Due morti dopo l’uso del taser: cos’è, come funziona e cosa può provocare
- 19 Agosto 2025
- Popolazione
Nelle scorse 48 ore, l’Italia ha registrato due decessi dopo l’utilizzo del taser da parte delle forze dell’ordine. Il primo episodio è avvenuto sabato notte a Olbia, dove un uomo di 57 anni, noto per atti di aggressione verso passanti e carabinieri, è morto dopo l’intervento con la pistola elettrica. Il giorno successivo, a Genova, un uomo di 41 anni è deceduto dopo essere stato colpito dal taser durante una situazione di violenza e resistenza nei confronti di sanitari e forze dell’ordine.
Entrambi i casi sono attualmente sotto indagine con sequestri dei dispositivi utilizzati e aperture di fascicoli per omicidio colposo nei confronti degli agenti coinvolti. Le autopsie, programmate entro pochi giorni, mirano a chiarire le cause precise della morte e il ruolo diretto del taser negli eventi.
Cos’è il taser e come funziona
Il taser è un’arma a impulsi elettrici che eroga una scarica elettrica ad alto voltaggio e bassa intensità di corrente, studiata per immobilizzare temporaneamente una persona attraverso un’interferenza con i segnali naturali del sistema nervoso. Il dispositivo spara due piccoli dardi collegati da fili conduttori che, al contatto con il corpo, chiudono un circuito elettrico generando impulsi che causano contrazioni muscolari involontarie e paralisi motoria momentanea. Questo arresto neuromuscolare impedisce i movimenti volontari.
A maggio 2022, l’Italia ha aperto all’utilizzo del taser per le forze di polizia nell’ambito di una sperimentazione nazionale. La scarica dura circa 5 secondi ed è replicabile più volte.
Quando può usarlo la polizia
L’arma è riservata alle forze dell’ordine – polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizie municipali – che hanno ricevuto formazione specifica per l’uso responsabile del taser. Le condizioni per l’impiego prevedono che venga utilizzata solo in casi di necessità, con soggetti manifestamente violenti e pericolosi. L’operatore deve avvisare il soggetto, mostrare il dispositivo e, se possibile, eseguire una scarica di avvertimento senza proiettili prima di sparare i dardi.
Il protocollo prevede che ogni volta che una persona viene colpita dal taser debba essere sottoposta a un controllo medico immediato per valutare le condizioni di salute. Questo perché, sebbene sia concepito come un’arma a basso rischio, il taser può provocare effetti collaterali come aritmie cardiache, problemi respiratori o traumi derivanti dalla caduta a terra incontrollata dopo l’immobilizzazione. Se necessario, il soggetto viene trasportato in ospedale per ulteriori accertamenti o cure. Inoltre, dopo ogni intervento con il taser, è previsto un approfondimento con i rapporti da parte degli operatori per documentare gli eventi e valutare ogni criticità emersa
Finora sono stati distribuiti circa 5.000 dispositivi agli agenti su tutto il territorio nazionale, con procedure restrittive per limitarne gli impieghi arbitrari o non giustificati.
Durata dell’effetto e volt del taser
Ogni scarica dura mediamente 5 secondi con impulsi elettrici che raggiungono un voltaggio massimo di circa 50.000 volt in circuito aperto, mentre la corrente che attraversa il corpo è molto bassa, intorno a 2-6 milliampere. La combinazione di alto voltaggio e bassa corrente ha l’obiettivo di produrre un blocco neuromuscolare temporaneo senza arrecare danni permanenti.
Tuttavia, se utilizzato su persone che hanno problemi di salute preesistenti (complicazioni cardiache in primis), fanno largo consumo di droghe o subiscono forti stress fisici e psicologici, il taser è stato associato a casi con esito mortale. Le cause di questi decessi sono oggetto di approfondite indagini medico-legali per definire con precisione l’incidenza del dispositivo sugli eventi fatali.
Il taser in Italia e la difesa personale
In Italia il taser è classificato come arma propria e può essere detenuto da privati cittadini solo se hanno un porto d’armi e un’autorizzazione specifica. L’uso personale è consentito esclusivamente all’interno della propria abitazione e non per il porto in luoghi pubblici o per utilizzi commerciali o di autoprotezione fuori dalla casa. In alternativa alla pistola elettrica, la legge consente forme di autodifesa tramite dispositivi come spray al peperoncino, che hanno una regolamentazione meno stringente e sono più diffusi. Tuttavia, non esiste un riconoscimento ufficiale del taser come strumento portatile e di prevenzione personale in contesti esterni o urbani.
Dichiarazioni del ministro Piantedosi sul taser
Le due vittime nel giro di 48 ore hanno riacceso il dibattito sul taser. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è intervenuto in difesa del dispositivo, definendolo “uno strumento imprescindibile” per le forze di polizia, necessario per limitare l’uso delle armi da fuoco e garantire una risposta efficace a situazioni di pericolo. Piantedosi ha sottolineato la presenza di regole stringenti per il suo utilizzo e ha respinto le critiche all’utilizzo del taser alla morte dei due uomini come “pretestuose e infondate”, sottolineando che la formazione degli agenti e il protocollo d’uso puntano a minimizzare i rischi. Il ministro ha inoltre sottolineato che l’obiettivo primario rimane la sicurezza dei cittadini e degli operatori stessi.