Welfare generativo e 2.0, visioni per l’Italia
- 11/07/2024
- Talk | La 'cura' delle persone Welfare
Immaginate un’Italia dove il welfare non è solo una rete di sicurezza, ma un compagno di vita che ci accompagna in ogni fase dell’esistenza, dalla nascita alla vecchiaia, capace di adattarsi alle nostre esigenze e di supportarci in ogni fase della nostra esistenza. Questo è solo uno degli scenari emersi durante l’evento Adnkronos Q&A “La cura delle persone”, svoltosi oggi nella sede romana dell’agenzia di stampa, dove si è discusso di previdenza, politiche sociali e gestione demografica con un approccio innovativo e lungimirante.
Gabriele Fava, presidente dell’Inps, insieme a Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, e Massimiliano Maselli, assessore ai Servizi Sociali, Disabilità e Terzo Settore della Regione Lazio, hanno offerto visioni complementari per ridefinire il futuro del welfare in Italia. Le loro proposte, incentrate su educazione previdenziale, valorizzazione del terzo settore e inclusione sociale, promettono di rivoluzionare il sistema di assistenza e supporto alla popolazione.
Inps, un partner di vita
Gabriele Fava, insediatosi come presidente dell’Inps il 18 aprile scorso, ha subito messo in chiaro la sua missione: restituire al governo un istituto di previdenza in perfetta salute. “L’Inps deve essere visto come un partner di vita, che ci accompagna dalla nascita alla vecchiaia”, ha dichiarato Fava. L’obiettivo è trasformare l’istituto in un ente sempre più efficiente e vicino ai cittadini.
Giovani e previdenza: un nuovo focus
Fava ha posto l’accento sull’importanza di educare i giovani alla previdenza. Una campagna di educazione previdenziale e fiscale sarà avviata per aiutare i giovani a comprendere l’importanza di evitare il lavoro nero e di costruire una carriera lavorativa sicura e gratificante. “I giovani devono maturare la consapevolezza di stare lontani dal lavoro nero”, ha affermato Fava, evidenziando come questa consapevolezza sia cruciale per un futuro lavorativo stabile e protetto.
Verso un welfare 2.0
L’innovazione tecnologica è al centro della visione di Fava. L’Inps sta evolvendo verso un welfare generativo e personalizzato, capace di adattarsi alle diverse esigenze lungo tutto il ciclo di vita delle persone. “Un welfare su misura per giovani, anziani, coppie e persone con disabilità”, ha spiegato Fava, promettendo servizi più efficaci e facili da utilizzare grazie all’intelligenza artificiale.
Fava ha, anche, enfatizzato l’importanza del vasto data center dell’INPS, uno dei più grandi al mondo, e il ruolo della tecnologia nel valorizzare le risorse umane dell’istituto. L’introduzione di sistemi tecnologici avanzati non mira a sostituire il personale, ma a liberarlo dalle attività ripetitive, permettendo loro di concentrarsi su compiti più complessi e di valore. “La tecnologia ci permetterà di dare risposte immediate e di migliorare la qualità dei nostri servizi”, ha concluso Fava, proiettando l’INPS verso un futuro di innovazione e vicinanza ai cittadini.
“La demografia come bussola per le politiche sociali”
Il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Teresa Bellucci ha posto l’accento sull’importanza del trend demografico come elemento cruciale per la pianificazione delle politiche sociali ed economiche. Secondo Bellucci, la demografia non è solo una questione di numeri, ma una lente attraverso cui leggere e governare i processi che plasmano il futuro della società.
Bellucci ha evidenziato come l’Italia stia affrontando una sfida demografica senza precedenti: un tasso di natalità in costante diminuzione, sceso sotto i 400.000 nati annui, accompagnato però da un aumento della speranza di vita. Questo ha portato il paese ad essere il primo in Europa per numero di anziani e il secondo al mondo dopo il Giappone. “Abbiamo raggiunto un traguardo straordinario con oltre 22.000 centenari”, ha osservato Bellucci, indicando come la longevità sia un aspetto positivo che però richiede una pianificazione accurata per sostenere una popolazione sempre più anziana.
La prima riforma della terza età
La viceministro ha sottolineato l’importanza di adottare politiche che non solo affrontino la non autosufficienza, ma che promuovano anche la prevenzione e l’attività attiva nella terza età. Bellucci ha ricordato che il governo Meloni ha varato la prima riforma della terza età nella storia della Repubblica Italiana, un traguardo raggiunto in tempi record che prevede un insieme di decreti ministeriali e linee guida per supportare gli anziani non autosufficienti e promuovere un invecchiamento attivo e dignitoso.
Questa riforma include politiche di prevenzione, promozione delle politiche attive e rigenerazione urbana. Bellucci ha spiegato come l’Italia abbia un patrimonio immobiliare non utilizzato di circa 300 miliardi di euro. Ha proposto di creare contesti abitativi a misura di anziano, con rapporti intergenerazionali che possano sostenere la coesione sociale. “Dobbiamo re-immaginare un sistema di long care che sia sostenibile ed economicamente equilibrato”, ha affermato, sottolineando la necessità di un sistema che integri trasferimenti economici, servizi pubblici efficienti e previdenza complementare.
Valorizzare il terzo settore
Bellucci ha anche affrontato il ruolo del terzo settore, definendolo un asset strategico per il welfare italiano, criticando il codice attuale che ha complicato la vita dei volontari e degli operatori sociali. “Dobbiamo valorizzare il contributo del terzo settore”, ha dichiarato, illustrando gli sforzi del governo per semplificarne l’attuazione, rendendo più agevole la gestione amministrativa e contabile delle organizzazioni. Bellucci ha evidenziato l’importanza della solidarietà sociale, che in Italia si radica in una lunga tradizione di volontariato e supporto reciproco, e ha espresso il suo impegno personale per affrontare le fragilità dei minori, in particolare quelli senza famiglia.
Lazio, innovazione e inclusività nelle politiche regionali
L’assessore Massimiliano Maselli ha offerto un contributo importante all’evento, illustrando come le politiche regionali possano essere pioniere di innovazione e inclusività nel settore del welfare. Maselli ha evidenziato due iniziative chiave della Regione Lazio: la legge sui caregiver e le nuove politiche per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità.
La legge sui caregiver, approvata l’11 aprile 2024, rappresenta una svolta significativa per il riconoscimento e il supporto di coloro che assistono familiari con disabilità. Con una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro per il triennio 2024-2026, questa legge non solo riconosce il ruolo centrale dei caregiver nel sistema di assistenza, ma introduce anche interventi specifici per il loro benessere sociale. Maselli ha sottolineato che, fino ad oggi, i caregiver hanno dovuto subire passivamente i piani di assistenza individuale predisposti dalle ASL. La nuova legge, invece, li pone al centro della rete di assistenza, riconoscendo il loro ruolo fondamentale e garantendo un maggiore equilibrio nei processi decisionali.
Un altro aspetto innovativo della legge è l’introduzione di un mini-budget per il benessere sociale dei caregiver, che tiene conto delle loro esigenze specifiche e mira a prevenire il rischio di isolamento e stress. Questo è particolarmente importante dato che il 75% dei caregiver è composto da donne, molte delle quali dedicano la loro vita interamente alla cura dei familiari con disabilità.
Inclusione nel mercato del lavoro
Maselli ha anche discusso delle iniziative per favorire l’inclusione delle persone con disabilità nel mercato del lavoro. Una nuova convenzione quadro facilita l’assunzione di persone con disabilità da parte da parte delle aziende attraverso le cooperative sociali. Questo approccio innovativo mira a superare le difficoltà incontrate nell’applicazione della legge nazionale che impone alle aziende di assumere una quota di lavoratori con disabilità.
Maselli ha sottolineato che l’obiettivo principale di queste iniziative è l’inclusione sociale delle persone con disabilità, permettendo loro di essere attivamente partecipi della società. Ha evidenziato l’importanza di creare un sistema che bilanci trasferimenti economici, servizi pubblici e previdenza complementare, garantendo che queste misure non siano sfruttate a fini economici, ma siano realmente utili per migliorare la qualità della vita delle persone coinvolte.
Risposte alle critiche
Infine, Maselli ha risposto alle recenti polemiche riguardanti la trasformazione dei contributi economici in servizi per persone con disabilità gravissime, chiarendo che tali misure mirano a offrire servizi più mirati e adeguati alle necessità delle persone coinvolte, in linea con il piano nazionale. Concludendo, Maselli ha enfatizzato l’impegno della Regione Lazio verso un welfare più inclusivo e innovativo, capace di rispondere alle esigenze emergenti della società contemporanea.
Impegno condiviso per un welfare inclusivo e innovativo
L’evento ha segnato un punto di svolta, delineando un percorso verso un welfare più innovativo e inclusivo. Le prospettive presentate da Fava, Bellucci e Maselli offrono una visione promettente per il futuro del welfare italiano, fondata su una sinergia tra istituzioni, governo e regioni. Un impegno condiviso per costruire una società che non lasci indietro nessuno, capace di rispondere alle sfide demografiche e sociali con soluzioni concrete e lungimiranti.
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