagare il 55% di tasse per avere queste garanzie. Abbiamo un welfare state che si basa sui genitori e sui nonni, ma dobbiamo smettere di aspettare l’eredità per poter dare ad un giovane una casa”.
Fragilità educativa
Per lo psichiatra, quello della denatalità è anche una questione di fragilità educativa: “Se un papà o una mamma ignorano che la figlia 13enne è su Onlyfans c’è un problema. Sessualità intesa come genitalità è enormemente cambiata. Mio nonno aveva 15 fratelli e sorelle, io ho una figlia e non mi sento in colpa. È cambiato il mondo: è tarato sull’egocentrismo e non sulla felicità. Sono le conseguenze di ciò che abbiamo voluto nel corso degli ultimi anni”.
L’educazione scolastica
“Consiglio a chi vuole fare figli, di educarli – ha concluso Paolo Crepet a Farmindustria -. In questo senso, non vedo la denatalità come un problema. Meglio pochi bambini ben educati che tanti diseducati. Stiamo facendo le battaglie sbagliate per il futuro dei ragazzi. Diamogli la possibilità di crescere. Perché dobbiamo tirare su degli zombie? Ho visto bambini con il pannolino che usavano il cellulare. Uno che inizia a 13 anni su Onlyfans poi penserà di fare figli? A 22 anni sarà annoiato. Come si fa in un mondo in cui non c’è empatia ad avere sessualità? Neanche quando eravamo obbligati in casa per il lockdown s’è fatto sesso”.
Prevenzione alla fertilità
A trovarsi in accordo è anche il dott. Pier Francesco Bassi, professore di Urologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
“Le coppie moderne – ha risposto il dott. Bassi – non hanno la necessità profonda di avere figli. Non fa parte del loro concetto di famiglia. Questo è dimostrato anche dal calo dei matrimoni. Sposarsi è regolarizzare un rapporto. Bisogna prendere atto che è cambiato il concetto di famiglia”.
Poi sull’infertilità, ha ammesso: “La cosa che sottolineo sempre è che, quando in ambulatorio vedo arrivare una coppia di giovani, vedo subito qual è il problema: si ricerca l’infertilità sempre prima nella donna e poi per esclusione arriva il maschio. Questo fa parte di una mentalità riproduttiva e sessuale che secondo gli uomini è preminente, ma che poi si scontra con la realtà. Il maschio ritiene di essere fertile fino a 105 anni e pensa di non avere interferenze negative nella sua fertilità quando sappiamo che obesità, alcol, diabete, droghe e fumo interferiscono abbondantemente. Negli ultimi 50 anni è diminuito il tasso di fertilità maschile e nel 2070 è previsto che – sommando le influenze ambientali – ci saranno -50% di uomini fertili rispetto al 2000”.
“Una delle cause di infertilità era il varicocele. Intercettato nelle visite di leva. Oggi manca la prevenzione delle patologie che possono determinare l’infertilità. Lo screening per la prostata avviene se a portare l’uomo a controllo è la moglie o la mamma – ha concluso il professor Bassi -. Il problema della natalità è un problema di sistema coppia. Un esperto di comunicazione ci disse che non potevamo parlare di screening per la prostata sulle riviste di motori, ma che avremmo sensibilizzato alla prevenzione se questo problema fosse stato su riviste femminili e così le mogli e le mamme ci hanno portato gli uomini a controllo”.
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