500mila nascite entro il 2033, altrimenti crolla tutto: l’allarme della Fondazione per la Natalità
- 20/02/2024
- Famiglia
500mila nuovi nati entro il 2033. Questo l’obiettivo tracciato dall’Istat, fatto proprio e ribadito dalla Fondazione per la Natalità in occasione dell’avvio degli Stati Generali della Natalità, oggi a Bologna. Un obiettivo complicato e ambizioso, in un Paese come l’Italia che vive ormai da tempo un inverno demografico sempre più rigido. Secondo i dati Istat, il 2022 ha segnato un ulteriore record negativo per le nascite – 393mila, in calo dell’1,7% rispetto al 2021 – e anche i primi sei mesi del 2023 hanno proseguito il trend, con circa 3.500 nascite in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e un tasso di fecondità stimato a 1,22 figli per donna.
Ma qualcosa si può ancora fare. Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità, intervenuto in apertura di lavori a Bologna, ha dichiarato: “Il rischio grande è quello di perderla questa partita, il rischio grande è comunicare ai giovani che il futuro non è una promessa ma una minaccia. E allora siamo qui per ragionare, per parlarne, perché ciascuno deve fare il suo pezzetto e se tutti fanno il proprio pezzetto, anche a livello istituzionale, le cose possono cambiare, cioè non è un destino ineluttabile.”
Da Bologna, dunque, arriva una mano tesa per fare squadra tra governo, Parlamento, maggioranza e opposizione, istituzioni e imprese per una partita che deciderà il futuro del Paese.
“Il grande problema in Italia è che chi non vuole figli è libero di non farli, ma chi li vuole oggi, tenendo presente che è la seconda causa di povertà, non è libero di farli”, ha continuato De Palo. “Questi incontri servono a darci una rotta per vincere la battaglia della denatalità. L’obiettivo delle 500 mila nascite entro il 2033 non l’abbiamo proposto noi, ma l’Istat, il tema è un tema che accomuna tutti perché, se non ripartono le nascite, l’Italia rischia veramente.”
“Bisogna darsi un obiettivo perché, se non ti dai un obiettivo, è difficile raggiungerlo – ha concluso De Palo -. Se non raggiungiamo i 500 mila nati nel 2033 molto probabilmente crollerà tutto il sistema Paese. Bisogna creare le condizioni perché ciò avvenga. Noi dobbiamo creare delle condizioni, anche fiscali, in modo tale che fare famiglia, fare un figlio non sia più penalizzante. Oggi si pagano le tasse in base non alla composizione familiare ma in base al reddito, ecco si parla tanto di quoziente familiare, chiamiamolo come vogliamo ma facciamolo, così come poi tutta un’altra serie di servizi e di strumenti che possono essere sicuramente gli asili nido, i congedi parentali ma prima di tutto ci devono essere necessariamente le fondamenta che sono appunto una fiscalità a dimensione familiare e un ragionamento culturale.”
Bordignon (Forum Associazioni Familiari): “Figli un bene comune”
I costi legati al mantenimento di un figlio sono tendenzialmente alti, ma per il presidente nazionale del Forum Associazioni Familiari, Adriano Bordignon, un figlio resta pur sempre un “bene comune”. “In Italia si è creato un cortocircuito importante – ha ammesso Bordignon agli Stati Generali della Natalità, oggi a Bologna -. Mettere al mondo un figlio è considerato un costo. In realtà un figlio oggi è un “bene comune, è una cosa per cui tutto il sistema Paese dovrebbe investire per mantenere inalterato il livello della produttività, della competitività del nostro sistema economico”.
Sul welfare si giocherà la vera sfida della natalità, come ha sottolineato lo stesso Bordignon che ha continuato affermando l’importanza di “una riforma fiscale che arrivi molto presto, un assegno universale e unico più generoso e una riforma dell’Isee”. Ecco per cui, il lavoro si dovrà focalizzare su donne e giovani che “devono essere messi nelle condizioni di diventare protagonisti della loro vita. Ma abbiamo anche una questione del lavoro femminile ancora irrisolta, troppo basso il tasso di occupazione femminile e troppo bassa la remuneratività”. In Italia “il lavoro femminile è sempre esposto al rischio – conclude – e soprattutto non può percorrere strade di carriera. Per farlo serve una giusta remunerazione, servono servizi di conciliazione, welfare aziendale, ma anche servizi territoriali per la cura della prima infanzia e del caregiver degli anziani e condivisione di compiti di cura tra genere maschile e genere femminile”.
Rosina: “Italia rischia l’assenza di un ricambio generazionale”
Che un figlio sia un “bene comune” è opinione condivisa anche da Alessandro Rosina, professore ordinario Demografia e Statistica Università Cattolica di Milano. Nel suo intervento agli Stati Generali della Natalità ha spiegato che “l’Italia si trova con una condizione di persistente bassa natalità, è da ormai oltre 40 anni che il numero medio di figli per donna, che dovrebbe essere attorno a 2 per garantire un adeguato ricambio tra generazioni, è invece sotto 1,5 e i dati più recenti sono ancora più bassi perché è sceso sotto un figlio e un quarto”. E ha poi ricordato: “Siamo uno dei Paesi con più difficoltà a invertire la tendenza questo è un problema […] perché avremo sempre meno persone in età attiva, quindi, andrà a ridursi la popolazione potenziale di forza lavoro e questo va a rallentare sia la crescita economica ma anche complessivamente la sostenibilità del sistema di welfare italiano. L’Italia è uno dei Paesi in Europa con maggiori squilibri di questo tipo e quindi deve maggiormente trovare le soluzioni per affrontarle”.
Biscaglia: “Soluzioni? Welfare e sensibilizzazione al tema”
Al di là della politica e degli orientamenti è Enrico Biscaglia, presidente dell’Associazione Bologna Bene Comune che ha spiegato che le soluzioni per affrontare il calo della natalità sono diverse: dalla promozione di un welfare capace di accogliere le esigenze delle mamme sino a percorsi educativi nelle scuole che facciano cogliere “qual è il valore che ha nell’ambito della realizzazione della persona il fare figli, la nuova vita”. E ancora: “La politica deve fare il suo, deve impegnarsi di più perché il problema è così accelerato e grave che occorre una grande azione – ha proseguito – una presa in carico che ci auguriamo, vada al di là degli schieramenti, ogni parte politica potrà avere la sua ricetta, ma che deve essere un obiettivo di tutti.”
Natalità: Zuppi, ‘un piano che dia fiducia e speranza di trasmettere la vita’
Ad aggiungere proposte risolutive anche Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) che – all’Adnkronos a Bologna – ha affermato con decisione che serve “un piano che davvero dia fiducia, garanzie, sicurezza e poi il gusto di guardare al futuro, alla bellezza della vita, della speranza, di trasmettere vita”. “In momenti così difficili – ha continua il presidente della Cei – alla ricerca di tanta sicurezza”, proprio come adesso, quando “sembra che non ce ne sia a sufficienza, dobbiamo dare tutte le sicurezze: la casa, combattere il precariato, dare i sostegni. Nei paesi dove è stato fatto questo si è invertita la tendenza”. Infine, “c’è tanto da saper guardare alla vita con speranza con passione e credere che la vita ha senso quando la doni a qualcuno”.
Il Tour della Natalità
Con l’incontro di questa mattina a Bologna è partito oggi il Tour della Natalità, la serie di convegni promossi dalla Fondazione per la Natalità, in collaborazione con l’Associazione Bologna Bene Comune.
I lavori, introdotti e moderati da Gigi De Palo, si sono così articolati in quattro momenti. Il primo è stato dedicato al contesto di riferimento: Enrico Biscaglia (presidente Bologna Bene Comune) dialogherà con Alessandro Rosina (professore ordinario di Demografia e Statistica all’Università Cattolica di Milano). Poi al centro i giovani: Alberto Pellai (medico, psicoterapeuta, ricercatore e formatore) sarà protagonista di un confronto con liceali e universitari bolognesi.
Gli impatti economici e sociali dell’inverno demografico sono stati al centro della tavola rotonda con interventi di Gianluigi Bovini (statistico e demografo), Agnese Pini (direttrice Quotidiano Nazionale), Gianluca Galletti (presidente Emil Banca), Giulia Bernardi (direttore HR Illumia Spa) e Adriano Bordignon (presidente nazionale Forum Associazioni Familiari).
Infine, la parola alle istituzioni con gli interventi del sindaco di Bologna Matteo Lepore, del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Maria Roccella e dell’arcivescovo di Bologna e presidente Cei card. Matteo Maria Zuppi.
Prossime tappe del Tour della Natalità a Palermo a metà ottobre, a Roma il 15 novembre, a Milano a dicembre e infine a Venezia.
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