Sanità, speso solo il 34% dei fondi Pnrr: la denuncia della Cgil
- 17 Settembre 2025
- Welfare
A nove mesi dalla scadenza del Pnrr e la Missione Salute rischia di rimanere inattuata. A denunciarlo è la Cgil che rileva che solo il 34,4% dei fondi disponibili, cioè 6,6 miliardi di euro, è stato investito: “solo un terzo dei progetti è completato”.
Una situazione che l’organizzazione sindacale definisce “vergognosa” e che di questo passo “porterà al non raggiungimento degli obiettivi: “Un altro segnale evidente dell’interesse a incentivare il mercato privato della salute del governo Meloni”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi, che commenta i risultati del monitoraggio sull’attuazione degli investimenti della Missione 6 del Pnrr effettuato dall’Area Stato sociale e Diritti della Confederazione elaborando i dati del sistema ReGiS del Mef, aggiornati al 30 giugno 2025.
Salute: indietro sui fondi Pnrr
La Cgil ha puntato il dito contro i ritardi accumulati: “Continua ad essere preoccupante e incerta la situazione della realizzazione delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità, strutture – ha sottolineato la dirigente sindacale – strategiche per l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale”. Secondo i dati elaborati dall’organizzazione sindacale. Per quanto riguarda le Case della Comunità, è stato speso solo il 17% dei 2,8 miliardi di euro di finanziamenti. A marzo la percentuale era al 12,4%: “di questo passo serviranno cinque anni per terminare le opere”, scrivono in una nota.
Solo il 3,5% dei progetti finanziati è stato completato. Quanto agli Ospedali di Comunità, a giugno 2025 solo il 3,3% dei progetti finanziati era stato completato (14 strutture sulle 428 totali previste), con la spesa di appena il 15,1% dei fondi disponibili: “Serviranno sei anni a terminare tutto a questo ritmo”, continuano.
La carenza di personale sanitario
La denuncia della Cgil continua anche rispetto al comparto del personale: “Per il corretto funzionamento di queste strutture – ha ricordato Barbaresi – occorrerebbe assumere almeno 35mila unità tra infermieri, operatori sociosanitari, assistenti sociali e altre figure professionali, medici esclusi. Ma ad oggi non risulta nessuna interlocuzione tra ministri della Salute e dell’Economia a garanzia delle coperture economiche necessarie”.
“Nella propaganda del Governo e di alcune Regioni l’attuazione del Pnrr andrebbe a gonfie vele, ma i numeri lo smentiscono clamorosamente. È forte il rischio che gli investimenti previsti nella Missione 6 vengano restituiti al mittente o riorientati verso altri obiettivi, magari a favore dell’industria bellica”, ha aggiunto la segretaria confederale della Cgil. “Dalla riforma dell’assistenza territoriale con l’apertura di una rete di strutture pubbliche, passa la capacità del sistema di dare risposte alle persone, implementare la prevenzione, aggredire anche l’odioso problema delle liste d’attesa, evitare i ricoveri inappropriati e le lunghe attese nei pronto soccorso, garantire la presa in carico. Chi rassicura ma nella pratica boicotta la riforma dimostra la volontà di privatizzare la risposta ai bisogni di salute, impoverendo stipendi e pensioni”.
“Siamo all’ultima chiamata per essere smentiti: occorre uno scatto straordinario per evitare il fallimento di un’occasione irripetibile, e per questo – ha concluso Barbaresi – proseguirà la nostra mobilitazione per difendere e rilanciare il Sistema sanitario nazionale e garantire il diritto alla salute. Chi lavora contro, opera nel disinteresse delle persone”.