Pensioni anticipate crollano, per le donne assegno -30,58% rispetto a uomini
- 25/07/2024
- Welfare
Crollano le pensioni anticipate in Italia. Il dato dell’Inps arriva a pochi giorni dalle parole del vicepremier Matteo Salvini che ha dichiarato di essere al lavoro sul tema delle pensioni per “agevolare chi non ce la fa più e ha la schiena rotta al ritorno alla vita familiare”. Il che sarebbe un grande aiuto per il Paese che, oltre ad avere una delle età pensionabili più alte dell’area Ocse, ora deve fare i conti anche con il drastico calo delle anticipate.
Questa situazione è stata agevolata e ricercata dalla legge di Bilancio del 2024, che ha disincentivato pesantemente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per non sottrarre linfa vitale al sistema produttivo del Paese. La crisi demografica morde, e se qualcuno esce, non è detto che qualcun altro entri.
Calano le pensioni anticipate
L’introduzione di Quota 130 ha avuto un impatto evidente sulle scelte degli italiani. Nei primi sei mesi del 2024, l’Inps ha registrato un calo del 14,15% nelle pensioni anticipate rispetto allo stesso periodo del 2023, con soli 99.707 nuovi assegni erogati contro i 116.143 dell’anno precedente
Il nuovo sistema richiede 62 anni di età e 41 anni di contributi con finestre passate da 3 a 7 mesi per i lavoratori privati e da 6 a 9 mesi per i pubblici.
Questo calo è accompagnato da una generale diminuzione delle nuove pensioni complessive: tra quelle di vecchiaia, invalidità e superstiti si sono registrate 376.919 nuove pensioni nel periodo considerato, con un calo del 12,54% rispetto al primo semestre 2023.
Nello specifico, oltre alle 99.707 anticipate, l’Istituto ha erogato 152.641 nuove pensioni di vecchiaia, 22.730 invalidità e 101.841 assegni ai superstiti. Guardando al solo fondo lavoratori dipendenti le anticipate e gli assegni superstiti hanno assorbito il 31% dei trattamenti erogati.
Nel primo semestre 2024 le pensioni anticipate sono state scelte soprattutto dai dipendenti pubblici. Infatti, se per la gestione dei lavoratori autonomi (coltivatori diretti, commercianti e artigiani) le anticipate sono il 24% delle pensioni totali (vecchiaia a quota 40%), per la gestione dei dipendenti pubblici l’uscita anticipata rappresenta il 46% delle pensioni totali.
Pensioni donne -30,58% rispetto agli uomini
Particolarmente colpita è stata la misura Opzione Donna. Le nuove restrizioni hanno fatto crollare le adesioni: solo 2.107 donne hanno usufruito di questa opzione nei primi sei mesi del 2024, rispetto alle 11.576 del 2023. Un crollo verticale che ha diverse ragioni. Ecco un riepilogo delle modifiche introdotte quest’anno, dove l’unico criterio invariato restano gli anni di contributi necessari per accedere ad Opzione Donna (35)
Requisiti di età
- 2023: 58 anni (ridotti di un anno per ogni figlio, fino a una riduzione massima di due anni).
- 2024: 61 anni (ridotti di un anno per ogni figlio, fino a una riduzione massima di due anni).
La vera novità del 2024, l’assistenza familiare
La drastica riduzione di richieste rispetto al 2023 dipende anche da requisiti del tutto nuovi introdotti con la Manovra. Oltre ai requisiti anagrafici e contributivi, per accedere ad Opzione Donna è richiesta una delle seguenti condizioni:
- Assistenza familiare: le lavoratrici abbiano assistito per almeno sei mesi un coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave;
- Riduzione della capacità lavorativa: sia stata accertata una riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74% per il riconoscimento dell’invalidità civile;
- Situazione lavorativa: la lavoratrice sia stata licenziata da un’azienda in crisi con un tavolo di confronto attivo presso la struttura per la crisi d’impresa.
Insomma, le nuove condizioni imposte dalla Manovra richiedono che le lavoratrici siano caregiver, abbiano una significativa riduzione della capacità lavorativa o siano licenziate, rendendo molto più difficile l’accesso a questa forma di pensionamento anticipato.
Gender pay gap sulle pensioni
Al problema di quantità, si aggiunge quello di qualità del trattamento pensionistico. Le pensioni erogate alle donne nel primo semestre del 2024 hanno un importo medio di 992 euro, inferiore del 30,58% rispetto all’importo medio liquidato agli uomini, pari a 1.429 euro. Questo gender pay gap pensionistico è una conseguenza diretta del gender pay gap retributivo e riflette anche le carriere contributive più brevi delle donne, su cui ricade la maggior parte del lavoro domestico (non retribuito)
A quanto ammontano le pensioni?
Tra gennaio e giugno 2024 l’Inps ha liquidato in totale 376.919 nuove pensioni per un importo medio di 1.197 euro. Gli assegni, in media, oscillano dagli 820 euro medi al mese per le invalidità, ai 892 euro medi per i trattamenti di vecchiaia fino a 2.054 euro per le anticipate.
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