Pillon fa discutere: le donne non fanno figli perché sono un peso
- 03/01/2024
- Famiglia
Donne ancora una volta alla sbarra sul tema maternità. Stavolta è Simone Pillon, ex senatore in quota Lega e cofondatore del Family Day, a dire la sua su un argomento sempre più scottante, quello della denatalità. E lo fa andando al nocciolo della questione: perché non facciamo più figli? Ospite di KlausCondicio, il programma di Klaus Davi in onda su YouTube, Pillon spiega: “Un figlio è un peso, ti toglie, ti limita, non ti permette lo sviluppo della tua carriera. C’è un grande aspetto individualistico e quindi anche egoistico ma che è figlio di un ormai comune modo di sentire, quello di una civiltà ormai decadente”.
Si arriva al paradosso, continua Pillon, per cui le donne non fanno figli e dopo “si ritrovano a 40 anni che non possono più averne perché nel frattempo la natura sostanzialmente ha preso il sopravvento e vanno a fare la fecondazione assistita o peggio ancora l’utero in affitto. Una follia”.
Società più ricche ma in decadenza
Dunque, dopo le polemiche dei giorni scorsi, tra chi sostiene che le donne debbano avere sì aspirazioni ma prima di tutte quella di essere madri, chi afferma che la denatalità sia un problema culturale piuttosto che economico, e chi dice che gli italiani preferiscono i cagnolini ai bambini, Pillon non fa mancare la propria opinione.
E spiega: “Quello che serve per fare i figli non sono i soldi, io sono un fiero assertore della necessità di politiche pro-famiglia, ma quando si decide di mettere al mondo un bambino la vera motivazione non è mai di natura economica, perché i nostri nonni avevano le pezze al sedere, eppure mettevano al mondo 6-7 figli. Noi siamo nettamente più ricchi di loro, abbiamo più risorse, più assistenza sociale, più sanità, e non facciamo figli”.
E se è vero che l’egoismo individuale è un aspetto importante, va anche detto che l’ex senatore insiste soprattutto sulla “mancanza di speranza: siamo una civiltà alla frutta, in lentissimo declino. Sappiamo che probabilmente i nostri figli si troveranno peggio di noi e questo ci uccide la speranza”.
Pillon infine tira in ballo anche gli uomini, perché, come ricorda, le donne i figli non li fanno da sole. Non lo fa per colpevolizzarli, ma per sottolineare che quella che va sostenuta e aiutata non è la maternità ma la genitorialità, la famiglia nel suo insieme. Una posizione che, sottolinea, lo pone in collisione con la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella.
Cosa pensano gli italiani
Ma cosa ne pensano gli italiani? Sono degli egoisti incalliti, visto che vantano un tasso di fecondità tra i più bassi al Mondo (1,24 figli per donna), oppure ci sono anche altri problemi?
Pillon afferma che i nostri nonni mettevano al mondo parecchi figli nonostante la povertà, ma la questione va un po’ ribaltata: i nostri nonni mettevano al mondo parecchi figli proprio a causa della povertà. Servivano infatti braccia da lavoro, e la mortalità infantile era così alta che occorreva fare più figli per aumentare le possibilità che qualcuno sopravvivesse. Senza contare la mancanza di anticoncezionali, la diffusa ignoranza e il fatto che chiedersi cosa uno volesse dalla propria vita era impensabile.
Oggi ci sono più opportunità, di lavoro ma anche di intrattenimento e di autorealizzazione, e la dimensione familiare non ha più lo stesso ruolo e non segue più gli stessi binari anche solo di pochi decenni fa. Insomma, quello di Pillon è un paragone che semplifica la questione. Ma che apre a delle riflessioni necessarie, perché è innegabile che la società occidentale attuale sia molto più ricca del passato e che l’individualismo sia ormai dilagante, portando egoismo e solitudine diffusi.
Economia e solitudine
Sicuramente occorre partire dall’aspetto economico: per gli italiani il problema è soprattutto questo. I nostri connazionali vorrebbero dei figli e ne vorrebbero di più, ma non possono permetterseli e non trovano sostegno in politiche familiari adeguate.
Un recente sondaggio condotto da Emg Different per Adnkronos mette in luce che non si fanno figli:
• per il 37% degli intervistati a causa dell’aumento del costo della vita
• per il 35% per la precarietà del lavoro
• per il 29% per le basse retribuzioni
• per il 28% contribuisce la carenza di servizi per i figli
• altri motivi: per la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia o per la scelta delle donne o delle coppie di avere figli in età sempre più matura (18%).
Inoltre, se guardiamo moltissimi studi e analisi, vediamo come le famiglie con bambini siano spesso economicamente precarie, e che un figlio, in una società come quella attuale che è quella con cui dobbiamo confrontarci, ha dei costi non sempre sostenibili.
Allo stesso tempo, le società ricche presentano molte criticità ‘culturali’: la solitudine è un fenomeno che preoccupa e il disagio psicologico è in aumento, soprattutto tra i giovani e dopo la pandemia. Il calo demografico insomma deve essere affrontato a 360 gradi, non tralasciando nessuna delle sfaccettature di un problema così complesso e delicato, che non appartiene a nessuna ideologia.
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