Lavoro, da violenza sessuale a neopapà licenziato: le discriminazioni nel 2023
- 26/01/2024
- Welfare
La media è di due alla settimana e per lo più sono donne. Questo è l’ultimo dato reso noto dall’amministrazione della città di Milano e dalla Consigliera alla parità di genere Barbara Peres. Un totale di 54 richieste di aiuto rispetto a casi di discriminazione sul posto di lavoro. Un dato che rispecchia una casistica nazionale e che non sempre viene segnalato o trova le giuste risposte.
Quello del 2023, infatti, è stato un anno intenso proprio per la grande mole di casi di vittime di violenza. Numerose sono le donne che hanno richiesto aiuto alla consigliera milanese, tra le quali anche una vittima di violenza sessuale nell’ambito professionale. Ma non sono mancate le richieste anche da parte degli uomini, in aumento rispetto al passato.
La consigliera Peres e l’avvocatessa Silvia Belloni, sua supplente, hanno ricevuto 50 lavoratrici e 4 lavoratori. Per 51 di questi, l’iter avviato si è concluso con 12 archiviazioni, 2 riorientamenti ad altri uffici o alla consigliera di parità di competenza regionale/provinciale, 16 informazioni e 12 pareri.
Nove dei complessivi 12 casi presi in carico si sono conclusi arrivando ad una soluzione positiva, tramite mediazione dell’amministrazione o della conciliazione stragiudiziale. Due di queste erano mamme discriminate in quanto tali e che hanno preferito rassegnare le dimissioni entro il compimento del primo anno di vita del loro bebè per beneficiare della Naspi, segnalazioni quindi poi archiviate. Tre i casi di cui è ancora in corso la mediazione.
Discriminazioni individuali
In merito ai 12 casi presi in carico, 11 riguardavano situazioni di discriminazione individuale, 1 di violenza sessuale. Quelle delle discriminazioni individuali sono le più comuni sui luoghi di lavoro. Per la città di Milano, le richieste prese in carico hanno visto cinque casi riguardare lavoratrici con problemi di conciliazione tra famiglia e lavoro; altri cinque, la tutela dei diritti di maternità e di paternità; un solo caso ha riguardato una questione di contrattazione e organizzazione discriminatoria.
Il dodicesimo caso per il quale è stata aperta una istruttoria riguardava invece una violenza sessuale e si è infine chiuso con una conciliazione in sede protetta, controfirmata dalla consigliera, perché la vittima “non se l’è sentita di proseguire nella sua battaglia“, si legge nella nota del Comune di Milano.
Tra i casi di diritti di maternità/paternità contrastati o addirittura negati dal datore di lavoro anche quello di un padre, un manager licenziato in tronco dall’azienda alla vigilia della nascita del figlio, evento in vista del quale egli aveva comunicato l’intenzione di usufruire del congedo parentale di sei mesi. Il “giustificato motivo oggettivo” del licenziamento addotto dall’azienda è stato smentito nel corso dell’istruttoria e questo ha consentito di raggiungere un accordo economico tra le parti.
“Davvero un grande lavoro quello affrontato in questo primo anno di attività dal mio ufficio – ha affermato la consigliera di Parità, Barbara Peres -. Un impegno al servizio di tutto il territorio, di lavoratori e lavoratrici che possono trovare attenzione alle loro problematiche e ascolto. L’obiettivo è arrivare sempre ad una mediazione, per cercare di risolvere le controversie e creare un contesto lavorativo non discriminatorio ed inclusivo. Ringrazio anche l’avvocata Belloni, consigliera supplente, per la collaborazione e invito lavoratori e lavoratrici a rivolgersi a noi qualora ne ravvisassero la necessità”.
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