Cittadinanza Usa in palio in un reality show? Come funziona ‘The American’
- 20 Maggio 2025
- Mondo
Se non avete 5 milioni di dollari per ottenere la cittadinanza statunitense tramite la “Gold Card” – la proposta che Donald Trump vorrebbe introdurre per facilitare l’ingresso dei super ricchi – potreste trovarvi a competere per il passaporto americano in un modo decisamente insolito: partecipando a un reality show.
Un reality per ottenere la cittadinanza: l’idea di Rob Worsoff
Il progetto si chiama – provvisoriamente – ‘The American’ e l’ideatore è Rob Worsoff, produttore televisivo noto per show come Duck Dynasty e Millionaire Matchmaker. L’idea, rivelata in esclusiva dal Daily Mail, prevede una serie televisiva in cui immigrati regolari gareggiano per ottenere la cittadinanza americana.
Il programma, riporta il tabloid britannico, sarebbe già stato proposto da Worsoff al Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti (Department of Homeland Security – Dhs), ma non era la prima volta che il produttore avanzava l’idea. Secondo lui, sia Obama sia Biden si erano dimostrati ‘ricettivi’ all’ipotesi, ma poi non se ne era fatto più nulla per vari motivi.
Ora, sostiene Worsoff al Daily Mail, la segretaria alla Sicurezza Interna Kristi Noem vorrebbe procedere, tuttavia il giornale precisa che non è ancora chiaro se il programma effettivamente si farà.
La smentita del Dipartimento della Sicurezza Interna
Il Dipartimento infatti ha smentito categoricamente ogni coinvolgimento formale. Tricia McLaughlin, assistente segretaria del Dhs per le relazioni pubbliche, in un post su X ha definito il resoconto del tabloid “completamente falso” e “un affronto al giornalismo”. Inoltre ha chiarito che il Dipartimento riceve ogni anno centinaia di proposte televisive, che The American è solo una di queste, e che non ha ricevuto né approvazione né rifiuto. Infine, Noem non sarebbe nemmeno a conoscenza del progetto, né sua sostenitrice.
Il format dello show: folklore americano e competizione a premi
Secondo la proposta, raccontata da Worsoff a NewsNation, i partecipanti – tutti immigrati regolari già inseriti nel percorso di immigrazione – inizierebbero il loro viaggio da Ellis Island, luogo simbolico che tra il 1892 e il 1954 ha accolto 12 milioni di migranti. Da lì partirebbero in treno per attraversare gli Stati Uniti, affrontando sfide regionali ispirate al patrimonio culturale locale, come ad esempio il trasporto di tronchi in Wisconsin, il rafting in Colorado, la pesca delle vongole nel Maine, il montaggio di una Ford Model T a Detroit, la sfida sulla pizza a New York. Previsti inoltre quiz sulla storia e la cultura americana.
Ogni episodio prevederebbe alcuni momenti chiave: una sfida culturale, una prova a eliminazione e una votazione in stile assemblea cittadina. Il tutto culminerebbe con una cerimonia finale in cui il vincitore del contest giurerebbe fedeltà agli Stati Uniti sui gradini del Campidoglio.
Tra i premi ipotizzati figurano ricompense dichiaratamente ‘american style‘, come 1 milione di punti American Airlines, una carta regalo Starbucks da 10mila dollari, benzina gratis a vita. Il conduttore ideale, secondo le 35 pagine della proposta che Worsoff avrebbe presentato, sarebbe un cittadino americano naturalizzato e celebre, che sappia incarnare il ‘sogno americano’.
Hunger Games per migranti? Le accuse e la difesa dell’ideatore
Le critiche non si sono fatte attendere: per molti, l’idea di trasformare la cittadinanza in un premio da reality è cinica e disumanizzante. Alcuni hanno parlato di una versione per immigrati di Hunger Games. Worsoff, che è a sua volta un immigrato, ha respinto queste accuse, sostenendo che il suo intento sia tutt’altro: “Voglio dare un volto alle persone che intraprendono questo viaggio”. “Lungo il cammino, ci ricorderemo cosa significa essere americani, attraverso gli occhi di chi più lo desidera”, ha spiegato.
Il produttore ha anche raccontato come è nata l’idea: “Ho scoperto che pagando un supplemento si può avere un’elaborazione premium per la domanda di cittadinanza. Ho pensato: perché non farne uno show?”. A suo dire, chi non vince la competizione non verrebbe espulso, ma semplicemente proseguirebbe il proprio iter burocratico senza accelerazioni. Insomma, col suo programma, sostiene, ci sarebbero solo vincitori.