Due rifugiati su tre sognano l’Italia ma la metà si sente discriminata
- 27/09/2024
- Mondo
L’Italia, per molti rifugiati, non è solo una meta di salvezza, ma un trampolino di lancio per realizzare sogni e ambizioni. Questo desiderio è emerso con forza dal recente Report UNHCR presentato all’Università LUMSA, che analizza le esperienze degli studenti universitari rifugiati iscritti a diversi atenei italiani. Tra i dati più significativi, spicca che due su tre rifugiati sognano di lavorare in Italia, ma circa la metà si è sentita discriminata durante il loro percorso accademico e sociale. Il report, sviluppato in collaborazione con la RUIAP (Rete delle Università Italiane per l’Apprendimento Permanente), mette in luce difficoltà, successi e sfide, sottolineando l’importanza dell’inclusione educativa per l’integrazione.
Una crisi umanitaria senza precedenti
Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il numero di persone costrette alla fuga nel mondo ha raggiunto i 120 milioni, pari quasi alla popolazione del Giappone, come indicato nel Rapporto Global Trends del maggio scorso. Questo dato rappresenta un raddoppio rispetto al decennio precedente e segna il dodicesimo anno consecutivo di crescita.
In Italia, alla fine del 2023, si contavano circa 138.000 persone titolari di protezione internazionale, a cui si aggiungono 147.000 richiedenti asilo e oltre 161.000 cittadini ucraini con protezione temporanea. In questo contesto, l’Italia ha svolto un ruolo cruciale nell’accogliere e integrare i rifugiati, attraverso iniziative come i corridoi umanitari e programmi per favorire l’inclusione lavorativa e accademica
Il sogno italiano
Circa il 70% degli studenti rifugiati dichiara di voler costruire il proprio futuro professionale in Italia. Questa aspirazione non è solo legata al desiderio di stabilità economica, ma anche alla possibilità di contribuire attivamente alla società che li ha accolti. Alcuni vedono l’Italia come un luogo in cui sviluppare le competenze acquisite durante gli studi, altri come un ponte verso una carriera internazionale. Tuttavia, questo sogno si scontra spesso con barriere pratiche e psicologiche.
La maggior parte di questi giovani proviene da paesi come l’Afghanistan e l’Ucraina, due nazionalità che, con rispettivamente il 24% e il 22% dei partecipanti, rappresentano i gruppi più numerosi tra gli studenti intervistati. Le loro storie riflettono la realtà di conflitti e crisi politiche che li hanno costretti a fuggire, ma anche la speranza di ricostruire una vita migliore grazie all’istruzione.
Un percorso ad ostacoli
Uno dei principali ostacoli segnalati dagli studenti è la difficoltà legata alla lingua italiana. Solo il 21% degli intervistati ha dichiarato di avere una conoscenza avanzata della lingua, mentre il 37% si attesta su un livello base. Questo crea enormi difficoltà, soprattutto nella comprensione delle lezioni e nella gestione delle relazioni sociali e accademiche. Di contro, l’inglese è una risorsa fondamentale per molti, con il 62% degli studenti che ne dichiara una padronanza avanzata, rendendo la lingua anglosassone un mezzo privilegiato di comunicazione accademica.
Anche la burocrazia rappresenta una barriera rilevante: il 30% degli studenti ha indicato problemi di tipo finanziario come una delle principali difficoltà, mentre il 21% ha sottolineato la sfida della gestione amministrativa delle borse di studio e delle pratiche universitarie. Queste criticità si aggiungono alle già difficili condizioni personali di chi, spesso, si trova a vivere in un nuovo paese senza una rete di supporto familiare o sociale.
Discriminazione
Il report evidenzia che la discriminazione è una realtà percepita da molti. Il 46% degli intervistati ha dichiarato di essersi sentito discriminato in generale, sebbene solo un 6% abbia subito episodi di discriminazione nel contesto accademico. Questo dato suggerisce che, nonostante gli sforzi delle università italiane per promuovere un ambiente inclusivo, ci sia ancora molto lavoro da fare per garantire un’accoglienza priva di pregiudizi.
Gli studenti provenienti da paesi asiatici e africani sono coloro che sentono maggiormente il peso della discriminazione, spesso legata alla loro apparente differenza fisica. Tuttavia, anche le difficoltà nel fare amicizia con studenti italiani o nel trovare interlocutori disponibili in caso di problemi personali sono state menzionate dal 35% degli intervistati, indicando che l’integrazione sociale è ancora una sfida aperta.
Le borse di studio
Un aspetto cruciale per il successo accademico e l’integrazione dei rifugiati è l’accesso alle borse di studio. Il 71% degli studenti ha beneficiato di una qualche forma di sostegno finanziario, ma i dati rivelano anche che un terzo di essi non ha potuto accedervi a causa della complessità delle procedure o della scarsa conoscenza delle opportunità disponibili.
Un problema significativo emerso dal convegno è stato l’annuncio che, per il 2023, il Ministero dell’Interno non ha ancora pubblicato il bando per le borse di studio destinate agli studenti rifugiati. La mancanza di finanziamenti pubblici potrebbe limitare l’accesso all’istruzione per centinaia di studenti, aggravando la loro precarietà.
Il ruolo cruciale delle università
Le università italiane hanno giocato un ruolo importante nel sostenere gli studenti rifugiati attraverso programmi come UNICORE (University Corridors for Refugees), che facilita l’accesso all’istruzione superiore per i rifugiati attraverso borse di studio specifiche. Tuttavia, nonostante il coinvolgimento degli atenei, permangono lacune nei servizi offerti, soprattutto per quanto riguarda il tutoraggio e il supporto psicologico, segnalati come insufficienti dal 10% degli studenti.
Il Manifesto dell’Università Inclusiva, lanciato dall’UNHCR e firmato da oltre 50 università italiane, rappresenta un passo importante verso la creazione di ambienti più accoglienti e integrati. Tuttavia, come evidenziato dai dati del report, è necessario fare di più per superare le barriere esistenti e garantire che tutti gli studenti rifugiati possano avere accesso a un’educazione di qualità senza ostacoli burocratici o discriminazioni.
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