Pedro Sánchez vuole inserire in costituzione il diritto all’aborto, il matrimonio ugualitario e il salario minimo
Dopo essere stato confermato alla guida del partito socialista (Psoe) con oltre il 90% delle preferenze, il premier spagnolo Pedro Sánchez, ha annunciato l’intenzione di introdurre importanti diritti sociali nella Costituzione spagnola.
Durante il suo discorso al 41° Congresso del partito a Siviglia, Sánchez ha delineato un programma ambizioso ma in linea con il suo mandato. L’obiettivo è includere nella carta costituente del Paese il diritto all’aborto, il matrimonio ugualitario tra persone dello stesso sesso e il salario minimo nella carta fondamentale del Paese.
La proposta del premier spagnolo rappresenterebbe un significativo passo avanti nel consolidamento di diritti già riconosciuti in Spagna, ma non ancora costituzionalizzati.
I diritti al centro
Sánchez ha sottolineato l’importanza di garantire il diritto delle donne a decidere sul proprio corpo. Attualmente, la Spagna consente l’aborto entro le prime 14 settimane di gravidanza, una legge introdotta nel 2010 sotto il governo socialista di José Luis Rodríguez Zapatero. Costituzionalizzare questo diritto significa proteggerlo da eventuali cambiamenti politici futuri.
La Spagna consente l’aborto fino a 14 settimane di gravidanza, mentre la maggior parte dei Paesi Ue, come l’Italia, fissa questo limite a 12 settimane. Tra i Ventisette, il periodo varia dalle 10 settimane del Portogallo alle 24 settimane dei Paesi Bassi. Spagna e Austria consentono l’aborto fino a 14 settimane, mentre in Bulgaria, dove è possibile abortire entro la dodicesima settimana di gestazione, il governo Orbàn ha introdotto degli ostacoli all’aborto generando polemiche, che negli ultimi messi hanno acceso anche il dibattito pubblico italiano.
C’è poi il caso di Malta e Polonia, con una forte tradizione cattolica, dove il quadro giuridico è altamente restrittivo per l’aborto.
A livello comunitario, l’11 aprile scorso gli eurodeputati hanno sollecitato il Consiglio affinché inserisse il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue.
La risoluzione, approvata con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni, ha valore politico, ma non è vincolante.
Domenica scorsa, invece, la Norvegia ha esteso la possibilità di abortire legalmente fino alla 18ma settimana di gravidanza. Il precedente limite era di 12 settimane, come in Italia (con eccezioni in casi particolari, dove proseguire la gestazione può essere pericoloso per la madre e/o il nascituro).
Matrimonio tra persone dello stesso sesso
In Spagna il matrimonio tra persone dello stesso sesso è legale dal 2005 e rappresenta uno dei traguardi più significativi per i diritti LGBTQ+. L’inserimento in Costituzione di questo diritto confermerebbe l’impegno del Paese verso l’uguaglianza e la lotta contro ogni forma di discriminazione.
Salario minimo garantito
Anche il salario minimo va nella direzione di abbattere le discriminazioni. Dopo aver dichiarato di voler aumentare la portata della tassa sui super-ricchi, il premier spagnolo vuole inserire il salario minimo in Costituzione, trasformandolo in un caposaldo del Paese iberico. Giova ricordare che il governo Sánchez ha già aumentato il salario minimo negli ultimi anni, portandolo a 1.080 euro lordi mensili nel 2023, diventati 1.134 euro nel febbraio di quest’anno. La cifra va considerata per quattordici mensilità.
La Spagna come modello progressista
Sánchez ha dichiarato che la Spagna è diventata un esempio per le forze progressiste in Europa e nel mondo. Sotto il suo governo, il Paese ha registrato significativi miglioramenti economici e occupazionali, nonostante le sfide poste dalla pandemia e dalla crisi energetica.
Secondo il leader socialista, i diritti sociali non devono essere subordinati a interessi economici o politici. “Il benessere della maggioranza deve prevalere sulle disuguaglianze,” ha affermato Sánchez che non è nuovo a queste politiche e a queste dichiarazioni.
Il 3 settembre scorso, inaugurando il nuovo corso politico all’Istituto Cervantes, il presidente spagnolo ha garantito che il percorso di giustizia fiscale, già intrapreso dal suo esecutivo, sarà ancora più massiccio. “Proporremo e avvieremo nuove azioni destinate a limitare i privilegi sproporzionati di cui beneficiano certe élite nel nostro Paese”, ha dichiarato Sánchez, mettendo in luce come le disuguaglianze economiche rimangano profonde in Spagna. “Tasseremo chi ha già abbastanza soldi in banca per vivere 100 vite”, ha proseguito, sottolineando che l’obiettivo è proteggere le classi medie e lavoratrici da un sistema che “continua a essere straordinariamente ingiusto”.
L’opposizione promette battaglia
Introdurre questi diritti nella Costituzione non sarà un processo semplice. In Spagna, qualsiasi modifica costituzionale richiede una maggioranza qualificata del Parlamento e, in alcuni casi, un referendum.
I partiti conservatori, come il Partido Popular (PP) e Vox, hanno già espresso resistenze, definendo queste proposte una strategia elettorale. Vox, in particolare, si è opposto al matrimonio egualitario e all’aborto, promettendo battaglia parlamentare.