Generazione G: una rete a sostegno delle famiglie italiane nell’era dell’inverno demografico
- 17 Luglio 2025
- Welfare
In un’Italia sempre più vuota, colpita dalla crisi demografica che in vent’anni ha ridotto di oltre un terzo i nuovi nati, il progetto Generazione G – promosso da Prénatal e Moige – si presenta come uno degli esperimenti più riusciti per accompagnare la genitorialità.
Il progetto, nato nel 2023, ha messo in campo una rete di ascolto e supporto, raccogliendo quasi un milione di euro per offrire consulenza concreta e prossimità a famiglie spesso prive di strumenti o reti sociali solide.
I numeri del progetto
In meno di due anni, Generazione G ha sostenuto 572 famiglie distribuite in 15 regioni. La rete che sostiene questa azione è composta da 70 “genitori esperti”, tra cui lavorano anche medici, pedagogisti, ostetriche, psicologi e consulenti familiari, con l’85% degli interventi realizzati di persona, per favorire il contatto diretto e rispondere in modo personalizzato ai bisogni delle famiglie.
Le richieste rilevate spaziano dal supporto emotivo e relazionale (40%) alla gestione della salute dei bambini (19%). Il progetto dichiara anche 58 nuove nascite accompagnate, considerate “la prova concreta di quanto il sostegno possa rendere più serena e consapevole la scelta di diventare genitori”, come afferma Antonio Affinita, direttore generale Moige. La relazione di prossimità rimane la cifra distintiva dell’iniziativa, che cerca di rispondere alle molteplici fragilità sociali emerse negli ultimi anni.
Tra ascolto e pratiche quotidiane
Oltre ai servizi di ascolto e consulenza, il progetto ha proposto laboratori di arteterapia per rafforzare il legame genitori-figli, incontri sul massaggio pediatrico e corsi di disostruzione pediatrica per aumentare consapevolezza e sicurezza nella gestione delle emergenze domestiche.

Nelle parole di Alberto Rivolta, Ceo di Artsana Group, emerge una visione di sistema: “Generazione G rappresenta un modello concreto di come si possa costruire valore sociale partendo dalla fiducia nelle famiglie. In poco più di un anno abbiamo raccolto quasi 1 milione di euro, attivato 70 genitori esperti e raggiunto 572 famiglie in 15 regioni italiane. Ma questi numeri raccontano solo una parte del nostro impegno: ciò che conta davvero è la qualità delle relazioni attivate, il senso di vicinanza ricostruito, la consapevolezza che ogni genitore può contare su una rete che lo accompagna. Continuare questo percorso significa contribuire a un cambiamento culturale profondo, che rimetta al centro la genitorialità come leva per il futuro del Paese. È un impegno che Prénatal porta avanti con responsabilità e visione, insieme a una rete di partner che condividono la stessa ambizione”.
Una prima valutazione affidata all’Istituto di Terapia Cognitivo Interpersonale rileva segnali incoraggianti soprattutto rispetto alla fiducia dei genitori nel loro ruolo. Lo stesso Affinita aggiunge: “Il progetto sta generando risultati concreti che superano le aspettative. I nostri genitori esperti non si limitano a offrire supporto pratico, ma costruiscono relazioni autentiche, accompagnando le famiglie nei momenti più delicati, anche attraverso piccoli gesti quotidiani. Le 58 nuove nascite sono la prova concreta di quanto il sostegno possa rendere più serena e consapevole la scelta di diventare genitori.
A breve – inoltre – grazie alla collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, sarà disponibile una valutazione di impatto sociale esaustiva che ci permetterà di conoscere in modo strutturato il valore generato dal progetto. Sostenere le famiglie oggi, significa infatti rafforzare le basi per una comunità di domani più consapevole e inclusiva”.
Spunti e limiti di un modello privato
L’iniziativa si propone come una risposta operativa in un contesto in cui la crisi della natalità appare intrecciata a carenze strutturali e sociali. Generazione G, prima di tutto, mostra la volontà – con dati alla mano e attenzione alle storie singole – di costruire prossimità là dove spesso emergono solitudine e difficoltà economiche. Ma, come ricordano gli stessi promotori, l’orizzonte resta quello di una “rete replicabile e misurabile”, che aspira a incidere nel tessuto di una società più fragile, in attesa del confronto con valutazioni indipendenti e con le politiche pubbliche di sistema.